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Cronaca

Mancata zona rossa in Val Seriana: lo stralcio del verbale del 3 marzo

Mancata zona rossa in Val Seriana: lo stralcio del verbale del 3 marzo. Il Comitato indicava di chiudere Alzano e Nembro ma questo non si fece mai.

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Uno stralcio del verbale del fatidico 3 marzo 2020 spiega definitivamente come il Comitato Tecnico Scientifico avesse indicato la necessità di istituire una zona rossa nella bassa Val Seriana, nei comuni di Nembro e Alzano, focolaio della bergamasca mai contenuto. Ma, come tristemente sappiamo, questa misura non è mai stata intrapresa.

Il Comitato, dopo aver ricevuto dalla Regione i numeri dei contagi dei due comuni, proponeva di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa, al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue.

Come mai il parere del Comitato sia rimasto e inascoltato e a chi toccasse la responsabilità di chiudere, sono questioni che saranno chiarite dalla magistratura. Quello che è certo è che: da una parte una richiesta formale di chiusura da parte della Regione Lombardia (come dichiarato dall’assessore Gallera in diverse occasioni) non è mai arrivata a Roma; dall’altra è certo che le indicazioni del Comitato sono rimaste inascoltate da parte del Governo. Solo domenica 8 con il DPCM si prenderanno provvedimenti più restrittivi senza comunque chiudere tutto in quello che è diventato il focolaio più aggressivo d’Italia.

Inizio marzo era troppo tardi?

Un’altra domanda però resta ancora senza risposta: il parere del Cts è del 3 marzo, ben 10 giorni dopo la scoperta dei primi casi all’ospedale di Alzano. Come mai in bassa Val Seriana non si è intervenuti tempestivamente come a Codogno, nel lodigiano dove si scoprì il paziente 1 (il 21 febbraio) chiudendo ospedale e istituendo subito la zona rossa? Se a inizio marzo la zona rossa poteva sembrare una misura tardiva perché non è stata intrapresa con la stessa celerità con cui Governo e Regione hanno condiviso per tutelare la zona di Lodi? A queste domande risponderà l’inchiesta in corso condotta dal Procuratore aggiunto Maria Cristina Rota. Intanto ai cittadini della Val Seriana restano tanta amarezza e i centinaia di morti da piangere.

Documento pubblico con accesso agli atti

A rendere pubblico lo stralcio del verbale è il consigliere regionale bergamasco di Azione Niccolò Carretta che commenta così la parte del testo resa nota:

“Il 3 marzo 2020, in piena emergenza, si svolse una riunione molto importante di cui, grazie ad un accesso agli atti che ho depositato il 7 aprile, ho ottenuto il verbale che mancava e che si aggiunge a quelli che il TAR ha chiesto di desecretare. Purtroppo, come sapete, la zona rossa non è mai arrivata e questi documenti, insieme alle indagini della magistratura aiuteranno a capire quali possono essere state le conseguenze di quella non-scelta. Io, lontano dal voler giudicare, proseguo nella mia battaglia per la verità e per la chiarezza su tutti i fatti che hanno coinvolto la mia città e la mia provincia durante l’emergenza. Ritengo che sia giusto nei confronti di chi ci ha lasciato, di chi ha tanto sofferto e di tutte le persone che abitano questi territori”.

A onor di cronaca lo stralcio era stato pubblicato a metà giugno in concomitanza con l’audizione di Conte a Roma da parte dei magistrati bergamaschi che indagano per epidemia colposa. Il documento era apparso sul Corriere della Sera dopo un accesso agli atti regionali da parte del consigliere bergamasco del PD Jacopo Scandella che a suo tempo aveva commentato: “Ho chiesto gli atti, mi hanno risposto ed emerge questo: Regione Lombardia non ha mai inviato alcuna richiesta formale al Governo per istituire la zona rossa in Valle Seriana. Che fosse troppo tardi, che volessero scaricare la responsabilità o che abbiano pensato non ce ne fosse bisogno, sta di fatto che non l’hanno chiesta e non l’hanno realizzata. A conti fatti, avevano i dati e il potere, non la prontezza e il coraggio. Dovesse succedere ancora, ne servirà di più”.

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3 Commenti

1 Commento

  1. Marco

    7 Agosto 2020 at 18:45

    …”A conti fatti, avevano i dati e il potere, non la prontezza e il coraggio. Dovesse succedere ancora, ne servirà di più”.
    Dubito ne siano capaci.

  2. Gianluig

    8 Agosto 2020 at 16:28

    Il mese di marzo ad Albino comune di circa 18.000 abitanti ha avuto ben 150- decessi, e molti infettati.

  3. gian

    8 Agosto 2020 at 16:40

    Sono ancora tutti al loro posto. Quando un paese consegna il governo, ad ogni livello, a personaggi che definire solo inetti è un complimento, i risultati non tardano ad arrivare. Ben più grave che a distanza di mesi nessuno sia riuscito a rimuoverli,

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