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Cronaca

Festività e aperture commerciali, i sindacati “Nessun reale beneficio”

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Black Friday

Festività del 25 aprile e 1° maggio, i sindacati “Le aperture commerciali non hanno portato nessun reale beneficio”.

Alla vigilia di 25 aprile e Primo maggio prosegue il dibattito tra chi sostiene che negozi e centri commerciali debbano restare sempre aperti e chi vorrebbe regolamentarne la chiusura.

“La disponibilità al lavoro festivo rappresenta una scelta libera per lavoratori e lavoratrici” ricordano Mario Colleoni, Alberto Citerio e Maurizio Regazzoni rispettivamente di FILCAMS–CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL di Bergamo. “Recenti sentenze confermano questa impostazione, secondo cui il datore di lavoro non può imporre al dipendente di lavorare durante una giornata festiva, definendo illegittima l’eventuale sanzione disciplinare. Per questo le Segreterie provinciali di FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS invitano i lavoratori e lavoratrici a godere di queste festività e invitano i dipendenti nel cui contratto individuale è previsto il lavoro festivo a contattare gli uffici sindacali per valutare la loro posizione”.

Per il 25 aprile sono già state annunciate le aperture, tra gli altri centri commerciali, di Oriocenter, Auchan (e galleria annessa) di Bergamo, Auchan e Centro commerciale di Curno, Iper di Brembate, Esselunga di Bergamo, le Due Torri di Stezzano.

FILCAMS-CGIL, FISACASCAT-CISL e UILTUCS-UIL, da sempre contrarie alla totale liberalizzazione degli orari e delle aperture nel commercio, stanno conducendo una battaglia a sostegno di una regolamentazione del settore che permetta di andare incontro anche alle esigenze di lavoratrici e lavoratori.

“Le aperture indiscriminate non hanno, come molti auspicavano, aumentato né i consumi né l’occupazione” dichiarano i tre sindacalisti. “Lo dimostrano anche le tante procedure di licenziamento collettivo aperte da diverse aziende della Grande Distribuzione Organizzata”.

È dal 2015 che un Disegno di legge per regolamentare le aperture nei giorni di festa è fermo al Senato: “Il Decreto Monti (detto anche Salva Italia), che ha dato il via libera al ‘sempre-aperto’, non ha prodotto alcun miglioramento economico. Invece è molto più evidente come la risposta alla crisi dei consumi e alla liberalizzazione, da parte delle imprese, abbia prodotto effetti negativi sui temi dell’organizzazione del lavoro, sugli orari, sui turni, sulla flessibilità dei tempi di lavoro” proseguono i sindacalisti. “È indispensabile intervenire sul Decreto Salva Italia per far sì che possa essere definita una programmazione annuale delle aperture, tenendo conto della conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei dipendenti del commercio e per rispettare le festività civili e religiose del nostro paese. È necessario dare anche una prospettiva contrattuale aziendale e territoriale alla problematica. In attesa della modifica della normativa, vorremmo definire una calendarizzazione delle chiusure e una turnazione domenicale e festiva condivisa con lavoratrici e lavoratori interessati. Ci auguriamo che anche a Bergamo si riescano ad attivare seri tavoli contrattuali finalizzati a discutere delle aperture festive e domenicali, oltre che della qualità dell’occupazione nel commercio”.

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