Cronaca
Su e giù dalle Orobie (passando per il lago), il fenomeno Gabriele Merelli si racconta
A Bergamo una serata dedicata al giovane fenomeno di Gazzaniga Gabriele Merelli e ai suoi amici di avventure su e giù per le Orobie (passando per il lago).
Gabriele è un giovane alpinista di Gazzaniga, classe 1991. Quando la domenica i suoi coetanei si svegliano a mezzogiorno dopo una nottata passata in discoteca, è probabile che lui sia già salito e sceso da qualche cima delle Orobie, le sue montagne preferite, quelle dove ha mosso i primi passi e dalle quali non riesce ad allontanarsi.
Gabriele è uno di quei ragazzi con la testa sulle spalle: lavora, convive con la sua ragazza e nelle mezze giornate libere si allena, non solo in montagna ma anche nelle acque del lago o in sella alla bicicletta. Gabriele è uno di quei ragazzi che incontri al bar a bere una birra e che con umiltà ti racconta le sue imprese.
Sì perché Gabriele, è soprattutto un ragazzo da record e di questi primati ne parlerà sabato 9 novembre alle 21 in un incontro al Palamonti a Bergamo (sede del CAI) dedicato alle sue avventure e ai suoi amici. L’incontro si svolge nel contesto della rassegna “Il Grande Sentiero 2019”; insieme a Gabriele ci saranno Samuele Morettini e Josef Caccia. L’incontro è moderato da Maurizio Panseri.
Gabriele è un atleta capace di alzarsi una mattina (in verità era ancora notte) e raggiungere la cima del Redorta da casa a Gazzaniga percorrendo 74 km e 6000 metri di dislivello in poco più di 20 ore. Ma andiamo per ordine e facciamoci raccontare da lui la sua straordinaria normalità.
Ciao Gabriele, parlaci di te. Come nasce la serata in programma a Bergamo?
Ciao a tutti, sono Gabriele e sono un atleta e alpinista di Gazzaniga. La serata dal titolo “Più è impossibile, più ci motiva. Grandi traversate nelle Orobie” nasce con l’obiettivo di raccontare la preparazione che io e i miei amici abbiamo messo in campo per svolgere una dura traversata invernale sulle Orobie. Nello specifico io e Samuele Morettini di Vertova e Davide Regazzoni di Mozzo, abbiamo salito in giornata 5 vette delle Orobie ovvero Pizzo Redorta, Polenta, Scais, Coca e Recastello. La traversata invernale, soggetta a molte variabili tra cui soprattutto quelle meteorologiche, si è svolta positivamente il 30 gennaio 2019 in una bella giornata tersa e soleggiata che ci ha permesso di percorrere 31 km in 20 ore e mezzo.
Durante la serata si parlerà anche delle altre tue imprese?
Sì, abbiamo deciso di dare spazio alle numerose attività sportive che svolgo tra cui il Triathlon. In particolare all’esperienza del 22 giugno scorso quando ho percorso 1,7 km a nuoto nel lago d’Iseo per poi salire a bordo della bici, raggiungere l’alta Val Seriana passando dalla Via Mala e della Val di Scalve e salire e scendere dal Redorta. Il tutto in 11 ore complessive. Il Triathlon è una disciplina che amo particolarmente perché mi permette di esprimermi nelle diverse attività.
Avete svolto traversate sulle Orobie anche d’estate?
Sì, sempre in 20 ore e mezza con Samuele Moretti e Josef Caccia di Gandino abbiamo percorso 53 km e 5500 metri di dislivello positivo partendo da Lizzola e arrivando a Carona passando dal Pizzo Tre Confini, Pizzo Recastello, Pizzo Coca tramite la cresta est pizzo, Redorta tramite sperone basso e traversata dei Diavoli.
Mi sembra di capire che la tua montagna preferita sia il Redorta che con i suoi 3038 metri è la seconda cima più alte delle Orobie.
Sì, per il Redorta ho un debole tant’è che il 29 settembre l’ho raggiunto partendo da casa mia a Gazzaniga in compagnia di Lorenzo Moretti, come avete citato in apertura dell’intervista. Per me queste vette, quelle che si trovano nella cosiddetta “Conca dei Giganti”, sono mitologiche. Ne sentivo parlare da piccolo e da quando le ho raggiunte non riesco più a fare a meno.
Qual è l’esperienza sportiva che più ti ha ripagato?
Sicuramente il Triathlon estremo “Icon” che si svolge a Livigno. Ho partecipato il 30 agosto e l’ho portato a termine e ne sono molto fiero. E’ una gara massacrante che prevedere 3,8 km a nuoto, 200 km in bici e poi l’ascesa a piedi compiendo 42 km fino a Carosello 3000. Queste competizioni mettono a dura prova non solo il fisico ma anche la mente. Mi sono preparato per 7 mesi e concluderlo in 31° posizione (primo di categoria) su 230 atleti alla partenza per me è stato come raggiungere il primo posto.
Come sei arrivato ad essere l’atleta che sei oggi?
Con grande sacrificio, aggiornamento e costanza. Ho partecipato a corsi di arrampicata su ghiaccio ecc. e ogni volta studio il percorso e le variabili nei dettagli. In montagna non bisogna farsi trovare impreparati. Alcuni dicono che siamo dei ragazzi allo sbaraglio in giro per le montagne, io ci tengo a sottolineare che calcoliamo sempre il rischio che corriamo ed, eventualmente, siamo in grado di rinunciare.
Prossimi obiettivi?
Sicuramente alzare l’asticella delle mie prestazioni e fare qualcosa che non è mai stato fatto. Non sono uno che si fissa su uno sport ma mi piace mischiare un po’ tutto cercando qualcosa di originale.
La serata al Palamonti sarà accompagnata da foto e video realizzati durante le imprese. E ne sono certa, visto il carisma e la determinazione, sentiremo presto parlare ancora di lui.
Gessica Costanzo
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