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Cronaca

Inchiesta Covid, perché i ricercatori non parlano con la Procura del rapporto scomparso

Perché i ricercatori che hanno redatto il rapporto sulla gestione Covid in Italia (pubblicato e rimosso il 13 maggio scorso dal sito dell’OMS) non parlano con la Procura di Bergamo? Le risposte di oggi nell’articolo su The Guardian.

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Perché i ricercatori che hanno redatto il rapporto sulla gestione Covid in Italia (pubblicato e rimosso il 13 maggio scorso dal sito dell’OMS) non parlano con la Procura di Bergamo seppur convocati tre volte? Torna a fare luce sul caso “piano pandemico” e “dossier scomparso” The Guardian, primo giornale a trattare la tematica in estate. Forte della collaborazione con il Comitato “Noi Denunceremo”, e grazie al lavoro d’inchiesta di Report (Rai 3), il quotidiano inglese in un articolo di oggi spiega come mai Francesco Zambon, tra i ricercatori dell’ufficio europeo dell’Oms a Venezia responsabile del documento rimosso, non possa parlare con i magistrati bergamaschi che indagano da aprile per epidemia colposa, omicidio colposo e falso.

Inchiesta Covid, ricercatore minacciato

Facendo un passo indietro, The Guardian ha ricostruito che Zambon aveva subito riferito all’Organizzazione Mondiale della Sanità, a maggio, di aver ricevuto minacce e pressioni dal direttore vicario Ranieri Guerra, per modificare alcuni passaggi dello studio «Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell’Italia al Covid». Il documento, firmato da 11 ricercatori (Zambon incluso) dell’ufficio di Venezia e finanziato dal Qwait per fornire una prima analisi e strumenti d’intervento ad altri stati non ancora colpiti dalla pandemia durante la prima ondata, venne pubblicato sul sito dell’Organizzazione il 13 maggio e poi scomparve nel giro di 24 ore. Nonostante le segnalazioni del ricercatore – secondo il The Guardian -, non ci fu però nessun procedimento interno.

Piano pandemico non aggiornato

Ma perché questo dossier sarebbe così scomodo? Perché nelle 102 pagine si legge che il Piano pandemico italiano del 2017 confermava i contenuti di quello del 2006. Dunque non un aggiornamento ma un copia e incolla. Una circostanza su cui indagano anche i pubblici ministeri di Bergamo, per capire quanto fosse preparato il Paese per affrontare l’epidemia da Coronavirus.

La Procura ha già sentito a inizio novembre Ranieri Guerra (a titolo personale) che – ricordiamo – nel 2017 (anno dell’aggiornamento del piano pandemico) era direttore generale della prevenzione al Ministero della Salute. Ciò implica evidentemente un conflitto d’interesse tra la sua carica di allora e il suo ruolo attuale.

No all’immunità diplomatica

Per i ricercatori invece l’Organizzazione mondiale della sanità sta opponendo l’immunità diplomatica, impedendo di fatto a Zambon e colleghi di recarsi in Procura e fornire anche un contraddittorio rispetto a quanto dichiarato da Guerra.

Il Comitato “Noi Denunceremo” ha chiesto, attraverso il proprio legale Consuelo Locati in diretta domenica scorsa a Non è l’Arena su La7 che il Ministro degli esteri si attivi affinché Zambon dichiarare quanto di sua conoscenza. Lo stesso Zambon inoltre al Corriere Veneto aveva dichiarato: “Se diffuso il report censurato dall’Oms avrebbe salvato milioni di vite”. Evidentemente di cose da dire ai magistrati ne ha molte. Speriamo solo possa finalmente parlare.

Gessica Costanzo

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