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Cronaca

Contratto della sanità privata fermo da 14 anni: lettera di una lavoratrice ad Angelino Alfano

A pochi giorni dal rifiuto di AIOP e ARIS di firmare il contratto della sanità privata la lettera di una lavoratrice della sanità privata al presidente del Gruppo San Donato, Angelino Alfano.

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A pochi giorni dal rifiuto di AIOP e ARIS di firmare il contratto della sanità privata, fermo da 14 anni e con la preintesa già concordata, pubblichiamo la lettera aperta di Roberta Schiavone, tecnica di laboratorio al Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro al presidente del Gruppo San Donato Angelino Alfano.

La lettera ad Alfano

Egregio Presidente,

Le scrivo perché molto preoccupata dopo la lettura della lettera firmata dai presidenti nazionali di AIOP e ARIS che, semplificando, non firmeranno il nuovo contratto per la mancanza di “provvedimenti concreti”. Non aggiungo altro per non tediarla e perché sono convinta che Lei sappia bene a quali “provvedimenti concreti” il suo rappresentante nazionale si riferisca.

Da 32 anni lavoro per il Policlinico S. Pietro in provincia di Bergamo, e da 14 il contratto non viene rinnovato.

Faccio la stessa professione del collega che lavora in sanità pubblica, ma non ho né i riconoscimenti normativi, né economici del dipendente pubblico. E ci mancherebbe!

Io lavoro per un privato, quindi dovrei avere vantaggi e possibilità che solo il lavoro per un imprenditore privato potrebbe offrirmi in termini di procedure snelle nell’organizzazione del lavoro, propensione allo stare al passo con la tecnologia, voglia di sperimentare tecniche innovative per la cura dei pazienti e un lungimirante coinvolgimento e una attenzione alla vita del personale per la crescita dell’azienda.

Dovrei, condizionale, perché nella realtà io e i miei colleghi tutti, dai sanitari agli amministrativi, dai tecnici ai manutentori, dai portinai ai fattorini senza dimenticare gli addetti alla cucina, chef in testa, non solo NON vediamo un rinnovo contrattuale da 14 anni (mi perdoni se mi ripeto, faccio fatica a crederci…) ma non abbiamo neppure riconosciuta l’anzianità di servizio, non abbiamo un canale preferenziale per poter prenotare visite o esami (che paghiamo, ovviamente) non abbiamo una forma di riconoscimento della produttività, né tanto meno un piano di welfare aziendale, e la cosa che mi ha indignato di più è stato NON ricevere neppure il riconoscimento per l’impegno durante i mesi più duri in cui il Covid ha così duramente colpito la nostra provincia.

Non siamo stati i soli, no certo, in compagnia di altre figure impegnate in quei giorni. In tutto: i tecnici di laboratorio e anatomia, gli addetti alla portineria, gli addetti alla mensa e due tecnici addetti alla radioterapia.

Lei può spiegarmi il perché di questa esclusione?

Non capisco questa gestione del personale dividendolo in serie A e B, sembra quasi che chi gestisce il Policlinico neppure sappia come sia stato impegnato in quei terribili giorni, non solo terribili dal punto di vista dello svolgimento della professione ma anche come singole persone con a casa famiglia. Esiste una spiegazione?

E ora questa altra tegola: NIENTE FIRMA DEL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE!!!

Dopo mesi, anni di incontri e di mediazioni, possibile che quello che blocca la conferma di un’ipotesi di accordo che comunque era già stata siglata sia la “mancanza di un provvedimento concreto”?

Non giriamoci intorno, state parlando di soldi. I NOSTRI!!

Vorrei tanto essere corretta da lei: gli accordi che le Regioni e il Ministero hanno assunto a livello economico per agevolarvi, passano tutti attraverso il NOSTRO portafoglio in tema di contributo alla sanità, sbaglio? E io non posso assolutamente, non voglio assolutamente credere che non ne siate coscienti.

In un momento così delicato per tutti noi e per il Paese Italia questi “capricci” hanno davvero il gusto amaro dell’avidità.

Le chiedo di farsi portavoce della frustrazione che aleggia tra il personale e che non giova all’azienda.

Le chiedo di dare un deciso segnale per uscire da questa situazione stagnante.

E le chiedo di venirci a trovare prima di Natale, in presenza o collegati ad una piattaforma on line, per dare un segnale serio di un cambio di passo, un cambio che porti ad uno scambio magari duro ma sempre costruttivo.

Attendo.

Cordialmente

Roberta Schiavone

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1 Commento

1 Commento

  1. ????????

    6 Agosto 2020 at 19:59

    Giusto stamani mentre facevo colazione, mi domandavo dove fosse finito l’Alfano…

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