Cronaca
Verbali CTS desecretati, il Comitato dei parenti: “Chi ha ammazzato non è stato il virus”
Verbali CTS desecretati, il Comitato dei parenti: “Chi ha ammazzato non è stato il virus ma la solita malagestione italiana”.
Dopo la pubblicazione nel pomeriggio di venerdì 4 settembre di circa un centinaio dei verbali che il Comitato Tecnico Scientifico redigeva ogni giorno da inizio febbraio, arriva la reazione del Comitato dei parenti delle vittime “Noi Denunceremo”.
I verbali (pubblicati sul sito della Protezione Civile) contengono le linee guida fornite al Governo e alle forze politiche in merito all’evoluzione epidemiologica del Coronavirus in Italia: dalla necessità di implementare i posti letto, alle indicazioni sulle zone rosse (come quella mai istituita della Val Seriana), fino alle indicazioni riguardo ad attività e scuole.
Ancora una volta la reazione del Comitato bergamasco, nato mentre la pandemia era in corso raccogliendo adesioni da tutta Italia, è sgomenta: “Ci siamo presi il tempo di leggere ed analizzare tutti i documenti desecretati ieri pomeriggio – spiegano il presidente Luca Fusco e il legale Consuelo Locati -. Riteniamo che i contenuti dei documenti emersi, particolarmemte quelli che anticipano il lockdown nazionale, denotino che chi ha ammazzato la nostra gente non siano stati “il nemico invisibile” o il “virus assassino”. Ci chiediamo come si possa arrivare alla terza settimana dalla dichiarazione dello Stato di emergenza senza avere una cernita completa dei letti a disposizione negli ospedali, particolarmente nelle terapie intensive. O come si possa aver pensato che non fosse necessario tracciare gli asintomatici”.
Pandemia affrontata come sempre “all’italiana”
Da fine marzo il Comitato, nato come gruppo Facebook che oggi raccoglie oltre 60mila adesione e poi diventato un organismo operativo, ha iniziato a denunciare la mala gestione dell’emergenza, presentando anche numerosi esposti in Procura a Bergamo dov’è in corso un’indagine per epidemia colposa.
“Non siamo stati di fronte ad una pandemia, ma all’ennesimo caso di malagestione italiana – continuano Fusco e Locati -. Ci siamo a lungo chiesti perchè si sia deciso di tenere degli atti pubblici secretati per cosi tanto tempo. Ora abbiamo una risposta. Come rappresentanti dei familiari delle vittime ci sentiamo umiliati ed offesi. Crediamo che quei documenti rappresentino un oltraggio alla decenza ed al pudore. Per questo motivo, non intendiamo rilasciare dichiarazioni alla stampa fino a quando riterremo necessario ritornare a farlo”.
Silenzio stampa per indignazione
“Il nostro silenzio sarà il silenzio di tutti i familiari delle vittime – concludono -. Non solo quelle di coronavirus, ma anche di quelle che a causa dell’emergenza hanno dovuto posticipare cure ed operazioni importanti e che, pur potendo sopravvivere, ci hanno lasciato in questi mesi. Migliaia”.
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Dudy
5 Settembre 2020 at 11:45
Mai capito una cosa dell’Italia, come mai tanto ci mettiamo dopo, ed invece prima solo fuffa. La prevenzione questa sconosciuta in Italia! E così funziona in ogni campo.