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Cronaca

RSA: aperture rimandate a quando? E’ scontro tra Regione e strutture

Le regole per la riapertura delle RSA si scontrano con le difficoltà delle Società di gestione. E intanto le case di riposo non riaprono.

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Continua lo scarico di responsabilità tra Regione e enti gestori delle RSA in Lombardia, dove molte famiglie sono sotto pressione e in difficoltà. L’apertura è rimandata “sine die” in ogni provincia: le regole e le misure per la sicurezza si scontrano con le difficoltà delle Società di gestione che hanno o stanno mettendo in cassa gli operatori per le difficoltà economiche intervenute per l’emergenza. 

FNP CISL Lombardia ha aperto da tempo un confronto con Regione e Case per cercare di trovare la soluzione migliore. Importante è tenere conto soprattutto delle esigenze delle famiglie e delle necessità dei lavoratori.

Liste d’attesa con casi urgenti senza risposte

Continuiamo a ricevere mail e telefonate da parte di molti parenti di persone in lista di attesa, alcune di queste anche in condizioni di assoluta urgenza e necessità – dice Emilio Didonè, segretario generale dei pensionati CISL regionali -. Dalle RSA ricevono risposte insufficienti e soprattutto non risolutive. D’altronde, si sono riversate sulle case di riposo una serie di misure da ottemperare per le quali servono risorse che oggi mancano, creando un circolo vizioso che si ripercuote su lavoratori e famiglie. Continueremo a stare sul pezzo per cercare di fare ripartire l’ingresso degli ospiti e le visite dei parenti in sicurezza nelle Rsa, ma, in particolare, abbiamo il compito di aiutare le famiglie, di salvaguardare i posti di lavoro, di proteggere il personale che ha il diritto di lavorare in sicurezza.  Oggi  – continua il segretario FNP – siamo tutti più consapevoli di questa emergenza sanitaria e sociale. Ciascuno si deve assumere il proprio pezzo di responsabilità, compresi Enti erogatori, regione Lombardia, Ats lombarde, operatori e famiglie”. 

Per quanto ci riguarda – conclude Didonè –, il sindacato pensionati è pronto a fare la sua parte se opportunamente coinvolto. Enti erogatori e regione Lombardia lo sanno da tempo”.

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