Cronaca
Case di riposo: la denuncia della CGIL: “Nessun tampone a operatori e ospiti”
Case di riposo, nuova denunci dalla FP CGIL : “Dall’inizio della pandemia nessun tampone a operatori e ospiti”.
Dopo aver più volte, in queste settimane, lanciato l’allarme, oggi la FP-CGIL di Bergamo torna a manifestare la stessa “forte preoccupazione” in merito alla delicatissima situazione sanitaria all’interno della case di risposo della provincia.
Il sindacato lo fa, oggi, con una lettera rivolta al governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana e, per conoscenza, anche alla direzione dell’ATS di Bergamo.
Il contenuto della lettera
La FP-CGIL chiede conto alla Regione Lombardia delle misure di sorveglianza sanitaria del personale, in particolare per quanto attiene ai tamponi a cui sottoporre il personale sintomatico.
Ricordiamo che l’ordinanza regionale 514 del 21 marzo e quelle integrative successive prevedono l’effettuazione del tampone per il personale a cui sia rilevata da parte del datore di lavoro una temperatura corporea superiore ai 37,5 °C. La circolare 11715 del 3 aprile a firma del Direttore Generale del Ministero della Salute indica espressamente tra i soggetti che prioritariamente devono essere destinatari dei test diagnostici gli ‘operatori sanitari esposti a maggior rischio (compreso il personale dei servizi di soccorso ed emergenza, il personale ausiliario e i tecnici verificatori), per tutelare gli operatori sanitari e ridurre il rischio di trasmissione nosocomiale; gli operatori dei servizi pubblici essenziali sintomatici, anche affetti da lieve sintomatologia per decidere l’eventuale sospensione dal lavoro; gli operatori, anche asintomatici, delle RSA e altre strutture residenziali per anziani.
Ci risulta che ad oggi agli operatori delle RSA, quelli sintomatici e tanto meno quelli asintomatici, non sia stato effettuato alcun tampone. E questo nonostante le organizzazioni sindacali territoriali confederali abbiano avuto la rassicurazione da parte di Prefettura e ATS di una positiva soluzione di questo problema.
In questi giorni diversi operatori stanno rientrando dalla malattia ma nessuno di loro ha la certezza di non essere contagioso per gli altri colleghi e per gli ospiti. È inutile ricordare la situazione vissuta nella nostra provincia né il numero impressionante di contagi e decessi.
Ci stupisce e rammarica dover inviare questa segnalazione quando dovrebbe essere interesse dell’intero SSR e di chi rappresenta Regione Lombardia tenere in stretta sorveglianza un settore che già tanto ha pagato in fatto di sofferenza e decessi.
Infine, la FP-CGIL provinciale torna a sottolineare che “nella maggior parte delle strutture residenziali del nostro territorio è ancora molto difficoltoso il reperimento dei corretti DPI da utilizzare secondo le indicazioni dell’OMS, recepite dal Ministero della Salute. Troppo spesso la carenza dei DPI porta alla violazione della corretta gestione di questi dispositivi, vanificandone di conseguenza l’effetto protettivo, sia per il personale che per l’utenza delle strutture”.
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Tom
7 Aprile 2020 at 22:53
Non ricordo dove ho letto questo concetto, ma mi é parecchio piaciuto.
Un paese che non é in grado di proteggere i propri vecchi donne e bambini, non può considerarsi un paese civile.