STANDING OVATION
Standing ovation – Hat Trick
Ottava uscita della rubrica Standing Ovation dedicata ai gruppi musicali.
Oggi parliamo degli Hat Trick: una band della Valle Seriana che propone cover della band californiana Guns N’Roses e del suo chitarrista Slash. Primo concerto per gli Hat Trick nel medesimo giorno della Reunion dei loro idoli. Coincidenze?
Ma senza anticipare troppo, vi presento gli Hat Trick.
Chi siete? Come siete nati e perché?
Siamo gli Hat Trick, un gruppo hard-rock composto da 4 ragazzi e una ragazza nati – come spesso accadeva per le band californiane anni ’80 – da qualche strimpellata tra amici in un semplice garage adattato a una sorta di simpatica sala prove.
Due chitarre, quella passione sfrenata per le canzoni che hanno fatto la storia del rock e sabati sera trascorsi a imparare i primi pezzi con le basi musicali in quello che era il nostro piccolo covo: il box del nonno di Pietro Tomasoni, chitarrista solista della band. Con l’aggiunta di Veronica Camera alla voce decidemmo di spostarci nella sala prove Solarte di Onore e completare il quintetto per assimilare le nostre canzoni preferite tratte dalla celebre carriera del chitarrista dei Guns n Roses, Slash, in modo da riproporle live nei locali della Valle. Si aggiunse il bassista Pietro Migliorati (di Castione, come gli altri membri) che già aveva suonato con Pietro e andammo alla ricerca disperata di un batterista. Dopo mesi di prove con vari candidati trovammo Marco Pasini, classe ’98 di Ardesio.
Sei mesi dopo fu la volta del primo concerto. Destino volle che la nostra prima esibizione ufficiale coincidesse con la prima data del Tour di reunion dei Guns n’ Roses dopo che non suonavano più insieme dai lontani anni ’90. Maria Tomasoni (cantante degli Ayahuasca e allieva presso Mr Jack Academy) ha in seguito sostituito Veronica alla voce.
Da cosa nasce il vostro nome?
Hat Trick: letteralmente “il trucco del cappello”. Nome scelto per riprendere la figura del cilindro che ormai è un’estensione naturale del nostro chitarrista preferito, Slash. Amiamo quel sound grezzo e aggressivo che usciva (ed esce tutt’ora!) da quell’ amplificatore Marshall caratterizzato dalla melodia e dell’originalità degli assoli.
Cosa proponete alla gente che vi ascolta?
Oltre alle cover che interpretiamo vogliamo proporre anche alcuni nostri brani originali che mantengono la linea hard-rock radicata ormai nei nostri strumenti. Ci proponiamo ai locali della valle e alle feste di Paese (per citare alcuni nostri ricordi più belli: dalla rinomata Pegher Fest del nostro paese e dalla Festa di Lantana al pub Gas Beer di Fiorano al Serio e pub Diesel di Ardesio) dove ancora si ascolta del sano rock n’ roll e dove l’atmosfera è resa speciale dalla vicinanza con il pubblico che ha modo di diventar parte di ciò che stiamo suonando. Perché un grande show è questo!
Cosa volete trasmettere al pubblico e cosa il pubblico vi dà?
Indipendentemente dall’età o dal numero di ascoltatori quello che conta sono le emozioni che si riescono a trasmettere. Quando si crea l’alchimia tra noi e il nostro pubblico allora sentiamo di aver raggiunto quella sensazione di appagamento tale che ripaga gli sforzi compiuti per raggiungere i nostri obiettivi e riempie di orgoglio. Sono momenti di felicità e condivisione veri e profondi.
Per chi vi ha potuto ascoltare ai vostri concerti ha notato in voi un talento. Come cover band vi ritenete all’altezza di proprorre i pezzi dei Guns ‘n’ Roses?
Se ci riteniamo all’altezza di suonare i Guns?! Certamente, a Imola volevamo suonare noi. Scherzi a parte, diamo il massimo e siamo alla costante ricerca di quel suono magico che pervadeva Appetite for Destruction. La scelta di far cantare una ragazza deriva dal fatto che raggiungere note acute di cantanti del calibro di Axl Rose o Myles Kennedy e questo risulta più facile per una donna anche se nonostante ciò cantare alcune canzoni serve tecnica e molta, moltissima pratica. Come del resto la parte strumentale necessita di tempo e tanta attenzione sui dettagli. Speriamo di essere apprezzati per la passione che avvolge il nostro hobby e se poi chi ci ascolta coglie dei passaggi tecnici alla batteria piuttosto che dei giri di basso intriganti siamo solo che grati.
Ormai si sa. Dopo il successo di giugno a Imola, i Guns ‘n’ Roses ritornano in Italia per Firenze Rocks. Cosa ne pensate di questo, ci sarete anche voi?
Siamo stati all’autodromo di Imola tutti e cinque coronando il sogno di vedere i nostri idoli dal vivo. Che dire: un bagno di folla ed emozioni. D’altronde quando ascolti certi gruppi rock dai tempi delle medie. Al Firenze Rocks 2018 speriamo di ripetere l’esperienza del 2017, ascoltare certi capolavori dal vivo non stanca mai.
Dopo il successo ad agosto al Songastribut, avete dei progetti per il futuro?
Negli ultimi mesi stiamo cercando di comporre brani originali, abbiamo qualche pezzo in cantiere e vogliamo registrarlo prima di tutto per rendere indelebile quello che insieme abbiamo costruito e custodire questo ricordo nel tempo. In secondo luogo non vediamo l’ora di suonare ancora e riprodurre musica nostra nei locali dove ci verrà data possibilità.
Cosa vi dà la musica?
Suonare è per noi un modo per trasmettere e condividere la nostra passione, significa impegno, ma anche divertimento. Tra noi si crea un legame ogni qual volta iniziano le prime note di un brano, sono attimi in cui ci si sente letteralmente connessi e in sintonia, un sentimento davvero intimo e libero. Quando questo si estende ai nostri ascoltatori durante le esibizioni ecco allora che si crea quella magia che è propria solo della vera musica.
Cosa vuol dire fare musica oggi: è un dono o c’è bisogno di studiare?
Beh, studiare è in ogni ambito un modo che sicuramente aiuta a esprimere il potenziale che ognuno ha dentro di sé, ma non è l’unica via per esprimersi musicalmente. Fortunatamente al giorno d’oggi è semplice accedere a tante informazioni e imparare è più semplice.
Ringraziando gli Hat Trick per averci concesso l’intervista, vi do appuntamento al prossimo numero della rubrica. Gli artisti e i gruppi possono contattarmi alla pagina Facebook Standing Ovation.
Luca Bonadei
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