Cronaca
Fondi zona rossa, perché la bassa Val Seriana no? – l’analisi
In due settimane in bassa Val Seriana avevamo 190 contagi. A Fondi (Latina) sempre in due settimane 47 contagi. E’ lecito dunque chiedersi: perché in Val Seriana non è stata istituita la zona rossa?
Alla notizia comparsa su tutte le maggiori testate nazionali della nuova zona rossa istituita a Fondi, cittadina di circa 40mila abitanti in provincia di Latina distate 140 km da Roma, la domanda è lecita: perché lì sì e agito con così tempestività mentre la Val Seriana è stata abbandonata a sé stessa in quei 5 giorni in cui la decisione è stata rimbalzata tra Regione e Governo? (Ricordiamo stiamo parlando della settimana dal 2 al 7 marzo, quando poi domenica 8 è entrato in vigore il Decreto per tutta la Lombardia).
I dati
Cerchiamo di analizzate i dati. A Fondi galeotta fu una festa di Carnevale del 25 febbraio in un centro anziani, e ora, è innegabile, qualcuno a Roma ha paura. Il 6 marzo vengono confermati i primi due tamponi positivi e da lì un’escalation (come purtroppo abbiamo assistito in Val Seriana) di contagi e decessi. Nel corso della giornata di ieri le rilevazioni della Asl locale avevano evidenziato 47 contagi, 192 persone in sorveglianza attiva e 760 in isolamento domiciliare.
Quindi Fondi dal 6 marzo al 19 marzo, dopo due settimane dai primi tamponi ufficiali positivi, registra 47 contagiati.
Se paragoniamo la situazione della bassa Val Seriana, che ha un bacino di abitanti simile a quello di Fondi, quindi sommando i Comuni più colpiti ovvero quelli di Albino, Alzano e Nembro (circa 43mila abitanti) al 9 marzo, quindi (come Fondi) dopo due settimane dai primi casi accertati all’ospedale di Alzano Lombardo (il 23 febbraio) dai dati comunicati da ATS avevamo in totale 189 contagiati (trovate l’articolo inerenti qui). Erano nello specifico 89 a Nembro, 47 ad Alzano Lombardo e 44 ad Albino.
Un dato ben più grave rispetto a Fondi. Ma evidentemente non così rilevante perché chi ne avesse competenza chiudesse tutto, com’è successo a Lodi, a Vo Euganeo e ora nel Comune in provincia di Latina.
La Regione Lazio chiude Fondi, perché Regione Lombardia non ha chiuso la bassa Val Seriana?
Nella notte di ieri dunque la Regione Lazio ha emanato un’ordinanza che chiude l’intero territorio, e stabilisce misure urgenti di tutela della salute pubblica anche per il Mercato ortofrutticolo di Fondi, uno dei più grandi d’Italia e principali fornitori di frutta e verdura per la Capitale.
Quello che è rilevante è che l’ordinanza è stata emanata dalla Regione. Perciò è lecito chiedersi: perché Regione Lombardia si è tanto appellata al Governo e non ha deciso in autonomia di delimitare la zona rossa?
Le voci di corridoio che si rincorrono ormai da settimane sono numerosissime: ventilata una pressione del comparto industriale che sarebbe stato messo a dura prova, così come una sottovalutazione della situazione. Addirittura si parla di pressioni dal mondo del calcio.
Quello che è certo, allo stato dei fatti, è che resterà sempre il dubbio se la zona rossa tanto invocata e mai concessa avrebbe potuto contenere il dilagante contagio che ha messo in ginocchio tutta la Lombardia.
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marcello
20 Marzo 2020 at 18:18
possibile che non riuscite a capirlo ????’??
Remo
20 Marzo 2020 at 18:40
Perché in Regione Lazio, come in Emilia in Campania o altre, ci sono Presidenti che si assumono le responsabilità. Evidentemente in Lombardia no. Le decisioni “scomode” è meglio le prenda il governo. ..
Bortolo
20 Marzo 2020 at 19:37
Pòta Rema almesà che teet pròpe ndùinat!
Bortolo che la sbagliat
20 Marzo 2020 at 19:41
Scùsa Remo o sbagliat a scrif ol tò nom.
Comunque lè pròpe come teet scriìch te!
