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Cronaca

Sul caso Alzano risponde il Direttore ma solo a chi vuole lui

Sul caso relativo alla gestione dell’ospedale di Alzano Lombardo risponde il Direttore Locati. Ma solo a chi vuole lui. Altro che principio di trasparenza degli enti pubblici.

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Scoperchiato il vaso di Pandora della mala gestione dell’ospedale di Alzano Lombardo relativamente all’emergenza Covid-19, le dichiarazioni ufficiali si rimbalzano sui media nazionali e provinciali senza che però la Direzione dell’ex Bolognini senta la necessità di rispondere a chi per primi ha fatto domande: tra cui Valseriana News. Per non creare ulteriore confusione a riguardo ripercorriamo i fatti.

La ricostruzione cronologica

23 febbraio 2020

All’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo (facente parte dell’Azienda Ospedaleria Bergamo Est ex Bolognini) vengono accertati i primi due casi positivi al Coronavirus in Val Seriana, in provincia di Bergamo. Zona che sarebbe poi diventata il focolaio più esteso d’Italia.

I tamponi vengono processati nella notte tra il 22 e il 23 febbraio al Policlinico San Matteo di Pavia. Il precedente che fa interrogare sulle misteriose polmoniti interstiziali che non si riescono a curare da settimane, è Coodgono. Prima di allora nessuno poteva pensare a Covid-19 visto che e indicazioni del Ministero erano quelle di indagare solo casi collegati con la Cina.

Il paziente 1 della Val Seriana è Ernersto Ravelli, 83enne di Villa di Serio, che morirà la stessa notte dopo essere stato trasportato a Bergamo. Per tempo accusato di essere il portatore del virus in Val Seriana (in cui giorni dalla Regione dicono che avrebbe avuto contatti con Codogno – zona del primo focolaio in Italia), un mese e mezzo dopo la famiglia rompe il silenzio dichiarando in esclusiva a Valseriana News il decorso del compianto e denunciando come Ravelli abbia preso il Covid-19 in ospedale.

Leggi la storia di Ravelli.

15 marzo 2020

A tre settimane dall’inizio dell’emergenza Valseriana News, in possesso di una importante denuncia di un’infermiera che è rimasta anonima per paura di ripercussioni, contatta più volte l’ufficio stampa dell’azienda Bergamo Est (in particolare l’8 marzo e il 14 marzo) ricevendo un secco “no comment”. Decidiamo dunque di pubblicare in diversi articoli i dubbi sulla gestione che in quelle settimane cominciano ad arrivare anche dai parenti dei pazienti deceduti e da chi era in ospedale in quei giorni concitati.

Tra le domande principali: chi ha deciso di riaprire l’ospedale dopo poche ore dalla chiusura? Perché a Codogno l’ospedale è stato chiuso per giorni e sanificato da un’azienda specializzata? I reparti dove c’erano i pazienti Covid-19 sono stati sanificati? I parenti dei pazienti in quei reparti sono stati tutti tracciati e monitorati? Il personale medico è stato fornito dei dpi?

Alcuni articoli a riguardo

21 marzo 2020

Visto il rimpallo dell’ufficio stampa, inoltriamo un’email pec all’indirizzo di posta elettronica del Direttore Generale Francesco Locati. La stessa email verrà da noi rimandata il 6 aprile. Si chiede alla Direzione un confronto sul materiale dal noi raccolto. Non è mai arrivata alcuna risposta.

Nel frattempo tutti i media nazionali iniziano ad interessarsi al “caso Alzano”. Chi l’ha visto, Report, e Tpi seguono da vicino l’inchiesta (allora ancora solo mediatica) e raccolgono preziose testimonianze anche di operatori sanitari che ribadiscono la mala gestione dell’emergenza e l’imperante interesse economico.

8 aprile 2020

Dopo diverse pressioni dal mondo mediatico e politico la Procura di Bergamo apre un fascicolo per epidemia colposa. L’inchiesta è ad ora a carico di ignoti.

Inizio aprile 2020

Cominciano ad emergere i documenti ufficiali riguardo alla gestione dell’ospedale in quelle ore. Da una parte il dossier ufficiale inviato dall’azienda Bergamo Est alla Regione Lombardia il 5 aprile (un mese e mezzo dopo il 23 febbraio) dove si evince come la sanificazione del pronto soccorso e le misure adottate siano state in linea con i protocolli dettati dalla Regione; dall’altra in una lettera del Direttore medico di Alzano Lombardo Giuseppe Marzulli pubblicata da TPI.it si apprende come fosse in atto uno scontro tra la Direzione Generale – che aveva dato ordine di tenere aperto – e la Direzione medica che implorava di chiudere tutto per il rischio che i pazienti Covid-19 non gestiti in maniera adeguata potessero infettare gli altri.

