Cronaca
Centrali idroelettriche alle Regioni, c’è il sì del Senato
Centrali idroelettriche alle Regioni: al Senato passa l’emendamento. E’ il primo passo verso l’autonomia.
L’Aula del Senato ha approvato l’emendamento, con primo firmatario il Senatore Massimiliano Romeo, che consentirà alle Regioni di rinnovare le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, alcune delle quali scadute da anni e mai riassegnate per inadempienza dello Stato. Questo uno dei motivi per i quali è incombente una procedura d’infrazione comunitaria.
“Nel provvedimento – commenta l’Assessore regionale con delega all’Energia Massimo Sertori – vengono definite le linee guida alle quali la Regione si atterrà nelle procedure di rassegnazione delle concessioni”. Prevista anche l’opzione di partenariato pubblico/privato che “potrebbe coniugare sensibilità rispetto agli interessi generali, (ad esempio i rilasci, la tutela della flora e della fauna, i livelli dei laghi e le esigenze agricole) a professionalità di gestione e capacità di massimizzare i proventi”, spiega Sertori.
Le Regioni potranno chiedere a costo zero una parte dell’energia prodotta su tutte le grandi derivazioni, che potrà essere utilizzata nell’ambito dei servizi pubblici, ad esempio per gli ospedali di Montagna. Energia che per almeno il 50% dovrà essere destinata alle Province che ospitano le dighe.
L’emendamento inoltre prevede canoni aggiuntivi nel tempo che decorre tra la concessione scaduta e la riassegnazione della stessa, e anche in questo caso dovranno essere destinati nella misura di almeno il 60% alle Province in cui sono presenti gli impianti.
“Grazie a questo emendamento – continua Massimo Sertori – sono previsti nei prossimi dieci anni investimenti per alcuni miliardi che consentiranno di generare occupazione, efficientare l’intero sistema e aumentare in modo considerevole la produzione di energia da fonte rinnovabile”.
“Sono molto soddisfatto – sottolinea l’Assessore regionale – perché siamo di fronte ad un risultato storico frutto di una sinergica collaborazione tra Regione, Governo e Gruppi parlamentari”.
“Si tratta – aggiunge – di un anticipo fattivo e tangibile dell’autonomia, che dimostrerà come le risorse vengano gestite al meglio se spese vicino al territorio in cui vengono generate. Finalmente, dopo anni di battaglie, restituiamo giustizia ai territori montani”.
Così come già succede per Trento e Bolzano “Dopo l’approvazione di questa legge – osserva – anche tutti gli altri territori di montagna potranno utilizzare una parte importante dei proventi generati dall’idroelettrico, così da perequare i maggiori costi dei servizi in montagna e quindi ridimensionare il fenomeno dello spopolamento”. “Consegneremo – continua – un futuro migliore ai nostri figli che, legati alle proprie radici, amano stare o ritornare in montagna, ma che spesso sono costretti a studiare, lavorare e vivere lontani dalla propria terra”.
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