Cronaca
Anima gemella a pagamento, truffe di San Valentino anche a Bergamo
Anima gemella a pagamento, truffe di San Valentino anche a Bergamo. L’ultimo caso è quello di una 80enne con badante.
Anima gemella a pagamento, truffe di San Valentino anche a Bergamo. L’ultimo caso è quello di una 80enne con badante.
“Negli ultimi mesi sono passati nei nostri uffici persone che sono state truffate da siti di incontri, nati per favorire la ricerca dell’anima gemella che invece in molti casi si sono rivelate trappole che prosciugano il portafoglio”. A dirlo è Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo.
Anima gemella a pagamento, attenzione alle truffe
Busi commenta così l’ultimo rapporto di Eurostat, rilanciato dal Centro Europeo Consumatori Italia, di cui l’associazione di via Carnovali è partner. Nella sua analisi confronta le realtà continentali con quelle provinciali. “Di ogni genere e anche estrazione sociale: chi si rivolge a noi, perché rimasto impigliato in abbonamenti, contratti o vincoli che niente hanno a che fare con affetti e amicizie. A volte la curiosità, altre la effettiva necessità di trovare qualcuno, si trovano a dare l’assenso a pratiche commerciali truffaldine. L’ultimo caso è una signora di oltre 80 anni, che è venuta da noi accompagnata dalla badante…”.
Tra gli internauti europei aumenta annualmente il numero di chi sul web cerca proprio la sua anima gemella attraverso iscrizioni a siti d’incontri e agenzie matrimoniali. E l’approssimarsi di San Valentino non frena certo la corsa. Tra questi tuttavia, alcuni consumatori non coronano affatto il romantico sogno, segnala il Centro Europeo dei Consumatori. Invece spesso si incappa in indesiderati abbonamenti a pagamento o truffe di vario genere.
“Anche nel 2019 il Centro ha ricevuto molteplici richieste di assistenza da parte di consumatori. Questi lamentavano esorbitanti addebiti ad opera di siti di incontri che, proponendo allettanti prove gratuite o particolarmente convenienti, finivano col rivelarsi delle trappole senza via d’uscita – dichiara il Direttore Maria Pisanò.
Spesso infatti i consumatori, al momento dell’iscrizione, non vengono adeguatamente informati su quali servizi sono inclusi nella versione gratuita e quali invece sono a pagamento. Le indicazioni relative alle modalità di esercizio del diritto di recesso sono spesso poco chiare o inesistenti, così come quelle riguardanti la disdetta dell’abbonamento, difficilmente reperibili o addirittura assenti”.
Bergamo, risolti positivamente alcuni contenziosi
“ADICONSUM Bergamo ha già chiuso positivamente una decina di contenziosi con siti non graditi, mentre stiamo verificando altre situazioni che si sono presentate in questi giorni. In alcuni casi le somme di cui trattiamo superano i duemila euro. Quello che raccomandiamo, come al solito, è di fare attenzione a quando diamo il consenso su qualunque sito. Occorre accertarsi dei dati “anagrafici” del gestore del sito, della presenza delle condizioni di abbonamento e della presenza della clausola di recesso. Se poi le cose non andassero nel modo auspicato – conclude Busi –, non avere vergogna di rivolgersi a chi può dare una mano”.
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