Cronaca

Nembro, le commosse parole del sindaco: “La nostra comunità è stata coesa”

Nembro, le commosse parole del sindaco Claudio Cancelli alla Messa per le vittime del Covid-19: “La nostra comunità è stata coesa”

Pubblicato

4 anni fa

24 Giugno 2020

Redazione

Mesi terribili: così li definisce Claudio Cancelli, sindaco di Nembro riferendosi ai mesi di marzo, aprile e maggio. Quelli segnati dal dramma del Coronavirus in Val Seriana e in provincia di Bergamo. Ma sopratutto a Nembro, uno dei comuni più colpiti dell’Italia. Martedì 23 giugno l’amministrazione comunale, con la Parrocchia, ha organizzato una Messa a cui hanno partecipato un migliaio di parenti delle 188 vittime del Covid-19. Un momento liturgico, concelebrato dall’arciprete Antonio Guarnieri con circa una ventina di parroci di Nembro o che lì hanno prestato servizio. Ma anche un momento laico: ieri infatti è stata la prima vera occasione per molti nembresi di ritrovarsi, seppur a distanza di sicurezza, per condividere il lutto, il dolore e la necessità di ripartire.

La Santa Messa si è svolta al centro sportivo Saletti, secondo le normative vigenti. Presenti diverse autorità. Dopo il Vangelo sono stati letti i 188 nomi delle vittime, in un silenzio surreale scandito solo dai rintocchi della campana. Un suono per ogni defunto. Un dolore straziante ma necessario da rivivere, per non dimenticate.

Alla fine della celebrazione Cancelli ha preso la parola senza risparmiarsi di fronte ai propri cittadini come ha fatto in tutti questi mesi mandando messaggi video. Ha ripercorso i mesi terribili, le settimane di marzo – le peggiori – in cui sono morte anche 10 persone al giorno. Ha ricordato l’enorme sforzo fatto da tutta la comunità nell’aiutare chi era in difficoltà e poi ha ringraziato i nembresi, per la dignità mostrata di fronte a un dramma senza precedenti. E si è anche commosso, impossibile trattenere le lacrime. “Ora pensiamo alla ripartenza – ci ha detto a fine Messa -, senza dimenticarci di quanto la nostra comunità sia stata coesa. Anzi, dev’essere proprio questo il punto da cui ricominciare a vivere anche per chi non c’è più”.