Politica
Chi non ha firmato (e chi sì) la lettera indirizzata a Conte e Fontana e perché
“Una lettera non va fatta mentre la battaglia è ancora in corso – si legge -. Questi sindaci sanno che la battaglia non è finita. L’importante è lavorare”.
C’è una motivazione dietro alla non firma della lettera indirizzata dalla Comunità Montana della Valle Seriana al premier Conte, al presidente di Regione Fontana e ai politici bergamaschi (potete leggerla qui).
Le motivazioni dei sindaci del gruppo di minoranza che non hanno sottoscritto il documento che chiede interventi tempestivi vista la grave tragedia che si sta ancora vivendo e chiede di accertare le responsabilità, si leggono nel comunicato scritto dallo stesso gruppo.
“Una lettera non va fatta mentre la battaglia è ancora in corso – si legge -. Questi sindaci sanno che la battaglia non è finita. L’importante è lavorare. Sbaglia chi sostiene che noi che non abbiamo firmato perché non vogliamo l’unità. Abbiamo solo chiesto al Presidente di indirizzare la lettera alle Istituzioni. Per dare un segnale di collaborazione e non di polemica. Per rimarcare la volontà collaborativa. Non vogliamo assolutamente dare lo spunto alla politica per fare polemiche. Non ce n’è bisogno”.
I sindaci del gruppo di minoranza sono quelli dei comuni di: Ardesio, Alzano Lombardo, Castione della Presolana, Cene, Cerete, Cazzano Sant’Andrea, Clusone, Gandellino, Onore, Oltressenda Alta, Parre, Piario, Rovetta, Songavazzo e Villa d’Ogna.
Il comunicato del gruppo di minoranza in Comunità Montana
I cittadini dalla valle, i cittadini dei nostri paesi, conoscono benissimo l’attività che stanno svolgendo tutti sindaci. Come e quanto si stanno prodigando per cercare di alleviare le sofferenze in questi momenti terribili. Essere dalla parte della gente non vuol dire firmare una lettera o meno, soprattutto se questa viene fatta mentre la battaglia è ancora in corso.
Tutti i problemi sollevati dai firmatari della lettera sono stati più volte richiamati non soltanto dai sindaci ma anche da parte degli Ambiti Territoriali, che hanno lavorato in maniera stupenda e ineccepibile in questo periodo. Ambiti che hanno mostrato di esserci, richiamando più volte le Istituzioni sui problemi che sono stati sollevati.
Pensate forse che ai sindaci che non hanno firmato non importi della situazione che stiamo vivendo? Vedete forse che questi sindaci se ne stanno tranquilli sulle loro poltrone e non fanno nulla? Li conoscete tutti. Questi sindaci sanno che la battaglia non è finita. L’importante è lavorare. L’importante è terminare il lavoro che abbiamo iniziato. L’importante è risolvere i problemi di cui ogni giorno ci dobbiamo ancora occupare. Preoccupandosi della consegna delle bombole di ossigeno, della distribuzione delle mascherine, della sostituzione dei medici e del sostegno alle persone bisognose. Siamo tutti impegnati nell’organizzare il servizio per la distribuzione degli alimenti, dei farmaci e nell’applicazione del nuovo decreto sull’aiuto alimentare. Oggi si deve lavorare. Lasciamo la polemica al dopo. Ci sarà tempo per sollevare tutte le questioni.
Vista la richiesta del Presidente della C.M., proprio perché volevamo restare uniti, nella formulazione di questa lettera abbiamo chiesto che se ne enfatizzasse la parte collaborativa e di richiamo alle Istituzioni. Non abbiamo bisogno di fare uno show e di richiamare mezzo mondo per far vedere che la Comunità Montana c’è. È assurdo fare polemiche e non ne vogliamo fare neppure ora, quando qualcuno si è permesso di dire che i comuni non firmatari non condividono le problematiche sollevate.
