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Cronaca

Come e chi può donare il plasma

Donazioni di plasma iperimmune: come fare. Può donare chi ha avuto la malattia ed è guarito e ha un’età compresa tra i 18 e i 67 anni.

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Donare il plasma per aiutare chi sta ancora combattendo contro il Covid-19. E’ ora possibile per chi è guarito dare un contributo immediato e concreto alla cura dei pazienti ricoverati in ospedale a causa del Coronavirus con una donazione di plasma, la parte liquida del sangue.

Chi può donare il plasma

Per donare è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 67 anni, aver avuto la malattia confermata da un tampone positivo ed essere guariti, condizione accertata da due tamponi negativi consecutivi.

La somministrazione di plasma è ancora una cura sperimentale e l’Ospedale di Bergamo ha aderito allo studio che si pone l’obiettivo di verificarne l’efficacia.

“L’idea di usare il plasma raccolto da persone precedentemente infette è tra le terapie che stiamo testando per i pazienti Covid positivi che permangono in una condizione critica – commenta Anna Falanga, Direttore del Dipartimento interaziendale di Medicina trasfusionale ed ematologia della provincia di Bergamo -. La terapia si sta dimostrando efficace, ma vanno approfonditi tanti aspetti, dai tempi della somministrazione alla tipologia di malato che può effettivamente trarre beneficio dal trattamento. È necessario quindi generare casistica e dati da analizzare per mettere a punto una strategia valida, ma anche priva di rischi. Per fortuna abbiamo alle spalle decenni di esperienza nel settore delle terapie immunoematologiche, anche se di questo virus in particolare si sa ancora poco”.

Come viene effettuata la donazione del plasma

La donazione di plasma viene effettuata, previa attenta valutazione clinica e laboratoristica di idoneità alla donazione, con una procedura di plasmaferesi, che dura circa 40 minuti. Chi vuole dare il proprio prezioso contributo a questo progetto ed ha le caratteristiche richieste, può inviare una email all’indirizzo simt.qualita@asst-pg23.it.

“La procedura è per certi versi simile alla donazione di sangue – ha spiegato Anna Falanga -. Il prelievo avviene dalla vena del braccio con effetti collaterali scarsi o nulli per il donatore, che può tornare alla sua vita normale subito dopo la donazione”.

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4 Commenti

1 Commento

  1. Max

    14 Maggio 2020 at 8:11

    Una buona notizia, peccato che per ogni “malato guarito” a cui si è fatto il tampone, ci siano 10 “inconsapevoli guariti” a cui non si è mai fatto il tampone, quindi una grande quantità di plasma persa che potrebbe aiutare come terapia.
    Come sempre l’INETTITUDINE della nostra classe politica (sia regionale che del governo) rende queste iniziative vane….è come andare in guerra contro un esercito di milioni di soldati solo con una pistola con 6 colpi in canna.

  2. Alberto

    14 Maggio 2020 at 13:34

    Spero che la misurazione delle immunoglobuline venga presto inserita anche negli esami dei donatori Avis, così che si possa sfruttare anche questo importante canale.

  3. Mario

    14 Maggio 2020 at 21:54

    Per Max:
    Sei male informato. Non è il Governo che impedisce i tamponi, ma la nostra Regione Lombardia che ne impedisce la fattibilità, a meno che uno non se li paghi di tasca sua: 100/120 €

  4. Erika Verga

    18 Maggio 2020 at 11:14

    È vero che le donne che hanno avuto gravidanze non possono donare plasma iperimmune e perché?

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