Cronaca
Coronavirus, 90% di disdette ma la Val Seriana non chiude
Promoserio fa un bilancio dopo una settimana di restringimenti in Val Seriana a causa dell’emergenza legata al Coronavirus. E lancia un messaggio: “La Val Seriana non chiude”.
Promoserio, l’agenzia di sviluppo locale, fa un bilancio dopo una settimana di restringimenti in Val Seriana a causa dell’emergenza legata al Coronavirus. E lancia un messaggio: “La Val Seriana non chiude”.
L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus in Italia ha infatti interessato direttamente anche la Val Seriana che, come sappiamo, è uno dei territori più colpiti dai contagi.
Una valle fatta di piccole realtà
La Val Seriana e la Val di Scalve, con i loro territori, sono fatte da tante storie di operatori turistici, attività commerciali, piccole botteghe, associazioni impegnate nell’organizzazione di eventi e visite culturali che fanno del servizio alla persona il loro principale missione quotidiana. “Quando il contagio dilaga e paralizza i flussi di persone la situazione pesa inevitabilmente anche su tutto il comparto economico e sociale di un territorio – scrivono da PromoSerio”.
Anche in Val Seriana e Scalve le scuole sono chiuse, così come i musei (che da oggi, lunedì 2 marzo fino all’8 marzo potranno riaprire con alcune misure di contenimento degli accessi) e altri luoghi culturali, le manifestazioni sospese, bar con limitazioni orarie, le aziende optano per soluzioni di smartworking; si tratta di restrizioni che hanno ripercussioni direttamente sulla ricettività e sul comparto della ristorazione.
Disdette fino al 90% ma la Valle non chiude
La maggior parte degli alberghi e delle strutture extra-alberghiere ha immediatamente accusato i colpi di questo clima negativo. Le disdette, a partire da domenica 23 febbraio, sono arrivate in continuazione fino al 90% di perdite, mancano ovviamente nuove prenotazioni per gli imminenti weekend e così per le settimane a venire. Gli istituti scolastici nelle regioni coinvolte, che sono i nostri maggiori player, sono chiusi così come lo sono molte aziende: questo ha ripercussioni sulle gite di istruzione e il mondo collegato. Le scuole si sono già mosse per disdire anche i progetti a lungo termine, quindi niente spostamenti sul territorio per marzo e in alcuni casi anche ad aprile.
La gente che si mobilita sul territorio della Val Seriana per lavoro inoltre è parecchia: cancellate molte trasferte che spesso permettono agli alberghi di lavorare anche in settimana durante la bassa stagione, ancora peggio sembra andare ai ristoranti dove pranzi di lavoro sono pressoché inesistenti e anche per cene o banchetti in famiglia si preferisce rimandare nella maggior parte dei casi. A quando però non è dato stabilirlo.
L’incertezza preoccupa
La cosa che forse preoccupa di più è proprio l’incertezza della durata di questo clima di paura e della stessa emergenza sanitaria la cui risoluzione resta ovviamente la priorità oltre che la chiave di volta per far ripartire l’intero comparto produttivo dell’intera bergamasca e della Regione, perché questa condizione precaria ha sottolineato come la regionale Lombardia e il nord Italia siano uniti da reti di collaborazione e scambio indispensabili ben il buon funzionamento del territorio . Vale per il sistema aziendale così come quello turistico.
Nessuna delle strutture ha chiuso
“In compenso – continua il comunicato -, un pizzico di positività la possiamo trovare: nessuna delle strutture, fra alberghi, bar, ristoranti, ostelli seppur con una settimana di grande incertezza, ha deciso o ha intenzione di chiudere, qualcuno ha ristretto momentaneamente il personale, qualcuno nemmeno, perché il messaggio che deve arrivare è quello dell’accoglienza e della condivisione. Inoltre sul territorio le possibilità di stare all’aria aperta sono infinite, succede così che le piste dei comprensori, complice le scuole chiuse, in questi giorni sono comunque abbastanza frequentate, la gente sembra quindi non aver perso del tutto la voglia di leggerezza che certamente può trovare sulle pendici delle nostre montagne.
La ricchezza naturale del territorio, la presenza di infinite possibilità di attività outdoor, le bellezze storiche-artistiche fruibili camminando fra i borghi, le nostre eccellenze culinarie sono la costante cifra della ValSeriana e Scalve che deve dare forza a tutti gli operatori del territorio per restare aperti e affrontare con tenacia questo momento, perché quando tutto si calmerà, sarà l’ora di rimboccarsi le maniche e strutturare possibili azioni di rilancio attraverso un intenso lavoro di rete.
È necessario farci trovare pronti quando sarà, e ci auspichiamo presto, il momento di ripartire, così come è fondamentale che anche Governo e Regione siano presenti con misure d’aiuto, perché la stagione estiva non è così lontana e le nostre valli vivono grazie alle esperienze delle persone che le frequentano”.
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Raffaella Streit
2 Marzo 2020 at 13:25
Giusto!!!! Una bella sciata all’ aria aperta in una bella valle e montagna come a Presolana e il.Monte Pora deve spingere le persone a prendere un po’ di aria buona senza rintanarsi in casa o in luoghi chiusi e sovraffollati in questo.momento . Cosi non ci si protegge e non si aiuta nessuno. W la montagna!!!!
????
2 Marzo 2020 at 17:49
Si, questa volta avete messo una fotografia (Clusone visto da S. Lucio) più legata alla Valle Seriana…
Bene bene!