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Cronaca

Controlli forzati lungo le strade della Val Seriana

Proseguono i controlli lungo le strade della Val Seriana. 50 auto fermate oggi a Nembro.

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Proseguono i controlli lungo le strade principali della Val Seriana nel rispetto del DPCM in merito al Emergenza Sanitaria.

5 le sanzioni emesse ieri dalle forze dell’ordine nei confronti di 5 persone che circolavano liberamente con la propria auto senza una valida motivazione (leggi qui l’articolo).

I controlli da parte della Polizia Locale Unione insieme sul Serio

Questo mercoledì mattina sono stati controllati 50 autoveicoli. Nel corso degli accertamenti un utente di Albino è stato deferito all’autorità giudiziaria per il reato di cui all’articolo 650, per inosservanza del predetto Decreto, lo stesso infatti si stava recando ad Albino per futili motivi.

Altre 12 posizioni sono in corso di accertamento in quanto le motivazioni adottate negli spostamenti risultavano ambigue.

“Vi preghiamo di Rimanere a casa, la situazione può migliorare con un piccolo sforzo per tutti – ha dichiarato il Comandante Marco Pera -. Capiamo le difficoltà di questi momenti, le viviamo anche noi come tutti i cittadini, facciamo tutti un azione di responsabilità ed aiutateci per aiutarvi”.

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4 Commenti

1 Commento

  1. gil

    11 Marzo 2020 at 13:57

    …tanto per non smentirci mai “la mamma degli idioti è sempre gravida”

  2. Tom

    11 Marzo 2020 at 16:19

    Voglio permettermi per chi ne avesse voglia di inviare un consiglio a visionare questa trasmissione andata in onda sulla RAI.
    https://www.raiplay.it/video/2020/03/quante-storie-del-04032020-Nicoletta-Gosio-898749d7-4b6b-4d7d-9760-7fc43496ab0d.html

  3. giovanni

    11 Marzo 2020 at 17:42

    L’aggressivita’ e’ causata dalle paure, si dalla paura di non arrivare a fine mese, di non arrivare alla pensione, di non avere il posto di lavoro sicuro per noi e i ns figli
    sempre se ne trovano uno,dalla paura che ormai viviamo giorno per giorno senza un futuro all’ora ti giuro che anche io sono particolarmente aggressivo

  4. Lilly

    12 Marzo 2020 at 13:39

    Pienamente condivido con autore :
    “E va bene, scrivo l’elenco in ordine sparso delle assurdità che ho riscontrato finora su questa situazione, così, per come mi vengono in mente.

