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Cronaca

Morire a 14 anni tornando da scuola, l’indignazione dopo la tragedia

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Sui social, per strada, nei messaggi sugli smartphone: il giorno dopo la tragedia di Gazzaniga è forte l’indignazione per quanto accaduto. “Non si può morire a 14 anni tornando da scuola”, si legge tra i vari post.

La stazione di Gazzaniga ieri poco dopo la tragedia

“Non si può morire a 14 anni tornando da scuola”: è una delle frasi più frequenti che si legge tra i post e i messaggi che a migliaia sono stati condivisi e inviati dopo la tragedia di ieri alla stazione di Gazzaniga (leggi qui).

A perdere la vita nello scontro tra due autobus poco dopo essere uscito dal vicino Istituto ISSIS Valle Seriana un 14enne di Ardesio (leggi qui), Luigi Zanoletti, mentre stava per prendere l’autobus che doveva riportalo a casa.

Lo scontro tra i due autobus

Fatalità o colpa, sicuramente sono tanti i punti che le forze dell’ordine dovranno chiarire. Partendo dal perché l’autobus che sopraggiungeva nel piazzale della stazione alle 13 non abbia frenato scontrandosi contro l’altro pullman, quello con destinazione Ardesio che si trovava già all’interno del piazzale e che pare stesse caricando gli studenti, tra cui Luigi e gli altri due giovanissimi feriti gravemente, seppure non avesse ancora raggiunto la pensilina.

Ragazzi che fanno a pugni per non restare a piedi

I ragazzi ammassati che aspettano gli autobus alla stazione di Gazzaniga

Da anni purtroppo il numero di ragazzi e studenti che affollano le stazioni della Val Seriana, soprattutto quella di Gazzaniga, in orari come quello di ieri, ovvero quando finiscono le lezioni, è certamente superiore a quanto i luoghi e i pullman possano contenere.

Per questo da tempo i genitori denunciano le problematiche che i figli devono affrontare quotidianamente per riuscire quantomeno a salire sugli autobus.

Questo è uno dei messaggi condivisi su Facebook da un padre, accompagnato dalla foto qui di lato:

Forse farebbero meglio ad investire i soldi e aggiungere altre corse. I nostri ragazzi “fanno a pugni” per non restare a piedi. Tanti lo sanno ma per soldi no fanno nulla. È una vergogna Se tutti dico tutti avessero un posto quello che è successo oggi forse non sarebbe successo. Pensateci e che qualcuno si prende le proprie responsabilità.

Il messaggio della Sab

Dopo la tragedia anche la Sab, che società che gestisce il trasporto pubblico in Val Seriana e in bergamasca, ha diffuso questa nota:

Sab esprime il proprio cordoglio per quanto accaduto a Gazzaniga, apprendendo la notizia della morte di uno dei ragazzi coinvolti nell’incidente. Nel manifestare vicinanza alla famiglia del ragazzo, ai feriti, alle loro famiglie, Sab conferma di essere a completa disposizione delle Autorità al fine di chiarire l’esatta dinamica dell’incidente.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Classaction

    25 Settembre 2018 at 13:30

    La SAB oltre ad esprimere il cordoglio dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza! Da anni il trasporto scolastico non è gestito con mezzi e sicurezza adeguata…. mi pare evidente…. sotto gli occhi di tutti! Forse dopo questa tragedia speriamo le coscienze si muovano anche per rispetto di chi non c’è più o sta lottando per sopravvivere!
    Meglio voltarsi dall’altra parte e aspettare che succede qualcosa….. prima o poi nelle condizioni in cui è gestito il trasporto scolastico era inevitabile!

  2. Pamela

    26 Settembre 2018 at 22:02

    Purtroppo il discorso sab è sempre stato così anche vent’anni fa quando andavo a scuola io e spesso viaggiavo in piedi…e si che gli abbonamenti non sono proprio a buon mercato! Ci vogliono più mezzi ed orari di uscita scolastici diversificati…non esiste che ci si deve ammazzare per prendere un pulman…affamati di soldi!

  3. Fulvio

    27 Settembre 2018 at 16:08

    In breve SAB rilascia il solito discorso freddo e distaccato, ma non fa nessun cenno alle modalità di trasporto che dire essere ‘fuorilegge’ è riduttivo.
    Vergognosi

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