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Cronaca

NOI denunceremo – dovranno pagare, il gruppo Facebook che può fare la differenza

Su Facebook il gruppo “NOI denunceremo – dovranno pagare” ha raccolto 11mila iscritti in 4 giorni. Sono i parenti dei morti che chiedono chiarezza sulla catastrofe della bergamasca.

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Un gruppo Facebook che può fare la differenza. E’ nato con questo obiettivo 4 giorni fa dall’idea di Luca e Stefano Fusco, rispettivamente padre e figlio di Brusaporto, il gruppo “NOI denunceremo – dovranno pagare”.

Obiettivo: raccogliere testimonianze, dubbi e anomalie di questa catastrofe che sta colpendo la provincia di Bergamo.

“Anche noi abbiamo perso un familiare, un padre, mio nonno – spiega Stefano – e ci siamo trovati nostro malgrado in questo calvario che sta colpendo numerose famiglie della nostra provincia senza sapere addirittura dove fosse la sua salma. Per questo ci siamo sentiti in dovere di capire se altri, come noi, stessero vivendo questo dramma. Così abbiamo aperto questo gruppo. Un po’ di pancia, sicuramente. Ma anche con molta ragione per ottenere risposte”.

Il gruppo ha riscosso da subito molto interesse e ha raggiunto più di 11.000 iscritti.

Le testimonianze giungono da ogni parte della provincia e anche da fuori, perché oggi più che mai il senso di smarrimento e di abbandono accomuna tutte queste persone.

“La nostra unica finalità è quella di avere risposte perché se anche uno solo di questi morti si poteva evitare, chi ha sbagliato dovrà pagare. Non è nostro compito giudicare. Non siamo né avvocati né giudici, ma raccoglieremo tutto il materiale possibile per ottenere giustizia”.

Oltre al gruppo che è ancora in fase embrionale, il prossimo passo sarà quello di creare un’associazione di parenti vittime loro malgrado di quanto accaduto, e procedere legalmente con gli elementi raccolti. “Qualora venisse ipotizzato il reato di epidemia colposa (tesi non così remota) ci chiediamo se fosse procedibile d’ufficio – aggiunge papà Luca -“.

Ci teniamo a mantenere toni moderati e apolitici – continua Stefano – il nostro non è un gruppo nato per fomentare inutili polemiche ma per capire cosa sta succedendo”.

A questo proposito infatti i post sono ad approvazione da parte dei moderatori che invitano tutti a mantenere toni civili.

Il gruppo inoltre si sta attivando chiedendo la consulenza di esperti del settore, quali avvocati e medici che stanno sposando la causa tra cui il dottor Augusto Palermo, che sta indagando su quanto accaduto in bergamasca.

Tutti hanno il diritto di sapere se è stato fatto quanto previsto dopo il dichiarato stato di emergenza del 31 gennaio – aggiunge Luca -“.

“Io ho promesso a mio nonno che non mi sarei fermato – conclude Stefano -. Spero che in tanti siano con noi”.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Gian

    26 Marzo 2020 at 17:31

    L epidemia colposa c e stata eccome hanno diffuso il virus in tutta la seriana con le loro scelte scellerate prefetto e questore e tutti coloro che non hanno fatto subito la zona rossa a nemro alzano

  2. FAUSTA

    27 Marzo 2020 at 8:09

    Sono stati irresponsabile non hanno chiuso Alzano e Nembro solo x i loro interessi….. Qualcuno deve pagare anche x itutti i sanitari che hanno dato la vita x aiutarci. Una strage…. E i tamponi perché non vengono fatti quando qualcuno ha anche solo i sintomi così non usciremo…..

  3. Pio

    27 Marzo 2020 at 9:38

    Non solo i parenti dei morti, tutti.

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