Sbaglia chi sostiene che noi che non abbiamo firmato perché non vogliamo l’unità. Abbiamo solo chiesto al Presidente di indirizzare la lettera alle Istituzioni. Per dare un segnale di collaborazione e non di polemica. Per rimarcare la volontà collaborativa. Non vogliamo assolutamente dare lo spunto alla politica per fare polemiche. Non ce n’è bisogno.
Non è ancora finita una guerra terribile, che già la politica ha iniziato la battaglia sull’opportunità dell’accentramento della gestione sanitaria, sottraendola alle Regioni. Siamo al ridicolo. Il nostro obiettivo e richiamare le istituzioni, Stato Regione Protezione civile, sui loro compiti. Non dare l’opportunità ad alcun rappresentante politico, sia nazionale che regionale, di utilizzare il grido di dolore dei sindaci e della popolazione a fini politici. Non c’è nulla di quello che è stato scritto nella lettera che non sia già ben conosciuto da ogni cittadino. E i cittadini conoscono benissimo ognuno dei sindaci che li rappresenta e sanno se i propri rappresentanti sono con la gente, se conoscono i problemi e se si adoperano o meno; senza bisogno che nessuno, dall’esterno, possa permettersi di dire nulla al riguardo.
La lettera non è firmata da tutti i sindaci ma è stata scorrettamente inviata a nome della Comunità Montana. Si vuole proprio la polemica? E allora diciamo che avremmo preferito vedere una Comunità Montana, che rappresenta tutta la Valle, impegnata sul campo, nel cercare di collaborare ed anche coordinare le attività. La Comunità Montana e il suo Direttivo si possono mettere la coscienza a posto semplicemente inviando due lettere in tutto questo drammatico periodo, tra l’altro sollecitate dai sindaci?
Siamo poi delusi da chi si permette di stigmatizzare il comportamento di chi non ha firmato la lettera, associandolo alla commemorazione di alcuni giorni orsono fatta da tutti i sindaci nei propri paesi. E’ mancanza di rispetto per chi sta lavorando ed operando per il bene delle proprie comunità.
Mauro Marinoni
Capogruppo del Gruppo Comunità e Territorio in Comunità Montana Valle Seriana
Una spaccatura interna
Si sostiene dunque che la volontà era di rimanere uniti ma è evidente che nello scontro di posizioni a riguardo di questo documento un ruolo determinante l’ha avuta la spaccatura creatasi ad agosto scorso quando, in concomitanza con l’elezione del nuovo presidente della Comunità Montana, i due assi Forza Italia – Pd e Lega e centristi sostennero due candidati diversi.
Una posizione autonoma l’ha assunta il consigliere del Comune di Valbondione delegato in Comunità Montana Walter Semperboni, che, pur facendo parte del gruppo di minoranza, ha sottoscritto il documento spiegando come, nonostante i tentativi di accontentare le parti redigendo diverse lettere, non si sia di fatto arrivati ad una scelta condivisa. Segno che, non solo tra i sindaci c’è una diversa visione de fatti, ma che la spaccatura di agosto permane tutt’oggi.
Il parere del consigliere di Valbondione che ha votato a favore
Rispondo, senza volontà polemica alcuna, alla risposta dell’amico Mauro, Sindaco di Rovetta e Capogruppo di Minoranza di Comunità Montana Valle Seriana, chiarendo che da parte mia (e ritengo di nessuno dei firmatari) sia messo in dubbio l’impegno profuso da ogni singolo Sindaco per tamponare l’emergenza che nelle nostre vallate Bergamasche é stata devastante.
E quando dico “tamponare” intendo fare la “caccia al tesoro” per trovare mascherine, ossigeno e perfino un medico di base.
Ma proprio questo impegno oltre misura rivela mancanze acclarate ai vari livelli amministrativo, politico e sanitario, che alcuni giornalisti oggettivi,
hanno denunciato e continuano a farlo.
