Cronaca
Cgil, i giornalai protestano alla SESAAB di Bergamo
Protesta fuori dalla SESAAB di Bergamo, la casa editrice de L’Eco di Bergamo, da parte del sindacato nazionale dei giornalai.
Migliaia sono state le edicole che in Italia hanno chiuso negli ultimi anni. Le vendite di quotidiani e periodici sono calate di oltre il 50%, ma la FIEG, la Federazione Italiana Editori Giornali, sembra rimanere indifferente alla crisi della rete di vendita.
Le percentuali di remunerazione degli edicolanti sono ferme a più di 15 anni fa e, malgrado questo, “la FIEG non ha ancora iniziato trattative serie per il rinnovo dell’accordo di categoria, scaduto da un decennio. Ha rifiutato il confronto sulla nostra piattaforma che contiene una serie di proposte economiche essenziali per il futuro della rete di vendita” ha spiegato oggi Amilcare Digiuni, referente di Sinagi (Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia, affiliato alla SLC-CGIL) per la Lombardia.
Contro quello che definisce “irresponsabile atteggiamento della FIEG”, dopo un primo presidio tenuto a gennaio a Roma, il Sinagi ha indetto un presidio per il nord Italia in programma per lunedì 18 febbraio, dalle 13.30 alle 15, questa volta a Bergamo davanti alla sede della SESAAB, editore de “L’Eco di Bergamo”, il cui Amministratore Delegato è il capodelegazione trattante della FIEG.
“La rete di vendita della stampa è un bene prezioso, un presidio importante per il pluralismo e il diritto all’informazione e anche una rete di prossimità con notevoli margini di sviluppo, ma la FIEG non sembra interessata a questa rete dedicata all’informazione e non sembra intenzionata a riconoscere alle edicole il giusto adeguamento delle condizioni economiche. Questo atteggiamento degli Editori non può più essere tollerato!” prosegue una nota di Sinagi. “È evidente che se si vuole conservare una rete dedicata all’informazione bisogna urgentemente individuare risorse e adeguate remunerazioni. La ricetta della FIEG è, invece, quella di affamare la rete di vendita e dare i giornali a chiunque voglia venderli, sostituendo gli edicolanti alle Poste (abbonamenti in edicola e consegna porta a porta) e ai Distributori Locali (edicola madre per i punti vendita che i Distributori Locali non intendono rifornire)”.
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