Cronaca
Il TAR boccia l’ordinanza della Lombardia per il prolungamento della DAD
Il TAR boccia l’ordinanza della Lombardia per il prolungamento della DAD ma la Regione prevede un reclamo.
Mercoledì 13 gennaio il Tar (tribunale amministrativo regionale) della Lombardia ha accolto un ricorso del comitato “A Scuola!” contro l’ordinanza della regione che stabiliva la didattica a distanza al 100 per cento, fino al 24 gennaio, per le scuole superiori. Il tribunale ha sospeso l’ordinanza della Lombardia perché ha ritenuto irragionevoli le motivazioni per cui era stata decisa la didattica a distanza: cioè il rischio di assembramenti fuori dalle scuole.
Cosa dice la sentenza
La sentenza dice che l’ordinanza del presidente Attilio Fontana, nell’ipotizzare il rischio di assembramenti fuori dalle scuole, «anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado».
Quando riapriranno le scuole
Le scuole superiori in Lombardia potrebbero quindi teoricamente riaprire. Visto però l’andamento epidemiologico la regione già da sabato 16 gennaio potrebbe essere reinserita in zona rossa, costringendo le scuole superiori a chiudere di nuovo.
La regione ha risposto cosi: “Prendiamo atto della decisione del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia sulla scuola e ci riserviamo, dopo aver valutato nel dettaglio le motivazioni dello stesso, di proporre reclamo poiché i riferimenti normativi che hanno orientato il Giudice del Tribunale, non tengono conto della possibilità delle Regioni di adottare misure più restrittive di quelle previste dai vari Dpcm”.
Il commento del M5S
«Ci risiamo. il TAR conferma l’incapacità del Presidente della Regione e di chi insieme a lui ha preso le decisioni. Anche sulla riapertura delle scuole, la Lombardia gioca a scaricare tutte le sue colpe sul Governo centrale per nascondere le proprie incapacità». A dirlo è il consigliere regionale del M5S Dino Alberti.
«La verità è che,” spiega il rappresentante del M5S, “anche per questo problema, Regione Lombardia è rimasta affetta dalla sua solita sindrome da immobilismo cronico. Ha trattato con estrema superficialità due dei nodi cruciali che stanno determinando l’impossibilità di poter far tornare gli studenti a scuola ossia il potenziamento dei mezzi di trasporto necessari ai ragazzi delle superiori e la quasi totale mancanza dei sistemi di tracciamento all’interno degli istituti scolastici. Va ricordato a chi gestisce la Regione che la riapertura delle scuole con almeno il 50 per cento di studenti in presenza non è un capriccio della Ministra dell’Istruzione ma fa parte dell’Accordo Stato Regioni siglato prima dello scorso Natale», conclude Alberti.
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