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Cronaca

Caso dossier Oms sparito, Zambon sentito dai pm a Bergamo

Caso dossier Oms sparito, Zambon sentito dai pm a Bergamo. Il ricercatore si è presentato ieri spontaneamente.

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procura bergamo

Svolta nel caso dossier Oms sparito: il ricercatore veneziano dell’Oms Francesco Zambon è stato sentito ieri per diverse ore in Procura a Bergamo nell’inchiesta sulla gestione del Covid nella Bergamasca. Da quanto ha riferito il suo avvocato Vittore D’Acquarone, si è presentato dai pm che lo avevano convocato già tre volte come teste.

La vicenda su cui la magistratura sta facendo approfondimenti riguarda l’esistenza di un piano pandemico che, in base a una ricerca dell’Organizzazione Mondiale delle Sanità pubblicata e poi rimossa, non sarebbe stato aggiornato. Zambon finora aveva seguito l’indicazione dell’Oms di avvalersi dell’immunità diplomatica. 

La ricostruzione del Comitato “Noi Denunceremo”

Zambon è autore del rapporto OMS “An unprecedented challenge – Italy’s first response to COVID-19”, il report sulla gestione italiana della prima ondata della pandemia rimosso dal sito OMS dopo meno di 24 ore dalla sua pubblicazione. In seguito ad un articolo pubblicato dal The Guardian, Noi Denunceremo aveva ritrovato il rapporto e lo aveva presentato pubblicamente in una conferenza stampa lo scorso 10 Settembre, subito dopo averlo consegnato alla Procura di Bergamo. (Per rivedere la conferenza stampa clicca qui https://youtu.be/16a8UsBBLnc).

Lo scorso 5 novembre, il team guidato dal Procuratore Capo Antonio Chiappani aveva sentito proprio il direttore aggiunto dell’OMS Ranieri Guerra. Lo stesso non era stato possibile, fino ad oggi, per Zambon e gli altri ricercatori che hanno lavorato al report; per ben tre volte infatti, Zambon è stato convocato dalla Procura di Bergamo e per ben tre volte l’OMS aveva opposto l’immunità diplomatica.Zambon, ieri pomeriggio si è presentato alla Procura di Bergamo senza alcuna nuova convocazione ed è stato interrogato per 5 ore non solo sulla sparizione del report, ma anche sul contenuto delle mail rese pubbliche nelle scorse settimane dalle quali emergerebbero pressioni per correggere, in particolare modo, la data di pubblicazione del piano pandemico italiano dal 2006 ad un presunto aggiornamento del 2016, mai realmente avvenuto.

“Soddisfatti degli sviluppi”

“Siamo soddisfatti di questi sviluppi – spiegano dal Comitato -, poiché riteniamo cruciale che la testimonianza di Zambon (e di tutti gli altri ricercatori che hanno lavorato a quel report) per far emergere la verità su quanto accaduto non solo con la sparizione del report, ma soprattutto per il fatto che per 15 anni abbiamo avuto un piano pandemico che non era adeguato alle direttive internazionali e di conseguenza non era idoneo ad affrontare gli scenari che purtroppo oggi tutti conosciamo. Nonostante le difficoltà incontrate in questo percorso, il Comitato non si è mai fermato, condividendo le informazioni anche con la stampa estera e facendo diventare la questione un vero e proprio affare internazionale. Continueremo su questa strada affinché finalmente tutti i nodi arrivino al pettine e vengano definitivamente sciolti: solo facendo emergere tutto ciò che non ha funzionato si potranno gettare le basi per far sì che quanto stiamo vivendo da quasi un anno non accada più”.

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3 Commenti

1 Commento

  1. .

    16 Dicembre 2020 at 23:20

    Grazie a Report!

    • Laura

      17 Dicembre 2020 at 23:02

      e grazie anche a Giletti-non è l’Arena…..

  2. Giovanni

    16 Dicembre 2020 at 23:56

    Scusate ma adesso il piano pandemico è stato aggiornato e le relative procedure o ancora niente ? Qualcuno lo sa ?

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