    Ogni volta che il Governo emana un decreto restrittivo, causa l’incremento della diffusione del virus, come non avesse mai letto nemmeno la riga numero uno di qualsiasi libro sulla “psicologia delle masse”. Prima il panico a Codogno, si intasano i pronti soccorsi ed esplode un grosso focolaio in tutto il lodigiano. Col secondo decreto abbiamo assistito alla calca nei supermercati del Nord Italia, cioè altra botta di diffusione accelerata del virus. Col terzo decreto c’è stata la calca di migliaia di persone sui treni e nei pullman per fuggire dal Nord Italia, sicché “urgentemente” abbiamo solo diffuso il virus in tutta la nazione, come più rapidamente non avremmo potuto fare. E col quarto decreto stiamo assistendo da oggi, da Roma in giù, alla calca nei supermercati del Sud Italia, cioè si è creata la condizione perfetta per l’accelerazione della diffusione del virus anche giù, dove il coronavirus è rapidamente sceso in treno e in pullman giusto due giorni prima.
    Dalle carceri italiane, volendo, si può fuggire con facilità. Se a Foggia sono scappati “semplicemente” rompendo una porta, e ci sono ancora 23 carcerati evasi, beh, non ho capito che razza di carceri abbiamo in Italia. Questo giudizio, però, nulla ha a che vedere con il mio pensiero sulla giustizia italiana e le carceri, dove vedo una contrapposizione forte tra eccesso di pena da un lato ed estesa impunità dall’altro.
    Le Istituzioni Italiane mostrano un desiderio convulso di dare subito le notizie ai giornali, vanificando le loro stesse manovre, per non dire che se ne fregano altamente di ottenere gli effetti opposti a quelli auspicati.
    I giornalisti sono diventati i consulenti politici di ministri e capo del governo. Da quando Renzi (3% di consensi) e una manciata di giornalisti hanno chiesto a gran voce Bertolaso, beh, rilevo semplicemente che due giorni dopo, e cioè ieri per l’esattezza, si è deciso di nominare un super-commissario (uno dei due nomi fatti è proprio quello di Bertolaso).
    Si fa un gran predicare che le mascherine NON servono, eppure tutte le forze dell’ordine ora sono riprese nei servizi giornalistici dotate di mascherine. Allora: “Le mascherine… o servono, o non servono. Delle due, una!” Se non servono, mi chiedo perché le forze dell’ordine ne siano state dotate. Ecco che l’affidabilità delle informazioni date dalle istituzioni scende rapidamente a zero, perché a livello inconscio si decide NON in base a quello che si ascolta, ma in base a quello che si vede.
    I guanti. Nessuno ha mai parlato dei guanti usa e getta. Eppure, ritengo, che siano molto utili, come anche gli occhiali, forse più delle mascherine. Nessuno, però, ha mai detto alle persone di indossare i guanti monouso per strada.
    Soltanto Licia Colò, nella sua incantevole e pregiatissima trasmissione – Eden, un pianeta da salvare – ha fatto capire quali sono le conseguenze, ad esempio, della deforestazione del Madagascar. Uno scrittore ha accennato al fatto che i virus sono la reazione della Natura ai nostri comportamenti scellerati sull’ambiente. Poi ha parlato delle cause per 20 secondi la Dott.ssa Gismondo, e la Dott.ssa Ilaria Capua ha aggiunto che dobbiamo aspettarci epidemie virali sempre più frequenti, ma nessun politico ha detto ancora una sola parola riguardo al fatto che, finita l’emergenza, si devono fare leggi ferree riguardanti la deforestazione ovunque del mondo, o sì o sì.
    Abbiamo bloccato coloro che rientravano dalla Cina chiudendo la porta, ma abbiamo lasciato aperte tutte le finestre (scali aerei intermedi), pertanto, se prima fai uscire i buoi e poi chiudi i recinti, è da STUPIDI pensare di andare a cercare gli infetti decuplicando il numero di tamponi fatti, perché si otterrà solo di far salire l’Italia sul podio degli appestati, con conseguenze mostruose anche sul piano economico.
    Ci hanno detto che noi siamo stati i più bravi d’Europa perché abbiamo fatto più tamponi, ma Francia e Germania avevano senz’altro il nostro stesso numero di infetti. La logica mi dice che è FALSO. Il motivo è molto semplice: i Paesi dell’Europa non sono come la Cina, cioè è impossibile nascondere le cause dei decessi in ospedale (insufficienza respiratoria), ma anche nascondere folle di persone che corrono in ospedale perché malate, pronti soccorsi intasati e reparti di terapia intensiva che si riempiono. Questo significa, molto semplicemente, che il nostro è stato il primo Paese che si è infettato, perché avevamo 30 volte più connessioni con la Cina rispetto a Francia e Germania (come numero di aziende, non necessariamente in termini di fatturato), e non abbiamo bloccato i rientri in Italia come avremmo dovuto fare, perché più a rischio di chiunque altro. NON c’entra niente il numero di tamponi fatti, perché bastava contare i decessi e i ricoveri per capire che la nostra situazione era diversa dagli altri Paesi. Questo non cambia nulla all’atto pratico, ma non mi si dica che la differenza tra noi e gli altri sono il numero dei tamponi. A dimostrazione di quanto detto aggiungo che, infatti, il numero di infetti nell’Europa dell’Est – Paesi poveri e che hanno pochissimi scambi con la Cina rispetto a quelli che hanno con il resto d’Europa – è infinitamente più basso che in Italia, Spagna, Francia e Germania, e cioè i Paesi più “ricchi” d’Europa, con molti più scambi commerciali con la Cina. La mappa di diffusione del virus, in sostanza, ci parla dei rapporti tra Cina e i vari paesi europei, NON del numero di tamponi fatti in questo o quel Paese.
