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Cronaca

Emergenza Coronavirus, quali aziende chiudono a Bergamo

A Bergamo, nel contesto dell’emergenza Coronavirus, chiudono i reparti produttivi delle maggiori aziende impegnate in diversi settori.

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A Bergamo, nel contesto dell’emergenza Coronavirus, chiudono i reparti produttivi di Tenaris Dalmine, Brembo, Bticino, Same, Mediamarket, Cotonificio Albini, Carvico, Nolan, Scaglia Indeva, Magnetti Building, Foppapedretti, Pigna e altre (impiegati e commerciali in smart working).

L’invito dei sindacati

“Sollecitiamo tutte le aziende che non producono beni essenziali per i servizi minimi (catena alimentare, farmaci ed elettromedicali, ad esempio) a fermare, ridurre o organizzare per turnazioni le proprie produzioni almeno per una–due settimane“: così si esprimono oggi i tre segretari generali Gianni Peracchi, Francesco Corna e Angelo Nozza di CGIL, CISL e UIL di Bergamo, nelle ore in cui in tutt’Italia molte fabbriche stanno chiudendo i propri reparti produttivi e in cui proteste e scioperi agitano i territori.

“Vedremo cosa sortirà l’incontro in corso con le nostre segreterie nazionali, Confindustria e il presidente del Consiglio e vedremo, soprattutto, come verrà tradotto nel decreto che stanzierà le risorse per fronteggiare l’emergenza” proseguono i tre segretari generali provinciali che aggiungono: “Sosteniamo ogni azione di ferma spontanea nei luoghi di lavoro promossa dai delegati CGIL, CISL e UIL e rispettosa delle normative vigenti relative alla garanzia dei servizi essenziali”.

In questo o in altro frangente, prosegue la nota unitaria provinciale “riteniamo indispensabili misure di sanificazione degli ambienti e fornitura di dispositivi di protezione individuale che ad oggi, purtroppo, ancora scarseggiano. Chi dovesse continuare a lavorare lo farà solo se le condizioni di tutela e di prevenzione saranno garantite, diversamente la fabbrica o le unità di produzione dovranno fermarsi”.

“Occorre che a Bergamo si stringa ancora di più il perimetro delle attività lavorative in questa fase di emergenza. Non intendiamo lasciare soli i lavoratori che hanno paura e che hanno bisogno di risposte che diano sicurezza e tutelino la loro salute. Resta fondamentale l’azione di confronto tra delegati delle RSU, categorie e datori di lavoro”.

Le tre confederazioni sindacali provinciali, i delegati RSU e i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza RLS chiedono, poi, alla Prefettura e alle autorità preposte il controllo dell’applicazione dei protocolli sulla sicurezza nelle aziende.

Le maggiori aziende in chiusura

La lista – non esaustiva – delle maggiori aziende che hanno deciso di chiudere i reparti produttivi, che lo hanno fatto nei giorni scorsi o lo faranno a partire da lunedì (mentre per impiegati e profili commerciali in gran parte attivato lo smart working).

  • Settore metalmeccanico (dal 16 al 22 marzo): Tenaris Dalmine, Brembo, Bticino, Same, Aesys, Gildemeister, Lucchini.
  • Commercio e i servizi: Mediamarket, Zara, Apple Store e Unieuro.
  • Settori tessile e della gomma-plastica: Tenacta, Hanes group, COtonificio Albini, Carvico, Nolan, Diesse Rubber, Limonta, Tiba, Orioteam, Jersey Lomellina.
  • Edili e costruzioni: Scaglia Indeva, Magnetti Building, FoppaPedretti
  • Comparto di cartai, postali, grafici: Boost chiuso il reparto legatoria per 15 giorni (in cassa due terzi degli 880 dipendenti); Pigna ferma tutto da domani; Zambaiti Parati di Albino chiusa.

Una considerevole riduzione dell’attività si registra invece in queste aziende:

  • Settore alimentare:  Heineken sospeso con accordo unitario il ciclo continuo e fermate ditte esterne. Azienda marcia al 50% uso rol e ferie nei prossimi 15 giorni; Sanpellegrino in produzione due linee su 10.
  • Settore dei trasporti e della logistica: aeroporto settore gestione e handling in fase di definizione testi per CIGS; DHL sciopero indetto per stasera ma dialogo aperto con azienda.

Intanto, da lunedì scorso a oggi pomeriggio sono giunte da 140 aziende a CGIL, CISL e UIL di Bergamo richieste di sottoscrizione di accordi sindacali per domande di cassa integrazione. A queste vanno aggiunti circa 50 accordi già firmati di richiesta di FIS (Fondo di Integrazione Salariale) nel terzo settore.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Mariagiulia Chiesa

    15 Marzo 2020 at 9:23

    Perché il gruppo Radici non sospende l’attività ma continua su tre turni? Non mi sembra produca beni di prima necessità. Qualcuno sa dirmi perché?

  2. Marco aurelio

    16 Marzo 2020 at 8:01

    C è qualche cosa che mi sfugge. Stamane il traffico sulla strada è poco meno del normale. Ininterrotto. Ma non erano sospesetutte o quasi le attività tutti a casa non uscite poi sono tutti in giro. Ma se pensiamo di fermare le epidemie in questo modo stiamo sbagliando di brutto!
    Vediamo di fare qualche cosa siamo già messi bene qui in valle Seriana che vale la pena trascurare le più elementari norme per evitare contagi.

  3. federico

    23 Marzo 2020 at 13:36

    Cosa farà ITALGRU’ dei Bonfanti?

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