Non ritengo opportuno poi che una lettera di richiesta d’aiuto debba essere “buttata in politica” cosa che ha creato desistenze e una lettera non firmata da tutti. Sta di fatto che ci sono voluti dieci giorni e tre bozze per arrivare alla versione definitiva della lettera. Ciò detto, visto che nell’ultima parte della lettera inviata dal gruppo di minoranza, sono stato “tirato per la giacca”, confermo la mia convinzione rispetto al fatto che chi non ha il coraggio di parlare ora, non lo debba avere neppure dopo.
Questo è, umilmente, il pensiero del figlio di una vittima, credo condiviso da molti altri familiari che vorrebbero semplicemente giustizia per tutte le vittime del virus ma anche dell’incapacità o delle colpe mi auguro la magistratura potrà appurare (salvo scudo penale).
Per questo rimango convinto della sottoscrizione mia e della mia sindaco alla lettera che avrei firmato anche nella prima versione.
Non volendo essere coinvolto in nessuna vis polemica politica che in questo momento non deve anteporsi ai bisogni della gente, annuncio già che alla prossima Assemblea di Comunità Montana, uscirò dal Gruppo di Minoranza (sicuro che nessuno mi rimpiangerà) e rimarrò come indipendente, libero di valutare e votare cosa riterrò migliore, sempre nell’ottica del bene per le Nostre Vallate.
Il delegato Comune di Valbondione
Vicesindaco Semperboni Walter
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Tonino Carotone
6 Aprile 2020 at 10:28
È un mondo difficile…
gian
6 Aprile 2020 at 10:54
uno dei punti piu bassi della politica in valle seriana, stiamo qui a fare beghe di piazza mentre il potere centrale centralista sia esso regionale o statale ci tratta da sotto-sotto-sotto provincia dell impero. hanno permesso che fossimo massacrati nel completo silenzio di chiunque qui abbia preso voti, dagli onorevoli ai consiglieri. questa lettera dei sindaci andava scritta un mese fa.
ad oggi la valle seriana è completamente allo sbando senza nessuna voce che ne perori le cause, e se la situazione è questa non c è speranza.
❓
6 Aprile 2020 at 11:02
La situazione é questa si, e quando mai é stata differente?
❓
6 Aprile 2020 at 11:06
Mi piace ricordare il fatto del sindaco del comune dove sorge l’ospedale di Piario, quando esclamo solennemente che se il reparto maternità dello stesso fosse stato chiuso, lui si sarebbe dimesso. E poi?
Io
6 Aprile 2020 at 16:57
Ti piace ricordare una cosa errata. Il Sindaco in questione propose ai sindaci dell’alta valle di restituire al Prefetto le fasce tricolore (leggi: dimettersi) in caso di chiusura del punto nascite. Nel gruppo dei suddetti sindaci, una buona parte non accettò la proposta, il motivo non è dato sapere ma è dato ipotizzare…
In seguito a questo tutto si fermò.
?
6 Aprile 2020 at 20:34
Si non é forse la stessa cosa?
Lui datosi che ha fatto la proposta, non poteva portarla in fondo almeno per sé?
Così tanto per essere un cicin coerenti…
Io
23 Aprile 2020 at 10:19
*** “Si non é forse la stessa cosa?
Lui datosi che ha fatto la proposta, non poteva portarla in fondo almeno per sé?
Così tanto per essere un cicin coerenti…” ***
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No, non è per nulla la stessa cosa. Un conto è fare un’azione forte, coesa e condivisa con tutto il territorio, un conto è lasciare l’azione ad un singolo Sindaco di un piccolo paese, con il peso che ne deriva, sia a livello politico che a livello di comunicazione. Un conto è la coerenza fine a se stessa, un conto è la capacità di saper leggere anticipatamente le situazioni ed i risultati delle azioni.
Andrea
6 Aprile 2020 at 15:55
A bocce ferme vedremo come si comporteranno i politici con i vari comparti economici del territorio: turismo, commercio, industria, artigianato ecc.
Castione si è già mosso bravissimi
Marco
6 Aprile 2020 at 17:15
Marinoni: le sue paiono solo chiacchiere da politicante colluso.