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Cronaca

Coronavirus, triplicati gli infarti – lo rivela uno studio

Molte persone non sono morte direttamente per il Covid-19 ma per infarto che può essere o una conseguenza della malattia o essere causato dal mancato trattamento della sintomatologia.

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Molte persone, anche in bergamasca, non sono morte direttamente per il Covid-19 ma per infarto. Questo può essere o una conseguenza della malattia o essere causato dal mancato trattamento della sintomatologia.

In piena emergenza Covid-19 infatti è triplicata la mortalità per infarto. L’allarme arriva dai cardiologi della Sic (Società italiana di cardiologia) e si basa sui numeri contenuti in uno studio multicentrico nazionale – il primo italiano – condotto in 54 ospedali valutando i pazienti acuti ricoverati nelle Unità di terapia intensiva coronarica (Utic) nella settimana tra il 12 e il 19 marzo.

Il tempo fattore cruciale

Lo studio targato Sic, che in corso di pubblicazione sulla rivista ‘European Heart Journal’, “durante il periodo Covid ha registrato una mortalità tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019, passando al 13.7% dal 4.1 % – afferma Carmen Spaccarotella, co-autrice del lavoro -. Un aumento dovuto nella maggior parte dei casi a un infarto non trattato o trattato tardivamente. Infatti, il tempo tra l’inizio dei sintomi e la riapertura della coronaria durante il periodo Covid è aumentato del 39%. Questo ritardo è spesso fatale perché nel trattamento dell’infarto il tempo è un fattore cruciale. L’età media di questi pazienti è stata di 65 anni“.

“L’organizzazione degli Ospedali e del 118 in questa fase è stata dedicata quasi esclusivamente al Covid-19 – spiega il presidente della Società Italiana di Cardiologia, Ciro Indolfi – e molti reparti cardiologici sono stati utilizzati per i malati infettivi. Così, per timore del contagio, i pazienti ritardano l’accesso e arrivano in condizioni sempre più gravi, con complicazioni, che rendono molto meno efficaci le cure salvavita come l’angioplastica primaria. Se questa tendenza dovesse persistere e a rete cardiologica non sarà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che di Covid-19”.

Il Coronavirus potrebbe danneggiare il cuore

Il Covid-19 potrebbe inoltre danneggiare anche il cuore, come nell’infarto. Aumentano infatti i casi in Italia e all’estero di pazienti che arrivano in ospedale con i sintomi dell’infarto ma che in realtà hanno il coronavirus. Il virus potrebbe cioè provocare miocardite, una forte infiammazione che danneggia il cuore come in un infarto, anche se non c’è ischemia (ostruzione delle arterie). Uno dei primi casi di questo genere è stato descritto ad aprile sulla rivista Jama Cardiology da Marco Metra, cardiologo degli Spedali Civili di Brescia.

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1 Commento

1 Commento

  1. Rodolfo

    12 Maggio 2020 at 22:33

    Trattate meglio i titoli di testo!
    Così fate credere una cosa diversa dal contenuto dell’articolo che pubblicate. Anche perché oggi al TG hanno dato una notizia contraria, ma parlavano di infarti non legati al coronavirus.

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