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Pasqua a Gandino, urlatori sul campanile e Cruca in tavola
Urlatori sul campanile e Cruca in tavola: a Gandino le tradizioni della Settimana Santa.
I riti della Settimana Santa rappresentano il periodo più intenso per la cristianità e sono numerose, le occasioni in cui liturgia, tradizione e devozione popolare si fondono in eventi che da secoli uniscono le comunità. Gandino è custode in questo senso di tradizioni profonde e radicate.
Dalla serata del Giovedì Santo, al termine della messa “in cena domini”, si ripete il rito delle campane legate e mute, sino alla Veglia del Sabato Santo, quando “si trova Pasqua”. Il suono dei bronzi è sostituito per due giorni da due “urlatori”, dall’alto del campanile della Basilica di Santa Maria Assunta utilizzano l’uno la propria voce possente e l’altro il suono della “tola” (una tavoletta in legno con battenti in ferro) per diffondere, in tutta la valle, il richiamo alle funzioni. La tola viene scossa con forza a cadenza di passo, soffermandosi ad ogni angolo del campanile. L’ultimo giro di annuncio, detto “butì”, viene fatto suonando a raganella, cioè con ritmo continuato.
La voce grida “Ave Maria” oppure “Pater”, “Funziù” e “Via Crucis” per preannunciare i momenti del giorno o le celebrazioni. Dall’alto dei 73 metri del campanile della Basilica, la loro opera ricorda lo stile dei muezzin visti probabilmente dai gandinesi sui minareti d’Oriente, in occasione dei viaggi portati a termine dai commercianti di pannilana.
Legata al cibo e invece la tradizione della “Cruca” preparata in Quaresima (in particolare il Venerdì Santo) dai fornai di Gandino. “E’ una vivanda – scriveva Antonio Tiraboschi nel 1873 nel suo “Vocabolario dei dialetti bergamaschi” – fatta con farina di frumento, zucchero, uva candiotta e altre droghe, cotta nell’olio”. Ingredienti legati (come conferma uno studio di Silvia Tropea Montagnosi) alle contaminazioni gastronomiche favorite nei secoli dai commercianti di pannilana. Esemplari l’uso della cannella (segno della Mittel Europa) ed dell’uva di Candia, che arrivava da Creta a Venezia, dove i gandinesi avevano fiorenti contatti.
La Cruca viene prodotta ormai per l’intero periodo quaresimale, ma fra Venerdì e Sabato Santo la richiesta è molto diffusa, dato che una “Cruca” non può mancare in ciascuna famiglia gandinese.
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