Daniele
20 Marzo 2020 at 18:51
Nella bassa Valle Seriana non è stata istituita nessuna zona rossa forse perché ci sono troppi interessi industriali ed economici. I vari rappresentanti locali hanno chiesto più volte al governo di istituire la zona rossa ma quali sono stati i risultati? Il governo ha solo temporeggiato e siamo arrivati in una situazione molto critica. Serviva qualcuno che prendeva in mano subito la situazione senza aspettare. Non vi è la certezza che con la zona rossa sarebbe stato meglio ma probabilmente si sarebbe riusciti a contenere di più la diffusione del virus. Ora molte famiglie hanno a casa un famigliare positivo e pur seguendo tutte le regole per l’isolamento domiciliare un rischio rimane sempre, senza dimenticare chi ha perso i propri famigliari e propri cari.
❓
20 Marzo 2020 at 20:45
Al governo regionale o quello nazionale hanno chiesto i vari amministratori locali?
sergio crotti
20 Marzo 2020 at 22:41
Ringrazia la Regione e Fontana. Bla bla bla poi colpa del governo.
Fabiola
6 Aprile 2020 at 22:11
Cosa c’entra il governo? Nel Lazio è stata la Regione a chiudere in zona rossa Fondi – Quando Conte aveva chiesto la zona rossa nel Veneto Zaia ha urlato dicendo che non si poteva chiudere la Regione e l’economia doveva andare avanti, dopo 4 giorni urlava che doveva essere tutto chiuso perchè i morti aumentavano, lo stesso Salvini urlava di lasciare tutto aperto .. Fontana ha toppato anche con i tamponi VA COMMISARIATO
❓
20 Marzo 2020 at 20:23
Continuiamo a porci le stesse domande delle cento pistole…
E poi?
Sappiamo perfettamente tutti come andrà a finire o no?
Giovanni
20 Marzo 2020 at 20:24
Chiedetelo a Confindustria
Franco
20 Marzo 2020 at 20:35
Non è stata chiusa la valle per gli interessi di 4 maiali che pensavano di riempire le tasche a scapito dei poveri abitanti mi fanno ribrezzo ????????????????????????????????
Luigi
20 Marzo 2020 at 20:54
E si che c’era già il precedente del Lodigiano, pure in Lombardia, ma per loro sono stati tempestivi forse perchè c’è stato lo spavento…del primo momento?
Manu
20 Marzo 2020 at 21:25
Non possiamo nemmeno dar tutte le colpe agli altri visto che i nostri industriali come si é parlato di zona rossa tutti contro subito perché sembravano fallire in due giorni… Sempre qui siamo, e comanda il dio soldo come si diceva una volta… Peccato chi ci rimette é sempre il poveretto e poi… E poi ci son le cliniche private
Manu
20 Marzo 2020 at 21:29
Maiali a fargli un complimento
Remo
20 Marzo 2020 at 22:55
Non credo centri confindustria o specifici personaggi “eccellenti”. E vero possono avere fatto pressioni, anche legittime, ma ribadisco che la responsabilità delle scelte è di chi ha il potere e la legittimazione a prenderle: in primis il Presidente di Regione.
Corrado
21 Marzo 2020 at 14:50
A fine febbraio Salvini diceva di aprire tutto, Gallera lo seguiva, Galli (primario del Sacco) diceva che l’epidemia era sovrastimata (oggi ha ammesso di aver sbagliato), i governatori regionali di Lombardia e Veneto accusavano il governo di affossare l’economia…
Quando dieci giorni dopo si sono accorti dell’errore, hanno fatto dichiarazioni opposte, per far dimenticare le precedenti, ma era troppo tardi, le infezioni si contavano ormai anche a Seriate, Ponteranica e altrove. La zona rossa avrebbe dovuto comprendere Bergamo e tutti i comuni nel raggio di 20 chilometri come minimo. Troppo tardi. Ora vorrebbero far credere che non c’entrano niente e che è stata colpa del Governo ?Ma per favore…
Cesare
21 Marzo 2020 at 16:56
probabilmente all’inizio bastava isolare Alzano e Nembro, oltretutto questo non avrebbe bloccato tutta la valle visto che dalla provinciale si poteva passare. Per me, e i fatti anche odierni lo dimostrano, la giunta del presidente Fontana ha dimostrato una mancanza di coraggio e di capacità che vanno segnalate. La dimostrazione è che in altre Regioni come l’Emilia-Romagna il Bonaccina ha provveduto autonomamente senza aspettare il via libera del Govern