Patrizia Baffi (IV) si auto nomina e viene eletta (dalla maggioranza) presidente della Commissione d’inchiesta in Regione

Patrizia Baffi, unica rappresentante del partito renziano in Consiglio regionale lombardo, si è auto nominata alla presidenza della Commissione d’inchiesta voluta dalle minoranze, di cui il suo partito fa parte. Ma ha ottenuto più voti rispetto a Jacopo Scandella, consigliere del PD espresso dalle minoranze anche per la sua origine bergamasca, grazie al supporto della maggioranza.

Di fatto la Baffi, che aveva già evitato la sfiducia all’assessore Giulio Gallera uscendo dall’aula, si è prestata a favore dei gruppi di maggioranza che per due votazioni precedenti avevano escluso la possibilità che Scandella fosse presidente della Commissione.

Il M5S tra proteste, abbandono dell’aula e ritiro dei consiglieri dalla commissione d’inchiesta

Il M5S Lombardia ha duramente contestato in Consiglio regionale la decisione della maggioranza del Consiglio regionale di eleggere Patrizia Baffi, di Italia Viva, a Presidente della Commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza coronavirus.

Il Movimento oltre a polemizzare con cartelli ha ironicamente consegnato al Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi due lettere di dimissioni di Gallera indirizzate a Fontana richiamando la scivolata dell’Assessore che potrebbe contagiarsi solo con due infettati.

Il M5S ha abbandonato poi i lavori consiliari e nei prossimi giorni ritirerà i propri consiglieri dalla Commissione d’inchiesta.

Dario Violi, consigliere regionale del M5S Lombardia, dichiara: “Italia Viva ha scelto di schierarsi con il centrodestra: non può rappresentare l’opposizione in una Commissione che deve indagare sulla gestione dell’emergenza Coronavirus. I lombardi chiedono risposte e chiarezza su quanto accaduto: abbiamo bisogno di una indagine seria e approfondita. Evidentemente il salvataggio di Salvini a Roma ha premiato Italia Viva in Lombardia”.

Il commento di Scandella: “la maggioranza si è scelta il controllore”

“Chiunque venga da Bergamo, chiunque abbia vissuto la pressione degli ultimi mesi, non può che volere una Commissione d’inchiesta regionale che lavori bene, che non faccia sconti a nessuno, che individui gli errori commessi e le soluzioni possibili per evitarli in futuro. 
E’ proprio per questo, per il territorio da cui provengo, che 28 consiglieri di minoranza su 31 hanno indicato il mio nome per il ruolo di Presidente di questa commissione. La maggioranza da sola, con una forzatura istituzionale mai vista prima, ha scelto invece di ignorare l’indicazione della minoranza, a cui spetta il Presidente, ed eleggere la consigliera Patrizia Baffi. Di fatto, si sono scelti il controllore. Preferiscono insabbiare fin da subito ogni lavoro d’inchiesta? Impedire che si possano individuare le responsabilità? Noi non possiamo e non vogliamo essere complici di questo”.

Anelli (Lega): “Collaborazione non vuol dire imposizione”

“Ai colleghi di minoranza rispondo che collaborazione non significa imposizione” – così il capogruppo della Lega al Pirellone, Roberto Anelli, ha replicato in aula in merito all’elezione di Patrizia Baffi (IV) alla presidenza della Commissione d’Inchiesta sul Covid-19. 

“Il concetto di democrazia portato avanti da PD e M5S? O si vota quello che dicono loro oppure non va bene. E’ un’idea di confronto che non poteva avere il nostro assenso, dato che la Commissione d’Inchiesta deve essere un organismo super-partes e non uno strumento nelle mani di una parte politica”. 

“Considerato il fatto che ci sono stati 3 candidati alla Presidenza, credo che l’opposizione, chiaramente spaccata, cerchi di far ricadere i propri problemi sulla maggioranza”.

“Ricordo infine che in Lombardia la Commissione d’Inchiesta è stata voluta fin dall’inizio anche dalla maggioranza di centrodestra, a differenza dell’Emilia Romagna dove i cosiddetti “democratici” di centrosinistra, al governo della Regione, hanno bocciato la richiesta di istituirla”.

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