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Questione di Gusto

Questione di gusto – L’aperitivo

Come deve essere un aperitivo fatto ad opera d’arte? Ce ne parla Luca Scainelli nella sua rubrica “Questione di Gusto”.

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Nei momenti di solitudine attiva mi accompagno a della bella musica “House Music All Night Long” il nuovo di Jarvis Cocker e voglio cercare di dare un senso all’aperitivo, insomma che ne valga la pena, faccio fatica a trovare nel mio errare quotidiano un locale che soddisfi la mia voglia aperitivica, anzi il più delle volte ci rinuncio perché la fantasia dei baristi è pari a zero. Soliti vini scadenti e solite noccioline, patatine, cetrioli e olive, roba da preistoria, nel migliore dei casi tranci di pizza e focacce insapore dall’aspetto inquietante che hanno la capacità di stimolare l’appetito, a questo dovrebbe servire l’aperitivo, tanto quanto le ballerine nei piedi delle donne, le vorrei sempre con i tacchi e possibilmente con quella cosa che pare scomparsa che si chiama gonna, lunga o corta basta che ci sia; dimenticavo le scarpe con il tacco ma forse pretendo troppo.

Può succedere che l’aperitivo possa sostituire un buon pranzo o una cena ma deve avere delle caratteristiche ben precise, bello da vedere come prima cosa, perché come dicono quelli che se ne intendono il cibo prima bisogna mangiarlo con gli occhi. Deve essere colorato, prelibato e movimentato, in bocca “salivare” grazie alla giusta sapidità che serve a stuzzicare l’appetito, insomma deve essere fatto con fantasia e creatività.Il vino da servire, nel calice appropriato, deve essere “felice” quindi frizzare e spumeggiare.Oltre al vino più venduto, il prosecco, che poi è sempre dolce contraddicendo la parola di origine che vuole questo tipo di vino appunto “secco” c’è un sacco di buon vino in giro ma bisogna conoscerlo e farlo conoscere.

Penso al Lambrusco emiliano, il Durello (veronese), Ortrugo e Gutturnio (colli Piacentini) tutte le cantine della Franciacorta, dico tutte perché al bar se ti va bene trovi Berlucchi e se spendi un po di più Cà Del Bosco, ma la zona è piena di piccole cantine che andrebbero assaggiate. La Barbera e la Bonarda frizzanti regalano momenti da ricordare, anche la Malvasia non è da trascurare e si potrebbe continuare. Pomodori, fagiolini, pollo, caciocavallo, fomaidemut, uova e tonnata. E’ una preparazione relativamente semplice e veloce, consente di presentare tutti gli ingredienti che vi vengono in mente giocando fra cotto e crudo, morbidezza e resistenza al palato, insomma alto-basso.

Luca Scainelli

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