    Ieri si è assistito al paradosso di Conte che legge l’ultimo decreto restrittivo e, quando parte la conferenza stampa, si scopre che tra i giornalisti girava UN solo microfono. Una giornalista, intelligentemente, si è rifiutata di porre la domanda a Conte usando quel microfono sputacchiato da tutti. Questo a dimostrazione del fatto che NON c’è verso di limitare i contaggi, perché spontaneamente sono migliaia i gesti che si fanno e che possono essere causa di contaggio, persino durante la conferenza stampa di Conte.
    Fino a due giorni fa abbiamo assistito all’utilizzo strumentale del problema da parte di alcuni partiti, che non hanno perso l’occasione per fare propaganda politica e raccattare voti. Analogamente abbiamo assistito ad un comportamento da parte delle Regioni che non ha giustificazione alcuna. E, ancora, abbiamo visto realmente cosa sia o non sia l’Europa. Se il coronavirus non avrà come conseguenza quella di farci ridisegnare i rapporti Stato-Regioni e Stati-Europa e Umani-Natura, possiamo dire che non è servito davvero a niente.
    Il Presidente della Regione Sicilia ha deciso come misura preventiva la messa in quarantena FIDUCIARIA – così si chiama – di coloro che sono rientrati in Sicilia dal Nord Italia. La domanda sorge spontanea: Se una persona torna a casa dai propri familiari, e non ha un’altra casa nella quale isolarsi, come si può pensare che si metta in quarantena? Dovrebbe mettersi in quarantena lui e tutta la sua famiglia, ma sappiamo che ciò non avverrà, pertanto, o si fa una quarantena in una struttura preposta o la quarantena fiduciaria è una panzanata in termini.
    Si sta riservando un intero ospedale di Roma – ospedale esistente e già completo di tutto – solo al coronavirus. Peccato che hanno comunicato che impiegheranno almeno 15 giorni per sistemare le stanze. Dall’altro lato ricordo che in Cina in 2 GIORNI hanno tirato su un ospedale con migliaia di posti letto per i malati di coronavirus partendo dalle fondamenta. SE parliamo di globalizzazione e di competitività, mi vien da ridere se impieghiamo almeno 15 giorni per sistemare delle stanze in un ospedale già completo di tutto.
    Se i mezzi pubblici devono continuare a funzionare perché le persone devono andare a lavorare – così ha risposto ieri Conte ad un giornalista che gli poneva una domanda sui mezzi pubblici – qualcuno può spiegarmi il senso delle misure preventive prese su tutto il resto? Forse che in azienda si sta a distanza di un metro gli uni dagli altri? Ma hanno mai visto, i nostri politici, come sono fatti gli impianti produttivi delle aziende? Hanno mai visto i magazzini di un’impresa? Hanno visto gli OPEN SPACE dilaganti ovunque, con i lavoratori messi a stretto contatto di gomito gli uni con gli altri? Allora, in ultima analisi, penso che sotto tutti i punti di vista abbiano agito meglio di noi Francia e Germania, perché quantomeno non hanno fatto decreti a raffica creando un’accelerazione nella diffusione del virus, non si sono sputtanati da soli col resto del mondo, non si sono fatti marchiare come “untori del mondo” e non hanno affossato l’economia dei propri Paesi prima del tempo.
    La nostra immagine nel mondo dovrebbe essere curata dal Ministro degli Esteri, dal portavoce del Presidente del Consiglio e i leaders dei Partiti Politici tutti, dalle Istituzioni e dai nostri Ambasciatori all’estero. Abbiamo avuto: La Regione Lombardia che ha diffuso al mondo intero la notizia del penultimo decreto d’urgenza prima che fosse firmato e si attivassero le azioni opportune; Salvini che ha dichiarato al giornale spagnolo El País che il Governo Italiano era assolutamente incapace di far fronte al problema; Presidenti di Regioni che hanno fatto quello che hanno voluto; Di Maio che dice “vairus” e diventa la barzelletta del mondo. Stendiamo un velo pietoso sul portavoce di Conte, che dovrebbe essere il più grande stratega del Paese, ma mi chiedo anche SE sono state date direttive, e quali, ai nostri ambasciatori all’estero, nel momento in cui il mondo si beffa di noi e chiede la certificazione sanitaria per i nostri formaggi e il nostro vino. Il crollo dell’Italia è qualcosa che fa gola a tanti, perché siamo l’anello debole dell’Europa, oltre che il Paese più ricco di patrimonio artistico del mondo (ricordiamo che la Legge Europea stabilisce da tempo ormai che, qualora si stia per fallire, si debba svendere il proprio patrimonio artistico-culturale e strutturale, cioè aeroporti, porti, quadri, sculture, spiagge, etc., e non so se qualcuno ricorda quando i Paesi del Nord Europa si proposero alla Grecia per acquistare il loro Partenone). Noi abbiamo visto Di Maio in pizzeria, e lì finiscono, temo, le capacità d’azione della nostra classe politica”

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