Cronaca
Militare si spara a Roma, era successo anche a Clusone
Militare si spara a Roma: non è un caso isolato. Era successo anche a Clusone. La preoccupazione del sindacato.
Un militare si spara a Roma e la scena si ripete. Era successo anche a Clusone a marzo 2019 e anche questa volta è grande la preoccupazione del sindacato.
L’ultimo suicidio nell’Arma, il 64° nel 2019, risale a ieri, martedì 17 dicembre quando, il caporal maggiore Caterina Glorioso, in servizio presso la Stazione della metropolitana Flaminio di Roma, si è chiusa la porta del bagno alle spalle e si è uccisa con un colpo di pistola al petto.
La soldatessa, 30 anni, originaria di Vitulazio in provincia di Caserta aveva preso servizio alle 7. Era una volontaria dell’Esercito in ferma prefissata, si era arruolata 5 anni fa e tra pochi giorni, dopo 6 mesi, avrebbe lasciato la capitale dove era stata distaccata per l’operazione Strade sicure.
Una lettera a spiegare il gesto
La soldatessa ha lasciato una lettera di 12 pagine, trovata in un cassetto nel suo alloggio alla Cecchignola, in cui preannunciava il suicidio e spiegava i motivi che l’hanno spinta al gesto più estremo. Potrebbero essere personali, legati alla recente fine della relazione sentimentale con il fidanzato.
Si tratterebbe dunque di un’azione meditata ma la Procura ha aperto comunque un fascicolo per istigazione al suicidio. La lettera è sotto sequestro e il corpo sarà sottoposto ad autopsia.
L’appello del sindacato
In riferimento a quanto accaduto il SIULM – Sindacato Unitario Lavoratori Militari, scrive: “Si tratta del 64esimo suicidio nel comparto Sicurezza Difesa dal 1 gennaio di quest’anno. I militari erano: 16 Carabinieri, 16 Agenti di Polizia, 11 Agenti di Polizia Penitenziaria, 6 appartenenti alla Guardia di Finanza, 5 agenti di Polizia Locale, 5 militari dell’Esercito Italiano, 3 militari della Marina, 1 militare AM, 1 appartenente ai Vigili del fuoco”.
“Davanti a questi numeri intollerabili come SIULM chiediamo la piena e immediata agibilità del sindacato militare. I militari non possono continuare a rimanere senza un vero e dignitoso strumento di tutela e rappresentanza sindacale. Chiediamo piena agibilità nei contatti con il personale di tutte le caserme e luoghi militari e riteniamo incomprensibili resistenze dei vertici militari ai sindacati nonostante sentenza chiarissima della Corte Costituzionale e circolari che danno già delle minime competenze e facoltà ai sindacati militari”.
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