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Cronaca

Cresce il consumo di acqua potabile, con la pandemia schizza alle stelle

Estate: cresce il fabbisogno di acqua potabile, complice il Coronavirus.

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In estate con l’aumento delle temperature cresce la voglia di rinfrescarsi e dissetarsi. L’estate 2020 si caratterizza anche per il cambio di abitudini: moltissime persone infatti, a seguito della pandemia di Covid-19, trascorrono più tempo in casa e gli smart-workers lavorano per lo più presso la propria abitazione. Un nuovo modo di vivere gli ambienti domestici che porta inevitabilmente ad una crescita dell’utilizzo di acqua: nel trimestre aprile-giugno si è registrato un forte incremento dei consumi, sia per esigenze legate all’igiene che alla salute. La soluzione? Usare “acqua a km zero”, ovvero direttamente dal rubinetto. Potabile, quindi adatta per il consumo umano. Sostenibile, sia economicamente che per il minor impatto ambientale generato. E sicura, visti i numerosi controlli dei parametri chimici e microbiologici a cui viene sottoposta per renderla conforme a quanto previsto dalle normative e dagli standard di qualità indicati dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). 

A spiegare perché l’acqua più vicina, quella che arriva direttamente a casa, è la miglior alleata per combattere la calura, è Uniacque,società totalmente pubblica costituita dai sindaci bergamaschi, che gestisce 7.024 km di acquedotto, 4.284 km di fognatura e 65 impianti di depurazione e diventata di recente gestore anche del servizio idrico nei 28 comuni dell’Isola Bergamasca e della Valle San Martino. L’acqua consegnata alle utenze allacciate arriva da fonti sotterranee quali pozzi o sorgenti. Una volta prelevata, vengono attuate tutte le misure per assicurarne la conformità rispetto al D.lgs. 31/2001 e smi: i trattamenti di potabilizzazione e disinfezione consentono di mantenere elevati standard qualitativi sia dal punto di vista chimico che microbiologico. Inoltre, visto che in estate il fabbisogno idrico è maggiore, vengono costantemente monitorati i livelli nei bacini per prevenire possibili disservizi.  

Ritenere l’acqua del rubinetto poco sicura è un mito da sfatare.

Le caratteristiche chimiche (durezza, acidità o alcalinità, presenza di sali minerali) e organolettiche (odore e sapore) dell’acqua possono, infatti, anche cambiare nel tempo, ma gli standard di sicurezza sono garantiti dai rigorosi controlli operati dal gestore e dalle Aziende di Tutela della Salute (ATS) sulle acque lungo tutto il loro percorso, dall’origine al rubinetto. 

Non solo, considerando che ogni anno nel mondo vengono imbottigliati 80 miliardi di litri d’acqua in contenitori di plastica e che in Italia siamo passati da 5 miliardi di bottiglie di acqua consumate nel 2009 a 10 miliardi nel 2019, diventando a tutti gli effetti i campioni mondiali di consumo di acque minerali in bottiglia, la maggior parte in plastica (terzi dopo Messico e Thailandia), utilizzare l’acqua del rubinetto può essere fondamentale anche per ridurre l’impatto sul pianeta. Con un conseguente vantaggio anche sul portafogli. Basti pensare che 1 euro equivale a una fornitura di circa 2.000 litri di acqua “km zero”, mentre molto spesso questo è il costo di una bottiglia da mezzo litro o 0,75 ml, a seconda del luogo di acquisto. 

«L’acqua del rubinetto è acqua circolante: viene prelevata dai pozzi e, in pochi minuti, arriva a casa, fresca di giornata. È un’acqua microbiologicamente sicura, controllata dal nostro laboratorio con analisi quotidiane presso i centri di produzione e in rete. L’unica cosa che viene demandata all’utente finale è la manutenzione degli impianti privati. In questo modo, possiamo garantire un’elevata qualità e un’adeguata quantità della risorsa idrica, nel pieno rispetto della sicurezza umana e ambientale, rendendo a tutti gli effetti l’acqua del rubinetto di Uniacque una scelta sicura e responsabile» – conclude Paolo Franco, Presidente di Uniacque.

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1 Commento

1 Commento

  1. ????????

    27 Luglio 2020 at 21:27

    I bergamask, hanno imparato che lavarsi le mani fa bene…???? ????????

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