Cronaca
I militari Russi tornano in patria: il grazie dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo
Il grazie del Papa Giovanni ai militari russi che domani ritorneranno in patria.
Si è svolto oggi al Presidio Medico Avanzato dell’ASST Papa Giovanni XXIII alla Fiera di Bergamo il saluto al contingente russo, arrivato in aiuto alla fine di marzo nell’ambito della missione “Dalla Russia con amore”.
I militari infatti torneranno in Russia domani, dopo aver dato un contributo importante all’Ospedale di Bergamo e a tante altre strutture e istituzioni bergamasche.
32 sanitari russi, 28 medici e 4 infermieri, dopo un periodo di training all’Ospedale di Bergamo, hanno lavorato al Presidio della Fiera dal 6 aprile, occupandosi in particolare dei pazienti ricoverati in terapia intensiva.
“Grazie al contingente russo e in particolare al personale sanitario che ci ha supportato nel nostro Presidio medico avanzato fin dal primo giorno della sua apertura, dando un contributo fondamentale nella gestione dei pazienti, in particolare quelli più gravi – ha dichiarato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Abbiamo fatto un lavoro importante e siamo un esempio di integrazione tra diverse istituzioni, che hanno dimostrato di saper lavorare insieme per dare una risposta veloce e qualificata ai bisogni di un territorio travolto da un’emergenza senza precedenti”.
Al via la fase 2 all’ospedale Papa Giovanni XXIII
La partenza dei militari russi coincide con l’avvio per il Papa Giovanni XXIII di una fase 2, dove il Presidio medico avanzato alla fiera di Bergamo, se opportunamente sostenuto da Protezione civile e ANA, resterà per supportare un eventuale necessità di posti letto. Attualmente sono ricoverati 34 pazienti di cui 6 in terapia intensiva e 28 in degenza bassa intensità”.
“Fortunatamente a oggi la pressione per i ricoveri è terminata – ha specificato la dottoressa Stasi – ma il presidio in Fiera non perderà la sua funzione, che è quella di restare prudenzialmente allestito in vista di una possibile ripresa del virus, e di essere impiegato per tutti quei bisogni, ambulatoriali soprattutto, legati alla Fase 2. Il Covid è una malattia che richiede anche controlli successivi alla dimissione e grazie a questa struttura avremo ulteriori spazi da utilizzare in tal senso”.
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gian
7 Maggio 2020 at 18:38
Tra le tante cose negative di questa pandemia, questa missione poteva essere interpretata come un “disgelo” tra i due blocchi militari, èla prima volta che militari russi possono operare in un paese della nato, invece ha subito destato malumori tra gli alleati, in particolare gli americani. Anche Putin ci ha messo del suo, invece che tutti militari e soprattutto specialisti poteva mandare personale sanitario civile. Ma penso che l esigenza di trovare informazioni di prima mano e dirette su questo virus è troppo importante.
Giovanni
8 Maggio 2020 at 8:51
Cina, Russia, Cuba, Albania, Brasile ci hanno inviato i loro medici e specialisti in aiuto , altri stati extra europei ci hanno fornito materiale sanitario, e dobbiamo essere a loro grati. Dai pesi europei tanto solidali a parole e che si considerano nostri fratelli che aiuti abbiamo avuto?
Ci hanno presi in giro e offesi.
Se in caso di bisogno una persona mi tende la mano non guardo chi sia ma la accetto e lo ringrazio con tutto il cuore.
Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato .