Cronaca
La Commissione Europea risponde ai familiare delle vittime in merito alla gestione della pandemia
La Commissione Europea risponde ai familiare delle vittime in merito alla gestione della pandemia scaricando di fatto Governo e Regione Lombardia
In una lettera indirizzata al comitato dei familiari delle vittime, Noi Denunceremo, il Direttore Generale dell’unità di Sicurezza alimentare e sanitaria, Wolfgang Philipp, scarica Governo e Regione Lombardia nella gestione della pandemia. Lo scorso luglio, infatti, il comitato dei parenti delle vittime aveva scritto alla Commissione Europea ed alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per segnalare potenziali crimini contro l’umanità che si sarebbero verificati nella gestione dell’emergenza sanitaria.
“Vi voglio assicurare che la Commissione è consapevole dell’elevato numero di casi e decessi di COVID19 in Italia, sia tra gli anziani che tra i residenti nelle case di riposo” – scrive Wolfgang Phillip, specializzato in preparazione e gestione di crisi sanitarie.
Cosa non torna nella gestione lombarda e italiana
I trentasei firmatari della lettera avevano puntato il dito contro la mancata chiusura di Alzano, Nembro e Orzinuovi ma anche su due delibere di Regione Lombardia: quella dell’8 marzo, che permetteva agli ospedali di trasferire nelle case di riposo pazienti positivi in fase di guarigione, e quella del 23 marzo, che avrebbe impedito ai medici di medicina generale di visitare fisicamente i pazienti e scaricando di fatto tutto il peso dell’emergenza su un sistema ospedaliero al collasso.
Secondo il comitato Noi Denunceremo, quest’ultima direttiva fu determinata dalla mancanza di stoccaggio di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario, tra cui le famose mascherine. Quelle stesse mascherine che il Governo italiano si era apprestato ad inviare alla Cina nella quantità di due tonnellate appena 14 giorni prima, salvo poi rimanerne senza.
Tanto che, il 28 febbraio scorso fu proprio la Commissione Europea a notificare della richiesta dell’Italia di attivare il Meccanismo di protezione civile della UE. Tuttavia, gli Stati membri si dividevano tra coloro che si trovavano nelle stesse condizioni dell’Italia (come la Spagna) e chi, invece, aveva fatto le scorte e non voleva certo privarsene con una pandemia all’orizzonte. Ne fummo tutti sconvolti, fino a che il rapporto del Generale Lunelli portò prepotente alla ribalta il fatto di come il nostro Paese si fosse presentato ad affrontare una pandemia senza piani pandemici, richiesti per legge sia dalla Regolamentazione Sanitaria Internazionale dell’OMS che dalla stessa Unione Europea.
Riguardo a questo punto, Wolfgang Phillip, tiene a precisare che prima ancora della richiesta di attivazione del Meccanismo di protezione civile europeo da parte dell’Italia, l’Unione Europea stesse aiutando l’Italia già da giorni: “Dal 24 febbraio al 4 marzo 2020, il Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle Malattie infettive (ECDC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno svolto una missione congiunta in Italia per guidare le autorità italiane in materia di epidemiologia e sorveglianza, gestione clinica dei casi, prevenzione e controllo delle infezioni, nonché la comunicazione del rischio, nel contesto di COVID-19”.
La responsabilità per la salute pubblica, anche in tempi di crisi, spetta agli Stati membri dell’UE
Il capo dell’Unità di Sicurezza alimentare e sanitaria della Commissione Europea tiene a tal proposito a chiarire i ruoli, scaricando di fatto sia il Governo che Regione Lombardia: “La responsabilità per la salute pubblica, anche in tempi di crisi, spetta agli Stati membri dell’UE, mentre la Commissione svolge un ruolo di coordinamento e di sostegno. Per quanto riguarda l’emergenza COVID-19, gli Stati membri hanno il diritto di gestire questa situazione senza precedenti in modo diverso, a seconda delle capacità e delle esigenze nazionali. Questo vale anche in caso si debba procedere ad un’eventuale indagine retrospettiva sulla risposta degli Stati membri alla pandemia”.
Il commento del Comitato
Il Presidente del comitato Noi Denunceremo, Luca Fusco, commenta: “Sta accadendo ciò che abbiamo sempre sostenuto. Chi ha gestito la pandemia in Italia ha provato a fare lo scaricabarile sull’Europa. Forse pensano che in Europa siano o ciechi o stupidi. O entrambe le cose. Abbiamo più volte richiesto un incontro televisivo con Fontana e Arcuri, ma ci dicono che nessuno dei due sia mai reso disponibile (nemmeno ufficiosamente). La seconda ondata non ha fatto altro che aplificare l’inadeguatezza politica delle nostre autorità regionali e nazionali. Chi ha sbagliato abbia il coraggio di farsi da parte”. La legale del comitato, Consuelo Locati chiosa: “Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura. Questa lettera fa capire a tanti che il comitato è fatto da persone serie, con cui persone serie hanno voglia di confrontarsi ed interloquire. Vorremmo confrontarci pubblicamente con chi ha gestito la prima e la seconda fase dell’epidemia. Crediamo che sia d’interesse pubblico che questo venga fatto. Smettano di nascondersi dietro ad un dito”.
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