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Cultura

Albino, una serata sul Tenore Federico Gambarelli nel 160° dalla nascita

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Ad Albino si presenta il libro di Cantini Aurora che ripercorre la storia del tenore Federico Gambarelli nel 160° dalla nascita.

Il 2018 è un anno molto importante per la cultura in Italia e per la musica in particole: ricorre il 160 ° anniversario dalla nascita del grande compositore giacomo Puccini, nato nel 1858.

Ma insieme a lui, non possiamo non ricordare anche l’uomo che nel 1887 a Pisa, con una grande interpretazione, portò al successo l’opera al debutto “Le Villi” di Puccini; fu tale la sua potenza che il maestro venne richiamato sul palco per ben dodici volte. Il suo nome è Federico Gambarelli, Primo Tenore Assoluto. Uomo di umili origini, nato ad Albino il 6 maggio 1858  e morto il 5 giugno 1922, visse a Selvino (dove dimorò, nell’edificio noto come il “Castello”) e a Nembro-Piazzo. Grazie al suo amore per il “bel canto” e alle sue straordinarie doti canore, conquistò ben presto fama internazionale e fu conteso dai maggiori teatri di tutto il mondo, tra cui il Metropolitan di New York (prima che un devastante incendio lo distruggesse completamente nel 1889, cancellando ogni traccia dei suoi fasti –venne infatti ricostruito in altra sede-). 

Un personaggio istrionico e appassionato, la cui vicenda si snoda, non senza colpi di scena, fra le due vocazioni che scandiranno la sua breve ma intensa vita: il richiamo del sacerdozio e il fortissimo desiderio di cantare. Giunto al clou di una folgorante carriera, l’”incontro” casuale, in Messico, con la Madonna di Guadalupe, patrona dell’America Latina, nonché la profonda devozione che ne seguirà, segneranno definitivamente le sorti della sua esistenza, inducendolo a ritirarsi dalle scene per dedicarsi alla vita ecclesiastica nella sua terra natale e che lo porteranno a diffondere il culto della Madonna Guadalupana in tutta la Valle Seriana, fondando anche l’omonimo santuario.  Una vita piena e contrassegnata da un susseguirsi di eventi di inimmaginabile portata, entro i quali Gambarelli saprà conservare sino all’ultimo respiro – insieme al mai sopito amore per il canto e per la propria Terra, per la quale si adopererà con encomiabile operosità – lo spirito libero di un uomo che amava profondamente la vita.

E ora, proprio per omaggiare questo figlio delle Terre di Albino che mandava in delirio le folle, viene presentato al pubblico un libro che ne racconta le gesta e l’epopea, attraverso numerose fotografie di luoghi e persone oltre che d’epoca, testimonianze di esperti locali e studiosi, aneddoti e ricordi dei discendenti, documenti originali messi a disposizione dalla famiglia, il tutto a opera della poetessa a narratrice Aurora Cantini, sulla base del memoriale realizzato nel lontano 1976 da don Giuseppe Rizzi, oggi ormai introvabile. 

Il Tenore Gambarelli ebbe in repertorio ben 47 opere liriche ed era capace di passare facilmente dal dramma all’opera leggera, alla romanza, alla tragedia o alla musica sacra. I Teatri erano sempre esauriti, perfino Giacomo Puccini lo decantò per le sue interpretazioni di assoluta armonia. Sapeva trasformarsi nei personaggi più diversi, ora Otello, o Manrico nel Trovatore, ora Radames o Mefistofele. 

Dice il sindaco di Albino nella sua prefazione: “Le pagine di questo libro, curato dal Centro Studi Valle Imagna, ci restituiscono la figura di uno dei più grandi tenori dell’Ottocento, la cui carriera parte dal conservatorio di Bergamo, si sviluppa a Roma e poi dilaga in una serie di “tournée” in giro per il mondo. Con altrettanta sensibilità e profondità l’autrice riesce poi a condurre il lettore attraverso la scelta da parte del tenore albinese di abbandonare i palcoscenici internazionali per seguire quello che è il lato più mistico e spirituale di una personalità molto complessa e interessante. Per questo ringrazio Aurora Cantini che ha riconsegnato alla collettività la splendida figura del tenore Federico Gambarelli la cui memoria rischiava immeritatamente di svanire nella notte dell’oblio.”

Per celebrare questo importante avvenimento, è in programma una serata che si terrà venerdì 35 maggio alle 20.45 presso il Santuario della Madonna di Guadalupe ad Albino. La cerimonia vedrà la presenza delle autorità istituzionali, tra cui il sindaco di Albino e i primi cittadini dei paesi in cui Gambarelli ha vissuto e operato, il parroco don Giuseppe Locatelli, l’editore dottor Antonio Carminati e l’autrice Aurora Cantini, oltre ai numerosi discendenti e familiari tutti

Per l’occasione Franca Mismetti e Luigi Gandossi, della Compagnia Teatro Stabile Dialettale Città di Albino, metteranno in scena alcuni stralci della famosa commedia “Ol Gran Tenur” scritta nel 1971 da don Giuseppe Rizzi e portata nei teatri di tutta la bergamasca. 

La serata vedrà il ricco intermezzo musicale curato dal Tenore PierGiuseppe Lanza e dal Baritono Giovanni Guerini che proporranno alcune delle opere cantate da Federico Gambarelli, insieme alla soprano Nadia Veneziani, con l’accompagnamento strumentale del maestro Giancarlo Colleoni, mentre Gianfranco Gambarelli, pro-pro-pronipote, eseguirà un brano lirico finale.

A conclusione dell’evento il poeta Amadio Bertocchi reciterà la poesia in dialetto “Per regordà il gran Tenur”. Le celebrazioni per il 160° dalla nascita di Federico Gambarelli proseguiranno anche negli altri paesi del territorio nei prossimi mesi. 

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