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Impianti di risalita come risorsa, Lombardia approva legge

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Nascita di società pubbliche e finanziamenti a favore della promozione degli impianti di risalita grazie al Progetto di legge regionale approvato oggi in consiglio regionale.

Buone notizie per la montagna bergamasca: oggi il Consiglio regionale ha approvato il Progetto di legge per la promozione e lo sviluppo dei territori interessati dagli impianti di risalita e dalle infrastrutture connesse.

“Si tratta di una Legge di ‘sistema’ – ha dichiara Ugo Parolo, sottosegretario alla Presidenza con delega alle Politiche per la Montagna – che delinea uno scenario che, in termini di responsabilizzazione dei territori e di riconoscimento della fondamentale attività degli impianti come servizio ad alta valenza pubblica, consentirà di ampliare le strategie basate solo a supporti esterni in termini di contributi finanziari ed interventi diretti nello sviluppo della Rete infrastrutturale montana, anche attraverso l’affiancamento ai singoli territori”.

L’iter

L’iter prese il via il 12 settembre 2014 quando Regione Lombardia sottoscrisse un Protocollo d’intesa con la Provincia di Sondrio volto alla costituzione di un Gruppo di Lavoro, con il coinvolgimento anche del Sistema bancario locale e di stakeholders specifici, al fine di addivenire ad una proposta sperimentale, partendo dal territorio provinciale, replicabile in altri contesti regionali, che consentisse di trovare delle modalità innovative di rilancio delle società degli impianti che consentano di aumentare l’attrattività e la competitività dei territori alpini lombardi. Il Gruppo di lavoro ha così identificato quale modello ottimale da sperimentare, analizzare e sviluppare, quello dell’intervento pubblico finalizzato alla costituzione di una o più società infrastrutturali aventi l’intento di realizzare, sviluppare e mantenere le reti dei comprensori sciistici montani lombardi: la newco infrastrutturale per la Rete turistica montana.

La situazione attuale e le strategie messe in campo

Le criticità del sistema che lo studio ha evidenziato riguardano l’esposizione finanziaria delle società impiantistiche nei confronti del settore bancario di circa 300M di euro; difficoltà nell’effettuare nuovi investimenti; elevati costi energetici per la produzione di neve a causa dei cambiamenti climatici; frammentazione dei comprensori sciistici e scarsa capacità di investimento degli attuali gestori.

“Gli impianti di risalita – continua Parolo – sono da considerarsi come un asset strategico per via delle importanti ricadute sui territori alpini, per l’attrattività turistica e per i relativi impatti economici. Costituiscono l’infrastruttura fondamentale per le località turistiche montane della Lombardia. Una ricerca di Eupolis ha dimostrato che solo in Provincia di Sondrio nel 2015, il fatturato realizzato dalle società di gestione pari ad € 64 milioni ha generato un indotto misurato in via prudenziale in 278 milioni di euro. Non solo. Gli studi effettuati nel 2013 dall’Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef) evidenziano come ogni euro di ricavo delle società funiviarie comporti fino a 7 euro di ricavi dell’indotto”.

Obiettivi e interventi

Regione Lombardia si è posta come obiettivo quello di tracciare un nuovo modello di sviluppo economico della montagna, riconoscendo la funzione di ‘servizio pubblico locale’ alle attività sciistiche: dalla costruzione e la gestione degli impianti a fune, alla gestione degli impianti sciistici finalizzati allo sviluppo turistico del territorio, fino ad arrivare alle infrastrutture e alla loro gestione. Questo nuovo approccio permetterà di responsabilizzare le componenti pubbliche e private ad una gestione efficiente delle risorse e ad ottimizzare i costi e le ricadute in termini di sviluppo sul territorio.

“La proposta di legge regionale – conclude Parolo – prevede l’avvio di “Patti territoriali” per lo sviluppo economico, ambientale, sociale e della mobilità dei territori montani, che definiranno le modalità di sviluppo e di gestione delle infrastrutture di interesse pubblico e consentiranno agli Enti locali di sviluppare politiche condivise in una prospettiva, di medio-lungo periodo, con i soggetti che lo sottoscrivono. All’interno del Patto, agli enti locali territorialmente interessati, sarà anche data la possibilità di costituire società pubbliche aventi come intento la realizzazione di infrastrutture di pubblico interesse in ambito montano, inclusi gli impianti di risalita”.

Il commento della relatrice Magoni

Tra i commenti post approvazione quello della relatrice del progetto di legge Lara Magoni, consigliere regionale del gruppo “Maroni Presidente – Lombardia In Testa”: “Ancora una volta si torna a parlare di montagna – spiega – un territorio che ricopre 40% della nostra Regione e ben il 60% della provincia bergamasca. La legge approvata oggi dall’Aula è volta a favorire lo sviluppo economico, ambientale e sociale dei territori montani su cui si trovano gli impianti, tenuto conto del loro forte sull’economia regionale e locale al fine di evitare lo spopolamento degli stessi territori montani. Gli impianti di risalita, infatti, sono da considerarsi una risorsa fondamentale per la crescita del turismo e della nostra economia. Partendo da questo presupposto, Regione trova la forza nel legiferare su questa materia per troppi anni lasciata incompiuta”.

“Questo – continua la Magoni – avverrà anche attraverso un programma di interventi di prospettiva e la costituzione di società pubbliche che possano agevolare gli investimenti necessari, anche attraverso processi di finanziamento a supporto degli investimenti col supporto di Finlombarda Spa. Vi sarà anche la possibilità da parte di Regione Lombardia di autorizzare l’acquisto degli impianti da parte di società regionali, rendendoli a disposizione con contratti di locazione. Sostenere il mondo della neve significa far sopravvivere un’intera economia e tutto l’indotto che riesce a generare. Perciò ritengo questo provvedimento solo ultimo in ordine di tempo e si innesta in un disegno che per questi cinque anni ha concentrato la sua attenzione su una politica strutturale della montagna e della sua valorizzazione, tenendo sempre in mente gli esclusivi interessi della comunità che la vive”.

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