Cronaca
Lavoratori precari della sanità senza bonus, venerdì sciopero nazionale
Lavoratori precari della sanità senza bonus, venerdì sciopero nazionale e presidio a Milano fuori dalla Regione. “Serve lo stesso trattamento dei dipendenti”, rivendicano i sindacati.
Sono circa 3500 i lavoratori “somministrati” dalle agenzie interinali presso le principali strutture sanitarie pubbliche lombarde (ospedali, presidi ecc..). Si tratta di operatori che hanno combattuto in prima linea il covid all’interno di corsie, rianimazioni ed ambulatori, mettendo quotidianamente a rischio la propria salute. Proprio come i tanti medici, infermieri, OSS e ASA che dipendono direttamente dalle aziende sanitarie. Tuttavia, mentre questi ultimi stanno beneficiando di trattamenti economici accessori ed integrativi premianti, giustamente riconosciuti per l’impegno profuso durante l’emergenza epidemiologica, grazie all’accordo raggiunto tra Regione e sindacati, i somministrati sono rimasti a bocca asciutta.
E da qualche settimana, le organizzazioni lombarde di Felsa Cisl , Nidil Cgil e Uiltemp, che ne hanno rappresentanza, hanno intrapreso una battaglia volta al riconoscimento degli stessi indennizzi anche a vantaggio degli “ interinali”. “ Il 29 maggio scorso ci siamo rivolti a Regione Lombardia per una richiesta di incontro, sollecitandolo nelle settimane successive, senza esito alcuno. ” spiegano i tre segretari generali Guido Fratta ( Felsa) , Mario Santini (Nidil) e Marco Fraoni (Uiltemp).
“Il problema è diffuso in molte altre zone del Paese, cosicchè le nostre strutture nazionali di categoria, in piena sintonia con i livelli regionali, sono giunte a proclamare lo stato di agitazione nella data del 9 luglio” , chiariscono i tre.
Ma anche il tentativo di di conciliazione operato presso il Ministero del Lavoro non ha sortito gli effetti sperati e, FeLSA Nidil e UILTemp hanno così deciso di proclamare lo sciopero nazionale previsto per l’intera giornata di venerdì 24 luglio 2020.
Principio di parità calpestato ancora una volta
“Non possiamo permettere che il principio di parità di trattamento tra lavoratori somministrati e dipendenti venga calpestato ancora una volta. In particolare in un contesto di emergenza e sofferenza come quello vissuto dagli operatori sanitari nei mesi scorsi. Si tratta di un’inconcepibile ingiustizia che si aggiunge alla diffusa pratica di esclusione dei somministrati anche dai risultati della contrattazione decentrata ordinaria e dai relativi premi” sottolineano Fratta, Santini e Fraoni.
Fra i temi dello sciopero anche la richiesta sindacale di superare le disposizioni di legge che escludono in maniera discriminatoria, i lavoratori somministrati dall’accesso alle quote riservate per la partecipazione ai concorsi pubblici. Oltre all’astensione dal lavoro a Milano dalle 10 si terrà un presidio organizzato sotto Palazzo Lombardia cui hanno aderito convintamente anche FP CISL e CGIL e FPS UIL . A sostegno della battaglia le Confederazioni Lombarde di CGIL CISL e UIL
Per Elena Lattuada (CGIL Lombardia) è “davvero incomprensibile e colpevole il silenzio di Fontana e Gallera ripetutamente chiamati a dare risposte ai lavoratori in somministrazione che hanno lavorato fianco a fianco con i dipendenti della sanità in questi mesi di lavoro straordinario. È inaccettabile non riconoscere il lavoro svolto con il giusto riconoscimento economico e con percorsi di stabilizzazione occupazionale oggi possibili. Ugo Duci (CISL Lombardia) è convinto che “l’azione promossa unitariamente da Felsa Nidil e Uiltemp potrà dare voce e forza a lavoratori che hanno fornito una straordinaria prova di impegno e coraggio durante l’epidemia. Il principio di parità di trattamento non è negoziabile e ci aspettiamo un segnale concreto da Regione”. Infine plaude all’iniziativa Danilo Margaritella (UIL Lombardia): “Abbiamo registrato oltre 35 mila morti. Potevano essere almeno 3 volte di più senza l’apporto indiscusso di tutti i lavoratori del comparto della sanità. Anche di coloro che lavorano con contratto somministrato che non si sono mai tirati indietro davanti a tutte le emergenze che hanno dovuto affrontare. Lavoratori che sono stati definiti eroi da parte da quegli stessi vertici regionali che ora si stanno dimenticano di loro”.
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