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STANDING OVATION

Standing ovation – TriBrüt&üBel Band

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Nuova uscita della rubrica di Valseriana News dedicata alla musica locale: Luca Bonadei ci presenta i TriBrüt&üBel Band.

Settima uscita della rubrica parliamo di musica storica, delle nostre radici, quello che siamo realmente oggi. Ed è cosi che i TriBrüt&üBel Band propongono un genere tipico delle nostre origini. Ma senza anticipare troppo, vi presento i TriBrüt&üBel Band.

Chi siete? Come siete nati e perché?

Il nucleo originale della TriBrüt&üBel Band si è formato nel 2013 quando, ad una festa di compleanno, tre amici (Fabio, Paolo e Tullio) che avevano in comune la militanza lunga una trentina d’anni in svariate formazioni musicali, si erano ritrovati per improvvisare alcune canzoni della tradizione popolare per la festeggiata. L’esperienza di quella serata ha fatto nascere l’idea di formare un gruppo orientato a riproporre un determinato tipo di musica, che dopo le prime fortunate esibizioni è stato integrato con altri elementi, fino ad arrivare all’attuale composizione.

Il gruppo è ad oggi composto da musicisti con una solida esperienza alle spalle, alcuni con trascorsi importanti in ambito professionistico:

Fabio “Cliff Tosse” Tresoldi – voce

Giacomo “Mister Jack” Cristini – basso

Stefano “Bèta” Giudici – chitarra & ukulele

Tullio “Turbato Thomas” Lanfranchi – batteria

Mauro Pievani – fisarmonica & voce

Paolo “Paul Lastra” Varischetti – chitarra, ukulele & voce

Cosa proponete alla gente che vi ascolta?

La musica che la TriBrüt&üBel Band propone, trae le proprie radici dalla tradizione popolare lombarda con le canzoni cantate nelle osterie o proposte negli spettacoli di cabaret da cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana. I nostri spettacoli sono caratterizzati dal totale coinvolgimento del pubblico, invitato ad interagire con i musicisti, a cantare, a ballare e a passare una serata in assoluta allegria.

Da cosa nasce il vostro nome?

Inizialmente il nome scelto dai fondatori è stato TriBrüt Band, giocando sul significato dialettale di “tre brutti”. Con l’innesto di un primo elemento è stato aggiunto il “&üBel” lasciando scherzosamente al pubblico femminile il decidere su chi dei quattro fosse il bello. Una volta elaborato il logo, e dopo che il nome della band aveva cominciato a farsi conoscere per le molteplici esibizioni, si è deciso di non modificarlo ulteriormente anche dopo l’aggiunta di altri due musicisti.

A che età avete iniziato a suonare?

In pratica da sempre! Tullio e Mauro sono diplomati in conservatorio, così come Giacomo che svolge a tutti gli effetti l’attività di musicista professionista e dirige la scuola di musica e canto Mister Jack Academy di Clusone. Fabio e Paolo suonano e cantano fin dall’infanzia e Stefano, malgrado abbia iniziato molto tempo dopo, si affanna per tentare di recuperare il tempo perduto.

A chi vi ispirate?

Il repertorio che proponiamo è assai vasto. L’ispirazione principale arriva soprattutto da artisti quali Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Cochi & Renato, Nanni Svampa, Dario Fo, i Gufi, oltre che dai grandi della canzone italiana d’autore (Paolo Conte, Lucio Dalla, Renzo Arbore, Adriano Celentano ed altri). Gran parte dei pezzi sono stati rielaborati per adattarli al clima di festa tipico delle nostre esibizioni. Naturalmente non mancano alcuni pezzi di nostra composizione, particolarmente apprezzati da chi ci segue regolarmente.

In che ambienti principalmente vi proponete?

In questi anni ci siamo in pratica esibiti ovunque: osterie, ristoranti, birrerie, bar, feste di paese, sagre, raduni di ogni genere, festival musicali e anche ad alcune feste private. Spesso e volentieri i nostri concerti vengono abbinati a serate con cene a tema per offrire a chi vi partecipa un evento a tutto tondo.

Che target mirate?

L’idea di fondo è di proporre al nostro pubblico un genere musicale che è stato un poco dimenticato, pur avendo rivestito una notevole importanza in passato. Gli artisti che da piccoli vedevamo in bianco e nero nelle trasmissioni RAI, attraverso canzoni apparentemente leggere e scanzonate, davano uno spaccato della società del tempo che forse non esiste più, ma dalla quale ha avuto origine la nazione in cui viviamo. Si tratta della colonna sonora delle nostre radici, sono i pezzi che canticchiamo da sempre, è la “nostra” musica.

Cosa volete trasmettere al pubblico e cosa il pubblico vi dà?

Oltre al puro e semplice divertimento, che cerchiamo di trasmettere a chi viene a vederci, il messaggio di fondo è che la vita non è poi così brutta come spesso viene da pensare e che solo con la positività si possono affrontare le situazioni difficili. La nostra soddisfazione è vedere il pubblico fare festa insieme a noi riscoprendo la bellezza nella semplicità delle piccole cose.

Parliamo ora di concerti: dall’inizio della vostra attività, quante serate avete avuto?

In quattro anni circa di attività ci siamo esibiti in un centinaio di concerti e nei contesti più disparati. Abbiamo iniziato a spostarci anche nei locali e nelle osterie nell’hinterland milanese, in ambienti particolarmente stimolanti per la nostra proposta musicale.

Avete dei progetti per il futuro?

Stiamo inserendo nuovi pezzi nel già ampio repertorio di cui disponiamo per poterci ulteriormente adattare ad ogni situazione che ci si possa presentare.

Qual è la vostra ambizione?

La speranza è quella di avvicinare, con vicendevole divertimento, sempre più gente ad un genere musicale che fa parte della nostra tradizionee regalare una serata spensierata a chi viene ad ascoltarci.

Cos’è per voi la musica?

Per noi la musica è fondamentalmente passione. Nell’ambito della nostra band c’è chi l’ha scelta per formazione personale, qualcuno ne ha fatto pure la propria professione, ma comunque non viene mai a mancare la voglia di impegnarci per migliorare, per proporci e confrontarci con il pubblico attraverso la nostra musica.

Cosa vi dà la musica?

La musica ci fa stare bene e come concetto non è così riduttivo come può sembrare.

Cosa vuol dire, secondo voi, fare musica oggi: è un dono o c’è bisogno di studiare?

Beh, se si vuole arrivare a suonare uno strumento musicale, a maggior ragione se in una band, sicuramente di base ci devono essere lo studio e un impegno costante, come peraltro in qualunque attività si voglia intraprendere. Il talento e la predisposizione naturale possono fare la differenza quando si vuole salire di livello, ma non possono comunque prescindere dal lavoro e dalla dedizione.

Ringraziando i TriBrüt&üBel Band per averci concesso l’intervista, vi do appuntamento al prossimo numero della rubrica. Gli artisti e i gruppi possono contattarmi alla pagina Facebook Standing Ovation.

Luca Bonadei

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