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Cultura

Oltre la pandemia un inno alla vita nella mostra di Umberto Gamba

Dopo la pandemia un inno alla vita nella mostra di Umberto Gamba. Dall’8 agosto aperta “Donna bellissima, Mamma dei popoli”.

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Un inno alla vita che necessariamente si rigenera anche durante e dopo un periodo di pandemia che tanta morte ha causato soprattutto in Val Seriana. La mostra “Donna bellissima, Mamma dei popoli” di Umberto Gamba, artista di Gorno, si inserisce nell’ambito de “Gromo si mostra” promosso dal Comune e dall’Ufficio Turistico di Gromo. L’esposizione si terrà presso la Chiesa di San Gregorio in Piazza Dante a Gromo.

L’inaugurazione si terrà sabato 8 agosto alle 11; aperture dall’8 al 23 agosto dalle 10 alle 12. Sabato e domenica dalle 10 e dalle 12 e dalle 16 alle 19. Aperture su appuntamento al 347 /8402622 o scrivendo a areaumbertogamba@gmail.com.

L’introduzione di Angela Grignani

Nel buio e nel silenzio lasciati dalla pandemia, la Mostra di Gromo 2020 si offre come luogo di luce e di speranza. Qui l’arte di Umberto Gamba diventa intensa energia che parla, che cura, che consola, tanto da sprigionare una bellezza da togliere il fiato. In un contesto sbilanciato sulla morte, queste opere celebrano ad alta voce la vita.

Con la loro calda espressività aiutano a vedere nella sofferenza ancora presente una forza generatrice aperta alla rinascita, perché celebrano la donna che dà la vita e i bambini, spesso trascurati, che sono il nostro futuro.

Le donne sono rappresentate fuori dal tempo, in atteggiamenti feriali di attenzione, accoglienza, preoccupazione, premura, preghiera… Nel loro insieme i dipinti sono un inno all’amore e al coraggio delle mamme, a qualunque etnia appartengano, e celebrano le donne di tutti i popoli del mondo. Donne impegnate in famiglia e nel lavoro, magari sole, immigrate, sfruttate, uccise…, che in ogni angolo della terra donano e sostengono la vita. 

E in tutte le donne c’è Maria, “donna dei nostri giorni”, come dice don Tonino Bello, “donna bellissima, splendida come un plenilunio di primavera”, alla quale chiediamo di tenere deste nel nostro cuore le nostalgie insopprimibili del cielo. La invochiamo come compagna di viaggio, la imploriamo di liberarci dai brividi delle tenebre e di starci vicino quando incombe il dolore, irrompe la prova, sibila il vento della disperazione, o il freddo delle delusioni o l’ala severa della morte. Ci affidiamo alle sue carezze di Madre, perché con lei vicino a noi “ le sorgenti del pianto si disseccheranno sul nostro volto”.

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