Cronaca
Guariti due pazienti bergamaschi trasferiti in Molise
Guariti due pazienti bergamaschi trasferiti in Molise.Curati nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Cardarelli, ora sono a casa.
Quando hanno riaperto gli occhi si sono ritrovati a Campobasso, in Molise. A poco meno di 800 chilometri da casa. È nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Cardarelli del capoluogo molisano che si sono conosciuti due pazienti bergamaschi affetti da Covid-19 e trasferiti fuori dalla Lombardia per essere curati nell’ambito della collaborazione Cross (la Centrale remota operazioni soccorso sanitario attivata dal Dipartimento della Protezione civile, ndr).
Due pazienti bergamaschi in Molise
Dopo oltre un mese i due pazienti bergamaschi in Molise sono ufficialmente guariti sconfiggendo il Coronavirus. Nati entrambi nel 1954: uno di nazionalità peruviana e residente ad Azzano San Paolo, l’altro residente a Bergamo. Sono finiti nella stessa stanza d’ospedale nel piccolo Molise. Manco Villavicencio era stato trasportato in ospedale a Bergamo in ambulanza e il suo trasferimento era stato predisposto con l’aggravarsi delle condizioni. Mario Minola, invece, era stato accompagnato in pronto soccorso dalla moglie e dai figli: poi il buio, i suoi ricordi si fermano a quel giorno.
Arrivati intubati, lo scorso 15 marzo, quando le terapie intensive già scoppiavano in tutta la Lombardia, i due 66enni sono finiti dritti nel reparto di Rianimazione del Cardarelli. Fino a quando le loro condizioni sono migliorate e sono stati trasferiti nel reparto di malattie infettive. Il percorso riabilitativo per tornare nel pieno delle forze appare ancora lungo, ma il peggio è alle spalle.
Il racconto dell’architetto Minola
Ne è ben consapevole l’architetto Minola che, piano piano, sta ritrovando lo spirito giusto: “Mi sono trovato qua, mi hanno detto lei è guarito. Ma non sapevo nemmeno di cosa fossi malato – ha riferito ai microfoni della stampa locale – Poi ho ricominciato la rieducazione: sono felice di essere stato trasferito a Campobasso. Mi trovavo nel mondo dei morti e sono rinato. Ora, come i bambini, dovrò imparare a fare le cose più semplici, come la mia nipotina di un anno. Mia moglie mi ha assicurato che mi darà tutto il sostegno possibile. Non vedo l’ora di riabbracciarla”.
Magari insieme poi torneranno a visitare il Molise e a trovare i nuovi amici e il personale sanitario del Cardarelli che Mario, prima di ripartire per tornare a Bergamo, ha voluto ringraziare: “Ho preso il numero telefonico di tante persone. Sono un amante del Sud: mi piace il calore della gente, l’ospitalità e il senso che danno alla vita. Non siamo così noi del Nord: siamo troppo ansiosi, sempre a correre dietro. Ma a che cosa? Tanto devi lasciar tutto qui, su questa terra. Appena torno a casa chiudo lo studio e lo lascio a mio figlio, voglio vivere serenamente con mia moglie quello che il Signore mi darà ancora da campare”.
Una cosa però Mario non la cambierebbe mai con il Sud: il prosecco. “Stapperò una bottiglia appena torno a casa. Avete anche voi il vino buono, però se bevi una bottiglia e cominci con 16 gradi, devi morire prima di cominciare”. Un brindisi sempre più vicino, visto che proprio nella giornata di giovedì 23 aprile Mario e Manco hanno salutato Campobasso e sono rientrati a Bergamo.
Antonello Di Lella
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Franco
24 Aprile 2020 at 18:25
Semplicemente Meraviglioso
????Timoteo
25 Aprile 2020 at 0:51
Buon 25 Aprile brava gente guarita, penso proprio che per voi questo sara un 25 Aprile fantastico.
La liberazione non bisogna ricordarla un solo giorno dell’anno, la libertà non si celebra come evento ma come fatto da salvaguardare ogni giorno. Queste sono parole di Sandro Pertini, Partigiano e Presidente, ricordiamocelo sempre anche quando dei droni ci voleranno sopra…
elia capitanio
25 Aprile 2020 at 9:47
auguri evviva il sud