Cultura
I Gandinesi e la Grande Guerra nel libro di Mario Carrara
Questa sera a Gandino la presentazione del volume di Mario Carrara “Grande Guerra: combattenti e caduti gandinesi”.
Un’enciclopedica raccolta di nomi, dati ed eventi, per raccontare gli anni bui del primo conflitto mondiale vissuti, al fronte ed in paese, dalla comunità di Gandino.
E’ stato pubblicato ad aprile 2019 il volume di Mario Carrara “Grande Guerra: combattenti e caduti gandinesi. La sofferta temperie dei gandinesi negli anni 1915-1918”. Si tratta del frutto di un minuzioso lavoro di ricerca, protrattosi per diversi anni, che riporta innanzitutto la trascrizione delle schede di tutti i combattenti di Gandino, Cirano e Barzizza (comune autonomo sino al 1927) richiamati al fronte nel corso della Prima Guerra Mondiale, con i dati reperiti sui registri dei ruoli matricolari conservati presso l’Archivio di Stato di Bergamo.
Mario Carrara dedica il suo lavoro (quasi 500 pagine) al padre Angelo, “uomo mite ma impulsivo, silenzioso fante ferito nella Grande Guerra”. Carrara ricorda innanzitutto il prezioso volumetto edito nel 1920 dalla Tipografia dell’Oratorio su iniziativa di don Paolo Bonzi, nel quale furono raccolti dati e foto dei novantatre caduti gandinesi. Ad essi si aggiungono i nove caduti di Barzizza.
“Grande riconoscenza – sottolinea Carrara – devo a don Paolo Bonzi, cappellano presso le Suore Orsoline dal 1920 al 1953, che pur essendo forestiero, ha amato Gandino e i gandinesi, vivi e defunti, in particolare coloro che han dato la vita per la patria nel corso e subito dopo la Prima Guerra mondiale. Ad essi ha dedicato parole commosse nel libretto con le loro immagini da cui ho tratto preziose informazioni e le loro care sembianze. Egli, che ne conservava nel cuore nomi e vicende, si augurava che il loro ricordo venisse raccolto dai posteri, lusingandosi che la loro memoria restasse viva nel popolo gandinese, quale “perenne omaggio” e “imperioso dovere” per i loro sacrifici. A lui, curatore per anni de “La Val Gandino”e al fratello mons. Bonzi, prevosto a Gandino da 1912 al 1937, fondatore nel 1913 dello stesso giornaletto, periodico settimanale popolare, va il mio riconoscente tributo personale, in quanto è stata proprio “La Val Gandino” la fonte preziosa e fondamentale delle notizie sulla vita dei Gandinesi durante i duri e luttuosi anni, dal 1915 al 1918, della prima Guerra mondiale”.
Nel libro vengono ricordati anche i luoghi che a Gandino ricordano il primo conflitto mondiale (via Cesare Battisti, via Cavalieri di Vittorio Veneto, via Lupi di Toscana, piazza Vittorio Veneto, via Adamello, via Pasubio, vicolo Tagliamento, vicolo Isonzo, via Trieste, via 4 novembre 1918, via Armando Diaz, piazza Fratelli Calvi, via Gennaro Sora, via degli Alpini, piazza Duca d’Aosta, via Monte Grappa, via Piave. “Vi fu perfino chi intitolò la propria osteria, come il Caffè Trieste (con insegna ancor visibile in via Noris e di recente ricordato sul quotidiano la Repubblica) in omaggio alla città irredenta che tutti sognavano di unire all’Italia, mentre una seconda osteria, (in via Forzenigo angolo via Giovanni XXIII) ricordava, come ricorda ancora, la monarchia sabauda e un nome che i nostri fanti urlavano negli assalti: “Savoia!”. In memoria dei caduti nella prima guerra mondiale vennero realizzate a Gandino significative iniziative: la via che porta al cimitero, già sentiero del Paitino, divenne Viale delle Rimembranze e dopo il 1922 vennero posti a dimora, sui due lati, cipressi canadesi (?) secondo la proposta di Dario Lupi (in data 26 novembre 1922) allora sottosegretario al ministero Pubblica Istruzione, tradotta un mese dopo in una dettagliata circolare ministeriale in base alla quale veniva stabilito che in ogni centro abitato venisse creato un Viale o Parco delle Rimembranze, piantandovi un albero per ogni soldato di quel comune morto in guerra. Ciascun albero doveva essere identificato con una targhetta in ferro, sostenuta da tre regoli con i colori della bandiera nazionale con la dicitura “In memoria (di un caduto della Grande Guerra col grado, nome, cognome, data e nome della battaglia”). Su mozione di Mons. Giovanni Bonzi, prevosto di Gandino dal 1912 al 1937, venne eretta nel 1920 , al centro del lato ovest del cimitero comunale (quello con le cappelle gentilizie) l’armoniosa chiesetta dedicata ai nostri caduti. Nel 1921 veniva inaugurata la grande lapide con i nomi dei nostri caduti in piazza Vittorio Veneto. Per dare lavoro ai reduci della Grande Guerra, l’amministrazione gandinese deliberava, già nel 1919, la costruzione della nuova strada per Cirano (l’attuale via Pascoli) e quella degli Opifici (già degli Edifici), in alternativa a via Morti delle Baracche troppo angusta e con curve troppo strette”.
Gli anni della guerra vengono inoltre raccontati con una ricca sezione dedicata a quanto, in quegli anni di difficoltà e privazioni, avvenne in paese, alle disposizioni di legge ed operative che coinvolgevano ogni settore della vita civile a causa dello stato di guerra.
Il volume di Mario Carrara, che gode del patrocinio del Comune e della Pro Loco di Gandino, verrà presentato giovedì 2 maggio alle 20.45 nella Sala Conferenze della Biblioteca Civica Brignone di Gandino.Serata ad ingresso libero con successivo rinfresco.
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