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Dall’Apparizione al coccodrillo, è festa a Ponte Nossa

Il 2 giugno a Ponte Nossa è la Festa dell’Apparizione della Madonna, celebrata tutt’oggi dopo più di 500 anni. Ripercorriamo la storia del Santuario e la leggenda del coccodrillo.

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Il 2 giugno a Ponte Nossa non è solo la Festa della Repubblica ma è la Festa dell’Apparizione della Madonna, celebrata tutt’oggi dopo più di 500 anni.

Quest’anno la festa si svolge seguendo le restrizioni dovute alle misure di contenimento del Covid-19 con la presenza di bancarelle solo sul sagrato della chiesa e negozi aperti tutta la mattina.

La storia del Santuario e la leggenda del coccodrillo

Un luogo di miracoli che per secoli ha richiamato migliaia di pellegrini attratti dalle vicende straordinarie di questo santuario, che ospita anche un leggendario coccodrillo: è il Santuario della Madonna delle Lacrime di Ponte Nossa. 

Uno spazio amato e custodito dalla comunità che oggi riluce di decorazioni moderne come una gemma preziosa. Quello che si può fare all’interno è un viaggio dal medioevo ai giorni nostri. Il punto di partenza è la lacrimazione del  dipinto nel 1511 le cui vicende sono raccontate da un apposito percorso didattico allestito per accogliere i visitatori.

Il miracolo

Il miracolo avvenne il 2 giugno 1511 quando l’occhio sinistro della Madonna raffigurata sul dipinto che si trovava all’esterno della chiesetta di Santa Maria, collocata all’ingresso del paese, fu visto piangere lacrime di sangue da una fanciulla insieme ad alcune coetanee. Le ragazze asciugarono le lacrime di Maria con un grembiule e immediatamente riferirono l’accaduto ad alcuni uomini, tra cui un cavaliere. L’incredulità di quest’ultimo gli costò la perdita istantanea della vista, recuperata solo dopo che si pentì rivolgendosi in preghiera proprio alla Madonna.

Il fatto destò un clamore immediato e si decise, dopo l’approvazione dell’autorità ecclesiastica, di costruire una nuova chiesa, più grande e degna di ospitare al proprio interno l’immagine miracolosa. Dopo circa 60 anni il santuario venne ultimato e fu consacrato.

Dell’edificio colpiscono la semplicità e la severità della facciata in pietra grigia, alleggerita da un grande rosone, da alte e strette finestre e da un mosaico dell’Annunciazione. Al rigore dell’esterno fa da contrappunto la ricchezza interna di affreschi, pitture e raffigurazioni sacre.

Di particolare rilievo il polittico cinquecentesco attribuito alla bottega dei Vivarini e l’immagine miracolosa della Madonna cui è dedicato il Santuario. Vi si trovano poi diverse tavolette votive dedicate alla Madonna stessa, segni tangibili della fede popolare.

Il coccodrillo

Tradizione vuole che a fine Cinquecento nei pressi di Rimini un certo Bonelli de’ Ferrari, mercante originario di Premolo, si imbatte in un coccodrillo sulle sponde del Mar Adriatico. L’esemplare è conservato all’interno del Santuario della Madonna delle Lacrime di Ponte Nossa.

Documentata per la prima volta nel 1594 in occasione della richiesta di rimozione avanzata dalle autorità, la “lucertola marina” sarebbe stata uccisa dal mercante nel 1518 dopo che lo stesso avrebbe invocato in suo aiuto la Madonna delle Lacrime. Una volta scuoiato, l’animale sarebbe stato successivamente trasferito nella chiesa seriana dove ancora oggi è custodito.

Con ogni probabilità però la versione più reale racconta che il coccodrillo fu acquistato dal mercante seriano durante uno dei suoi viaggi nell’area mediterranea e in seguito donato alla chiesa come ex voto alla Madonna.

Oltre alla storia di Bonelli de’ Ferrari, diverse sono le leggende sorte attorno all’uccisione del rettile come quella ambientata in un lago vicino a Ponte Nossa e che avrebbe visto protagonista una giovane con un bambino.

La ragazza, attaccata dall’animale, avrebbe implorato la protezione della Madonna che l’avrebbe salvata grazie al provvidenziale intervento di un cacciatore. Quest’ultimo, in grado di uccidere il coccodrillo, avrebbe in seguito imbalsamato il rettile e poi portato in chiesa.

Nonostante le richieste di rimozione avanzate nel 1594 e nel 1700, il coccodrillo rimase sempre all’interno del Santuario e ancora oggi è possibile osservarlo appeso al soffitto della chiesa. E’ stata restaurato nel 2018 ed è stato anche esposto al Museo Bernareggi in occasione della mostra sulla pittura di Giovan Paolo Cavagna.

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1 Commento

1 Commento

  1. Marco De Donno

    27 Giugno 2020 at 9:24

    Bell’articolo.
    Grazie per tenere accese anche sul web memorie molto care agli abitanti del luogo, ma fuori da una ristretta area della Lombardia praticamente sconosciute.

    Quanto al povero rettile, mi pare di aver sentito raccontare anni ed anni addietro anche delle storiacce sessiste a riguardo -che ovviamente non riporto- le quali se non altro colorano di vissuto una memoria locale che non è semplice riscoperta, ma un filone di continuità nei secoli.

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