Cronaca
Tutta Italia saluta Gimondi, la salma torna a casa
La Procura di Messina autorizza il trasferimento della salma di Gimondi a Paladina, dove viveva.
Dopo il tragico malore che venerdì 16 agosto è costato la vita al campione di ciclismo bergamasco Felice Gimondi, colpito da infarto mentre si trovava in acqua a Giardini Naxos in Sicilia, la salma del 76enne farà presto ritorno a casa.
La Procura di Messina non ha disposto l’autopsia avendo accertato le cause naturali della morte. La salma, dopo essere stata nell’obitorio dell’ospedale “Sirina” di Taormina, farà ritorno a Paladina, alle porte di Bergamo, dove Gimondi viveva.
Nel frattempo tantissimi sono stati i messaggi di affetto e stima giunti alla moglie Tiziana Bersano, e alle due figlie, Nora e Federica. Dal mondo sportivo a quello politico, in tantissimi hanno ricordato Gimondi come uno straordinario atleta e persona umile. In particolare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ne ha ricordato i tanti successi che hanno dato prestigio all’Italia nello sport e il suo stile di grande valore nel comportamento sportivo e umano. L’ex campione italiano di ciclismo era da tempo sofferente di cuore.
Le vittorie di Gimondi
Nato a Sedrina, in Val Brembana, il 29 settembre 1942, è stato professionista dal 1965 al 1979 e viene ricordato per essere stato uno dei sette corridori ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri, cioè Giro d’Italia (per tre volte, nel 1967, 1969 e 1976), Tour de France (nel 1965) e Vuelta a Espana (nel 1968).
In carriera il bergamasco ha ottenuto 143 vittorie come professionista, cui ne va aggiunta una trentina fra allievo e dilettante. Primo successo la Bergamo-Celana per allievi il 1° Maggio 1960; ultimo il Circuito di Cenaia il 3 agosto 1978. Tra le vittorie più significative il Campionato mondiale nel 1973; il Tour de France 1965; tre Giri d’Italia (1965, ’67, ’76); una Vuelta Espana (1968); una Parigi-Roubaix (1966); una Milano-Sanremo (1974); due Parigi-Bruxelles (1966, ’76); due Giri di Lombardia (1966, ’73); due campionati italiani (1968, ’72); due Gran Premi delle Nazioni a cronometro (1967, ’68); un Gran Premio di Lugano a cronometro (1967); due Trofei Baracchi (1968 con Anquetil, 1973 con Rodriguez); un Giro di Romandia (1969). Ha vinto tappe al Giro, al Tour, alla Vuelta e vanta il record di podi al Giro d’Italia: nove (3 primi, 2 secondi, 4 terzi posti).
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