Cronaca
La montagna: una cura contro il coronavirus. Nel rispetto delle regole
Pubblichiamo la lettera di un lettore che riflette sulla possibilità che abbiamo di salvarci attraverso la montagna. Nel rispetto delle regole, ovviamente.
La voglia di normalità è tanta in questo sabato di inizio marzo a cavallo tra l’inverno e la primavera. In tanti, dopo una settimana di stress, hanno trascorso la giornata in montagna per recuperare un po’ di equilibrio in questo momento così difficile.
Inutile dire che non sono mancati i cattivi esempi, soprattutto di chi, ammassandosi sulle piste da sci, non ha per nulla rispettato le restrizioni previste per contenere i contagi da Coronavirus.
A questo proposito pubblichiamo la lettera di un lettore che riflette sulla possibilità che abbiamo di salvarci attraverso la montagna. Nel rispetto delle regole, ovviamente.
La lettera di un nostro lettore
Questa mattina siamo stati in montagna più precisamente nella bellissima Val di Scalve al passo dei Campelli per fuggire anche solo per qualche ora dallo stress che stiamo vivendo in questi giorni a causa del Coronavirus.
Quale miglior cura se non le nostre bellissime Orobie? Occorre a volte fermarsi un attimo di fronte a tutto quello che sta succedendo e tornare a vivere come abbiamo sempre fatto.
Difficile non pensare a tutte quelle persone che oggi si trovano in ospedale, a chi si trova nella zona rossa, a chi è a casa dal lavoro e a chi purtroppo ha perso la vita e a tutti i loro parenti. Non bastava la crisi economica che già stiamo vivendo.
Siamo di fronte ad un cambiamento che non dobbiamo sottovalutare, a partire dal rispetto delle regole che da giorni i medici ci stanno chiedendo. Sì i medici, i nostri angeli custodi.
Oggi noi eravamo lontani dagli impianti sciistici proprio per evitare il prevedibile ammassamento che a quanto ci risulta si è verificato in molte località della nostra regione. Ricordiamo che anche la montagna merita rispetto così come la salute di tutti.
Ovviamente l’invito è di trascorrere qualche ora della nostra giornata in serenità, la montagna potrebbe essere un valido aiuto.
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Storica Cá del Zio
7 Marzo 2020 at 18:24
Bellissima e sentita lettera, complimenti a colui che l’ha scritta ed a Voi , che state facendo un bellissimo lavoro tenendoci, sempre informati,chiaramente !
Grazie di cuore.
Tomaso
7 Marzo 2020 at 19:54
Giusto tutti in Montagna.
https://www.bergamonews.it/2020/03/07/valseriana-accalcati-agli-impianti-di-risalita-in-barba-a-regole-e-buonsenso/358419/
Luigi
7 Marzo 2020 at 21:18
Un altro cattivo esempio già visto: un farmacista per precauzione fa entrare una persona per volta, e gli altri in attesa fuori cosa fanno? se ne stanno tutti ravvicinati…poveri noi, il virus non ci abbandonerà!
Walter
8 Marzo 2020 at 16:51
Le code con ressa agli impianti di risalita registrati ieri (chissà perchè solo a Foppolo e Colere che di solito è ignorata per gli impianti e non Monte Pora che fa capo ad una grossa azienda) è un assurdo rispetto al fatto che tutte le stazioni sciistiche sono sorvegliate ogni giorno, per la sicurezza, da una pattuglia di Carabinieri o forze dell’ordine. Dove stava la pattuglia a Colere e Foppolo ? Su un quotidiano si comunica che i Carabinieri avvieranno accertamenti. Ma se c’erano presenti, non potevano intervenire e far osservare la regola che esisteva già? In questo modo, la montagna viene ancora penalizzata. E nessuno paga.