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Cronaca

Zona rossa Alzano – Nembro, le aziende dovevano chiudere

Zona rossa Alzano – Nembro, le aziende dovevano chiudere. La testimonianza di un dipendente: “Sembrava quasi fatta invece non è stato chiuso niente”.

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Mentre la parte politica comincia ufficialmente a rimbalzarsi le responsabilità di fatto non rispondendo alla domanda più semplice, ovvero come mai la zona rossa Alzano – Nembro non sia stata fatta, noi continuiamo a cercare delle testimonianze che possano spiegarci cosa hanno vissuto i lavoratori in quei giorni di inizio marzo.

Oggi abbiamo incontrato Luca, un dipendente di un’azienda di Nembro che ci spiega quanto accaduto mercoledì 4 marzo quando, alla fine della giornata di lavoro, il titolare aveva detto a tutti i dipendenti di non presentarsi l’indomani perché si sarebbe istituita la zona rossa e le aziende sarebbero rimaste chiuse.

Una direttiva che coincide con le dichiarazioni che lo stesso assessore Gallera aveva rilasciato in conferenza stampa. “Le zone rosse si faranno?” avevano chiesto quel mercoledì sera i giornalisti, e Gallera aveva risposto: “E’ la zona con più positivi, abbiamo chiesto al Ministro Speranza e ci ha detto che questa sera ci sarà la valutazione decisiva dei pacchetti i misure da assumere e noi abbiamo evidenziato la nostra preoccupazione e il nostro orientamento a mettere in campo tutte le misure necessarie per contenere il virus. Attendiamo le loro valutazioni”.

Tutti dunque erano in attesa, i militari erano pronti ad intervenire e i documenti erano pronti per essere resi esecutivi ma il giorno dopo i dipendenti si recarono a lavoro perché da Roma nessun provvedimento era stato preso.

Le stesse indicazioni “si chiude” “no, non si chiude” continuarono a susseguirsi per tutta la settimana fino a quando domenica 8 il Decreto ministeriale chiuse (senza fare zona rossa) tutta la Lombardia.

Ascolta cosa ci ha detto Luca

Il comparto produttivo ha impedito la zona rossa?

Ad impedire la decisione di chiusura che era sostenuta dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Comitato scientifico potrebbe essere stato dunque il comparto produttivo, come ventilato da giorni?

Stando alla testimonianza di Luca e a quanto dicono tanti altri lavoratori della zona, in quelle ore cruciali Confindustria si riuniva per dettare le proprie linee guida. Il che è legittimo visto il ruolo delle numerose attvità presenti sul territorio.

Che linee guida siano contrarie alla chiusura come scritto in questo un documento del 10 marzo, è un’altra questione.

Se due indizi dunque sono una coincidenza, attendiamo il terzo per far sì che questa tesi diventi una prova.

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10 Commenti

1 Commento

  1. 2 Aprile 2020 at 22:25

    PS Jessi, il ferreto sulla mascherina sopra il naso, va schiacciato finchè non aderisce bene al setto nasale.
    Altrimenti entra tutto dai lati!

  2. 2 Aprile 2020 at 22:52

    A qualcuno va di indovinare con mè dove lavora l’operaio “pentito” dell’intervista?

    • Coerente

      3 Aprile 2020 at 0:17

      Evita di parlare di ciò che non sai, che di danni ne han gia fatti troppi le male lingue.

  3. JONAS

    2 Aprile 2020 at 23:57

    Che scoop c’é persino l’uomo misterioso…

  4. max

    3 Aprile 2020 at 9:49

    buongiorno è inutile mettere la mascherina bisogna proteggere anche gli occhi il virus entra negli occhi e dovete chiudere prima zona rossa adesso siamo proprio nella merda ok

  5. gian

    3 Aprile 2020 at 10:59

    voi di valseriana news state facendo un lavoro da premio pulitzer. in questa faccenda in tutti i livelli governativi regna una omertà degna della migliore() cosa nostra, lo dimostrano le risposte infastidite alle domande sul tema, spesso trincerandosi dietro l emergenza. confindustria fa sue ragioni legittime, ma a decidere sulla zona rossa non è confindustria. Ragazzi non fermatevi.

    • al

      3 Aprile 2020 at 11:54

      Perfettamente d’accordo con Gian…..Troppa omertà, e troppi fastidi nel rispondere. Anche ValserianaNews non deve mollare, ma insistere finchè non sia fatta chiarezza !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  6. Marco

    3 Aprile 2020 at 12:44

    Quindi Confindustria da quanto si evince riteneva la fabbrica il posto più sicuro, peccato che si lavorasse senza mascherine nella quasi totalità delle aziende, ingressi contingentati in mense inesistenti idem controllo temperatura….tutte balle.
    Ciliegina sulla torta pretendevano la data certa della riapertura….è la non obbligatorietà ma la facoltà loro di decisione se chiudere o meno.
    Cristo, questi Delle maestranze se ne fottono, vogliono la Porsche, la villa con piscina, il superficialità per la moglie ecc…fanculo il proletariato.

    • Marco

      3 Aprile 2020 at 14:35

      See….volevo dire il supersuv per la moglie……correttore del ca..o????

      • 3 Aprile 2020 at 16:09

        Marco SVEGLIA! Gli Operai é da parecchio che non vanno più in Paradiso…

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