Cronaca
Da Ats: “Tampone di controllo per il padre” ma è morto da un mese
Alberta da Fiorano al Serio: “Mi hanno proposto il tampone di controllo per mio padre morto un mese fa. Ci stanno tutti prendendo in giro?”
Di inefficienze in queste settimane di emergenza ne abbiamo sentite e raccontate tante: dai tamponi, fatti e non fatti a parenti dei deceduti per Covid-19. Così come le diverse storie di quarantena gestite in maniera diversa da medici di base e Ats Bergamo, ente che ha la competenza sulla tracciatura dei casi positivi e sulle indicazioni da fornire ai familiari e ai cittadini tutti in materia di salute.
Così come abbiamo raccontato di sforzi enormi, interi reparti riconvertiti a Covid-19, con l’impegno massimo di oss, infermieri e medici impegnati 24 ore su 24 a debellare il virus che si è portato via migliaia di nonni, padri e amici di tutti noi.
Non sempre è facile trovare l’ago della bilancia in una situazione di massima emergenza com’è quella che la Val Seriana ha fronteggiato nelle ultime settimane. La storia che accogliamo e decidiamo di raccontare oggi dunque, in questo contesto difficile e inedito anche per chi fa comunicazione, non vuole puntare il dito contro nessuno ma ci mette in dovere di interrogarci ancora una volta su una questione molto importante, anche ai fini dell’inchiesta aperta dalla Procura di Bergamo: ma i numeri ufficiali che ci vengono forniti dagli enti preposti sono attendibili?
Alberta: “Mi hanno proposto il tampone di controllo per mio padre morto un mese fa. Ci stanno prendendo in giro?”
Leggete bene cosa ci scrive Alberta da Fiorano al Serio: “Mio papà è morto il 18 marzo all’ospedale di Piario dove era stato ricoverato il 14 e risultato positivo il giorno 17 marzo. Lunedì 20 aprile mi chiama ATS di Bergamo per informarmi che il signor Silvano Fantoni (cioè mio papà) doveva sottoporsi al tampone per controllare se era ancora positivo. Nessuno aveva riferito a loro del suo decesso. Ma ci stanno tutti prendendo in giro? Il tampone per noi familiari non è previsto come il test sierologico che in Lombardia dovrebbe partire con almeno 20.000 test al giorno. Anche oggi (martedì 21 aprile) telefonicamente ho chiesto conferma dell’inizio dei test che, come riporta la stampa locale, inizieranno il 23 per operatori sanitari e ancora oggi mi è stato detto che i laboratori ancora non ci sono e inizieranno a farli tra diversi giorni”.
Oltre alla questione dei test sierologici che, con la garanzia di essere immuni, interessa ovviamente numerose aziende e famiglie in attesa della Fase 2, quello che è davvero paradossale è che l’Agenzia di Tutela della Salute non abbia il censimento esatto dei morti. Che ci possa essere stato un errore di comunicazione tra il Comune e Ats potrebbe anche essere ma non si parla di un deceduto di qualche giorno fa. Ma di un mese fa.
Di chiamate di questo tipo inoltre, con inesattezze anche sui defunti, purtroppo, ce ne sono state segnalate diverse. Il sentore è che la gente, nonostante l’emergenza stia rientrando (e fortunatamente) si senta ancora più abbandonata da chi – gli enti tutti – dovrebbero tutelare i cittadini, non lasciarli nella confusione totale.
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????
21 Aprile 2020 at 18:46
SI!
Uno qualunque
21 Aprile 2020 at 21:20
Anch’io sono stato contattato sia dall’ATS sia dall’ospedale di Esine dove è stato fatto il tampone a mio padre. In entrambi i casi mi hanno chiesto come stava e da quanti giorni stava bene. Purtroppo era già scomparso da più di 10 giorni….
Alex
21 Aprile 2020 at 21:26
Anch’io sono stato contattato sia dall’ATS sia dall’ospedale di Esine dove è stato fatto il tampone a mio padre. In entrambi i casi mi hanno chiesto se mio padre stava bene e da quanti giorni stava meglio. Purtroppo era già scomparso da più di 10 giorni ….
gian
21 Aprile 2020 at 22:59
Ma in che mani è la sanità bergamasca? Dopo i disastri combinati ad alzano non sono capaci neanche di censire i morti, mandategli un abbonamento all eco. E questi dovrebbero sorvegliare l eventuale seconda ondata