Leggi:

https://www.tpi.it/cronaca/lettera-direttore-ospedale-alzano-25-febbraio-20200410582480/

Lo scontro Regione/Direzione Generale con la Direzione Medica

A spalleggiarsi in questo scontro, già da quel 23 febbraio, quando si riunì l’Unità di crisi dell’azienda ospedaliera tra cui i vertici e alcuni primari, sono Regione e Direzione Generale che in due interviste rilasciate a Rai 1 e a L’Eco di Bergamo, sostengono, nelle persone del Direttore Generale Welfare Luigi Cajazzo e del già citato Locati, come andasse mantenuto tutto aperto per garantire l’operatività dell’ospedale per interventi urgenti e perché già molti altri ospedali della Lombardia presentavano casi Covid-19. Entrambi sostengono che tutte le procedure attuate hanno rispetto i protocolli previsti.

Dall’altra parte ci sono il già citato Marzulli e gli operatori che ai diversi giornali in forma anonima avevano denunciato la gravità della situazione e la sottovalutazione da parte della Dirigenza.

A questo proposito ricordiamo la testimonianza di una ex collega di Gennaro Leardi, impegnato in amministrazione proprio ad Alzano Lombardo, il quale all’amica aveva confidato in due telefonate che al personale negli uffici non erano state fornite le mascherine fino a inizio marzo. Lo stesso Leardi si ammalava e moriva in casa da solo a metà marzo. L’amica denuncia: “Non hanno trovato un posto letto neanche per un loro dipendente”. E intanto i dipendenti morti dell’azienda ex Bolognini sono 4.

11 aprile 2020

Alla luce della prima intervista rilasciata dal Dirigente Locati a L’Eco di Bergamo (pubblicata sull’edizione cartacea e online l’11 aprile 2020), ieri abbiamo chiesto di nuovo di poter contattare lo stesso per sottoporre i quesiti da noi raccolti in queste settimane.

La riposta dall’ufficio stampa? “Il Direttore generale non ha previsto altre altre interviste”.

Dunque, trovarsi davanti ad una Direzione di un ente pubblico che non risponde ai giornalisti – o meglio, sceglie a quali giornali rispondere -, ci pare alquanto grave. Questo, non solo denigra il nostro lavoro, ma non rispetta tutte le persone che attraverso di noi chiedono chiarezza.

Ricordiamo inoltre che in Italia esiste il principio della trasparenza, inteso come accessibilità totale alle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni. Questo è stato affermato con il decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, con l’obiettivo di favorire il controllo diffuso da parte dei cittadini sull’operato delle istituzioni e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.

Lasciamo a voi dunque ogni ulteriore valutazione e l’eventuale possibilità di chiedere chiarimenti direttamente al Direttore: in qualità di cittadini e contribuenti del sistema sanitario lombardo tutti hanno il diritto di porre domande. Questo per dire che noi da settimane abbiamo chiesto e ci è stato negato qualsiasi confronto ma anche per dire che continueremo a cercare la verità.

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6 Commenti

1 Commento

  1. 12 Aprile 2020 at 18:03

    Mi sarèi stupito del contrario…

  2. Andrea

    12 Aprile 2020 at 18:32

    Oltre a rispondere ai giornalisti che vogliono loro, mi pare di avere anche inteso che le domande erano concordate precedentemente…

  3. gian

    12 Aprile 2020 at 19:54

    Risposte deliranti, il classico ragionamento “operazione perfetta, ma paziente morto”.Praticamente a furia di rispettare protocolli hanno massacrato la valle seriana. Quando leggi ste cose capisci perchè in parlamento i furbacchioni vogliono estendere lo scudo penale sacrosanto per medici ed infermieri a dirigenti e politici. logicamente il non rispondere a valseriana news ma ad altri è la classica ritorsione di stampo criminoso, ma x voi deve essere una medaglia, vi temono. E suppongo che le domande degli inquirenti saranno piu incisive

  4. Marco

    13 Aprile 2020 at 8:54

    Io ancora non ho capito perché sti falsi e corrotti non siano stati ancora epurati.
    Che uomo è uno che si nasconde sino a quando non viene aperto un fascicolo investigativo sulle sue/loro deficienze manageriali senonché intellettive?
    Spero vivamente che ne escano con una condanna e spariscano dal panorama sanitario italiano, che vengano condannati ad un risarcimento per tutte le vite tolte dal loro scellerato comportamento.
    Stiamo parlando di soggetti che guadagnano 13 mila euro mensili 10 volte lo stipendio di un infermiere che si fa un c**o sicuramente maggiore rispetto al loro appoggiato tutto il giorno sulla comoda poltrona in Alcantara.

  5. Giovanni

    13 Aprile 2020 at 9:41

    Buongiorno.
    Hai magistrati penso che dovrà rispondere, e spero che chi ha sbagliato paghi,
    ma sinceramente ho poche speranze perchè come al solito inizierà’ lo scaricabarile, e poi con la velocità della Giustizia italiana ci vorranno anni.

  6. Walter

    13 Aprile 2020 at 16:25

    … e pensate che tutti questi “dirigenti” e manager della sanità, messi lì spesso per raccomandazioni o per voti procurati, sono ben pagati anche ora che hanno commesso questi evidenti errori.
    Non si capisce perchè non siano stati esonerati in tronco.
    Evidentemente c’è tutta una filiera, impegnata soltanto a dichiarare che “abbiamo il sistema sanitario migliore al mondo”!
    Alla faccia…

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