Cronaca
Coronavirus, riapertura ospedale Alzano: i Nas nell’ufficio di Gallera
I Nas di Brescia hanno chiesto documenti alla sede di Regione Lombardia riguardo alla chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano Lombardo dopo i primi casi positivi.
Non si ferma il lavoro dei Nas di Brescia che, nell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione dei primi pazienti Covid all’ospedale di Alzano Lombardo, hanno chiesto documenti alla sede di Regione Lombardia.
I carabinieri mercoledì 29 aprile si sono presentati negli uffici dell’assessorato al Welfare Giulio Gallera per acquisire documenti sulla chiusura e riapertura del pronto soccorso del Pesenti Fenaroli. Il giorno sotto osservazione è il 23 febbraio. I Nas hanno anche acquisito atti sulle Rsa bergamasche. L’ipotesi di reato è epidemia colposa.
L’inchiesta è partita a inizio aprile quando i Nas hanno fatto visita all’ospedale di Alzano e a quello di Seriate, dove si trovano gli uffici della direzione dell’azienda ospedaliera ASST Bergamo Est. L’inchiesta è del procuratore facente funzione Maria Cristina Rota, con due sostituti. Al momento la magistratura è in fase di accertamento, non ci sono indagati.
Il 23 febbraio chiusura e apertura dell’ospedale di Alzano Lombardo dopo i primi positivi accertati
Come abbiamo ripercorso più volte, anche grazie alle preziose testimonianze dei parenti delle persone che si trovavano ricoverate al Pesenti Fenaroli, domenica 23 febbraio è stato il giorno zero per il Coronavirus in Val Seriana e in bergamasca.
Nella notte tra il 22 e il 23 febbraio infatti vennero fatti i tamponi ai primi due casi sospetti, Erneso Ravelli di Villa di Serio, 83enne che che si trovava nel reparto di Chirurgia e che morirà la stessa sera del 23; e Alfredo Criserà, 66enne di Nembro che si trovava in Medicina e che morirà un mese dopo.
La positività, arrivata presumibilmente attorno a mezzogiorno, fece allertare l’unità di crisi che alle 15 circa decise di chiudere il pronto soccorso e i reparti, poi in serata comunicò la riapertura senza fornire direttive precise ma soprattutto lasciando andare a casa il personale e i parenti entrati in contatto con i positivi senza alcun tampone e senza metterli in isolamento, favorendo così il dilagare del virus.
Secondo le cronache riportare sulla stampa locale e sui canali nazionali la responsabilità della riapertura è da attribuire alla Regione. Lo stesso braccio destro di Gallera, il direttore generale dell’assessorato regionale al Welfare Luigi Cajazzo, così aveva dichiarato al TG1: “È stato chiuso per circa tre ore il pronto soccorso, effettuata la sanificazione così come quella dei reparti dove erano stati i pazienti Covid, è stato poi riaperto il pronto soccorso con percorsi separati accettando solo casi urgenti. Chiudere Alzano avrebbe significato dover chiudere nei giorni precedenti gli ospedali di Lodi, Crema, Cremona e Pavia e in quelli successivi tutti gli ospedali della Lombardia, negando l’assistenza a tanti pazienti che invece abbiamo curato”.
Una versione sulla quale la stessa Magistratura vuole fare chiarezza per capire, tra le altre cose, come sia stato possibile in poche ore sanificare il pronto soccorso e i reparti con i pazienti e i visitatori chiusi dentro.
La cronaca del 23 febbraio ad Alzano Lombardo
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roby.-.
1 Maggio 2020 at 17:40
Qualche cosa si sta muovendo speriamo di positivo non solo il virus..
Forza e buon LAVORO.-.
????
1 Maggio 2020 at 18:20
Non ci resta che sperare nei NAS.
Ma si sa, che chi campa sperando…
gian
1 Maggio 2020 at 19:30
Le giustificazioni di Cajazzo sono quantomeno ridicole, Alzano era il secondo ospedale con pazienti positivi al coronavirus, andavano applicate le stesse procedure seguite a codogno, quindi in questa vicenda hanno smentito se stessi. Se pensiamo che dal 23 febbraio al 8 marzo non è stato messo in atto nessun contenimento in quella zona, ospedale e paesi compresi, ecco spiegata l’ ecatombe in valle seriana, non a caso anche Conte parla malvolentieri di questa vicenda, e quando lo fa falsifica le date.
Luigi
1 Maggio 2020 at 21:06
Già, concordo con Gian e come ho detto altre volte quel periodo lì “loro” l’hanno rimosso!
Marco
2 Maggio 2020 at 9:10
Tutto andrà molto per le lunghe, la gente ricomincerà ad uscire ed a lavorare, lasceranno tempo affinché tutto diventi sbiadito e quando le memorie si affievoliranno, tutto verrà “dimenticato” in un polveroso ignoto faldone. Non escludo creino un diversivo impattante sull’opinione pubblica in modo da veicolare l’attenzione in altre faccende.
Poi a settembre senza vergogna si ripresenteranno puntuali alla festa provinciale leghista quì ad Alzano, ma io sarò lì ad attenderlo spero non solo.