Cronaca
La cronologia degli scambi tra Iss e Lombardia mentre continua la polemica
La cronologia degli scambi tra Istituto Superiore della Sanità e Lombardia mentre continua la polemica sui dati Covid.
Continuano la polemica e il botta e risposta tra l’Istituto Superiore della Sanità e la Regione Lombardia relativamente all’errata gestione dei dati Covid che hanno portato ad una settimana di zona rossa (la scorsa) ingiustificata. Questa sera è stato proprio l’Iss che, in merito alle dichiarazioni odierne del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha precisato che solo le Regioni possono aggiornare e rettificare i dati presenti sul data-base creato per la sorveglianza epidemiologica.
Le precisazioni sull’algoritmo per il calcolo dell’Rt
“L’algoritmo per il calcolo dell’Rt non è esile, è basato su standard internazionali, è pubblico, reperibile sul Sito wb dell’ISS ed è stato illustrato a tutti i referenti regionali che hanno contestualmente ricevuto il software per la sua applicazione e l’eventuale verifica. Il sistema è in uso da trentasei settimane e nessun altra regione finora ha segnalato anomalie di questa entità sull’immissione dei dati.
Per aggiornamento si intende l’inserimento o modifica di variabili suscettibili di evoluzione (es. stato clinico del paziente). Per rettifica si intende inserimento di variabili non ancora presenti (es. data inizio sintomi) o modifica di variabili inserite erroneamente. Ed è esattamente ciò che è stato richiesto alla Regione per il ricalcolo e non per la riclassifcazione in zona Arancione che non è invece di nostra pertinenza
Le Regioni hanno completa autonomia nel caricamento di aggiornamenti e rettifiche senza alcun intervento o richiesta verso l’Iss che, laddove ne abbia evidenza o sospetto, può segnalare errori, incompletezze o incongruenze alle Regioni“.
54 segnalazioni a Regione Lombardia
“Si segnala, inoltre, che dal mese di maggio 2020 l’Iss ha inviato 54 segnalazioni di errori, incompletezze e/o incongruenze alla Regione Lombardia, l’ultima delle quali in data 7 gennaio 2021
La percentuale di casi incompleti per la sintomatologia (assenza di informazioni nel campo “stato clinico”) è pari al 50,3% a fronte del 2,5% del resto d’Italia nel periodo 13 dicembre 2020-13 gennaio 2021.
Alla luce del quadro descritto, si precisa che gli ultimi inserimenti da parte della Regione Lombardia risalgono alle ore 10.58 e alle ore 14.51 del 20 gennaio 2021 con una rettifica dei dati pregressi presenti alla data 13 gennaio 2021:
- eliminando la segnalazione di una data inizio sintomi in 4.875 casi segnalati;
- diminuendo di 17.654 casi quelli classificati in precedenza come sintomatici;
- aumentando di 12.779 casi quelli classificati come asintomatici”.
I fatti e la cronologia
Da Maggio a Gennaio – la Lombardia ha segnalato da maggio fino al 20 gennaio una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici. Inoltre nell’ultimo periodo ha classificato un gran numero di questi come guariti senza uno stato clinico sintomatico riportato.
29 Maggio 2020 – A partire dal 29 maggio la Regione Lombardia ha ricevuto settimanalmente il “Report di qualità e completezza dei dati” in cui è stata segnalata da ISS una anomalia relativa alla presenza di un numero elevato di casi incongruenti ovvero in cui era segnalata una data inizio sintomi ma erano dichiarati nello stato clinico come “asintomatici” o con presenza di una sola “guarigione” o “decesso”.
7 gennaio 2021 – Gli epidemiologi dell’ISS chiedono ai tecnici della Lombardia di verificare i loro dati segnalando l’anomalia rispetto a tutte le altre Regioni e chiedono di verificare la completezza dei campi relativi allo stato clinico. La richiesta è stata fatta in ragione del fatto che alle Regioni spetta il compito della verifica dei dati e la della loro congruità poiché sulla loro solidità si basa l’attendibilità della stima dell’Rt elaborata dall’ISS.
13 Gennaio 2021 – Alla settimana del 13 Gennaio viene attribuito alla Lombardia sulla base dei casi caricati un Rt di 1,4 che manda in zona rossa la Regione.
19 gennaio – Nel corso di una riunione tecnica richiesta dalla Regione Lombardia viene segnalata l’ipotesi che in particolare la mancata compilazione della voce relativa allo stato clinico potrebbe essere alla base della distorsione dell’Rt. Successivamente la Lombardia richiede all’Istituto “che venga eseguito un calcolo dell’indice RT Sintomi recependo le modifiche definite a livello tecnico relative al conteggio dei pazienti guariti e deceduti”.
20 gennaio – La Regione Lombardia ha inviato come di consueto l’aggiornamento del suo database. In tale aggiornamento si è realizzata anche una rettifica dei dati pregressi. In particolare, è cambiato il numero di casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, la compilazione del campo “stato clinico”. Complessivamente, questi cambiamenti hanno ridotto in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere classificati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’Rt basato sulla data inizio sintomi dei soli casi sintomatici
La risposta di Regione Lombardia
“L’Iss ha inviato 54 segnalazioni su dati inviati da Regione Lombardia riguardanti 527.000 pazienti, quindi una percentuale pari allo 0,01”. Lo spiega in una nota la Regione Lombardia.
“Dal mese di maggio Regione Lombardia – prosegue la Nota – ha inviato 35 report e l’Iss ha sempre considerato la completezza dei dati superiore alla soglia di validità, ad eccezione di quelli del 12 ottobre. Nella settimana sotto osservazione che ha portato la Lombardia in zona rossa – spiega la Nota della Regione – la percentuale di validità era dell’80. Quindi la qualità dei nostri dati è sempre stata considerata affidabile”.
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Ruggeri Margherita
27 Gennaio 2021 at 14:38
Non si vergognano gli errori cominciano a essere troppi . In una situazione così delicata non sono ammessi errori. Mi sembra ora di cambiamenti. Su un posto di lavoro qualunque li avrebbero già licenziati…m
Walter
27 Gennaio 2021 at 16:57
La politica di scaricabarile non paga.
E’ evidente che in Regione Lombardia gli incaricati ai vertici della Sanità sono da verificare sulle loro capacità di leggere e scrivere, al di là degli algoritmi. E non ascoltano. Intanto pagano coloro che già pagano a loro gli stipendi e le indennità di carica. Quando finirà questo modo di fare politica, cercando sempre di dare la colpa agli altri (anche di ammalarsi?).