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Cronaca

L’appello del Movimento Italiano Farmacisti Collaboratori: serve il rinnovo del contratto

Stipendi da 8 euro orari come venditori e non come operatori sanitari: l’appello del Movimento Italiano Farmacisti Collaboratori dopo l’annus horribilis del Covid.

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A quasi un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19 che ha evidenziato l’importanza della categoria dei farmacisti, per settimane rimasti l’unico baluardo a cui aggrapparsi soprattutto in bergamasca e in Lombardia quando nella primavera 2020 gli ospedali erano saturi e molti medici di base malati (oltre che impossibilitati a visitare i pazienti), in questo 2021 si alza forte l’appello del Movimento Italiano Farmacisti Collaboratori. Di questo gruppi di 3000 professionisti fa parte la farmacista bergamasca Cristina Longhini che diffonde il comunicato condiviso anche dal presidente del Movimento, Michele Scopelliti di Agrigento.

I drammatici mesi trascorsi e le numerose mansioni svolte

“Nel drammatico scenario degli ultimi mesi i farmacisti hanno dato una indiscutibile prova dell importanza della loro figura professionale, numeri alla mano la maggior parte di questi farmacisti erano collaboratori – si legge nella nota -. Durante l’emergenza Covid si è visto quanto la figura del farmacista sia stata importante per la salute dei cittadini. Abbiamo continuato a lavorare nonostante gli altissimi rischi di questo periodo, garantendo il servizio ai cittadini, anzi, i molteplici servizi che ormai dispensiamo, dalle analisi cliniche, alla telemedicina, al monitoraggio di alcune patologie croniche come diabete e ipertensione. Abbiamo garantito le cure per i pazienti cronici, li abbiamo presi in carico assicurando loro la continuità e l’aderenza terapeutica. Tutto questo grande carico di lavoro è stato svolto, in stragrande maggioranza, dai farmacisti collaboratori. I farmacisti collaboratori si sono fatti trovare pronti nell affrontare l’emergenza covid, senza nessun ritorno e riconoscenza da parte di nessuno. Moltissimi di noi hanno lavorato in condizioni di scarsa sicurezza e alcuni colleghi hanno anche perso la vita, dopo medici e infermieri siamo al terzo posto per numero di morti”.

“In questi anni la farmacia ha subito dei cambiamenti continui, il carico di lavoro è aumentato a dismisura, i turni e gli orari sono diventati sempre più stressanti. Come riportato sopra, il nostro lavoro non più quello di semplici dispensatori di farmaci. Oggi siamo dei consulenti della salute, dei professionisti della salute in continuo aggiornamento e sempre più formati. Siamo l’elemento fondamentale dell’assistenza territoriale. Da qualche mese inoltre effettuiamo tamponi rapidi e test sierologici e con l’ultima legge di bilancio ci sarà permesso vaccinare in farmacia, questo dimostra ulteriormente che oltre ad essere un punto di riferimento per i cittadini, noi farmacisti collaboratori, siamo di estremo appoggio al SSN in questa terribile lotta al covid19″.

“Non siamo solo venditori da banco”

“Insomma, tutte attività che ad essere sinceri vanno al di là della semplice dispensazione del farmaco, e che non sono contemplati nel contratto, ma che comunque i farmacisti svolgono con coscienza, serietà professionalità ed entusiasmo. Ma ora siamo stanchi di essere oberati di mansioni senza avere mai nessun riconoscimento”.

È inaccettabile avere un contratto di lavoro scaduto dal gennaio 2013 per i collaboratori di farmacie private (contratto Federfarma) e dal dicembre 2015 per i collaboratori di farmacie comunali (contratto Assofarm). È inaccettabile avere un contratto commercio. Abbiamo una laurea appartenente al settore sanitario e non possiamo essere paragonati a chi vende viti e bulloni. Questo, produce stipendi miseri di circa 8 euro netti l’ora, che per dei professionisti laureati e in continua formazione non sono per nulla dignitosi. Inaccettabile che non sia prevista un indennità di rischio”.

Necessario un contratto rinnovato

Il punto fondamentale dunque è il rinnovo del contratto subito. Necessitiamo di un adeguamento economico che ci ridia la dignità tolta da tanti anni, necessitiamo un’indennità di rischio visto i compiti che svolgiamo. Oltre all’adeguamento economico e all’indennità di rischio e ancora più importante riconoscere la professionalità dei farmacisti collaboratori, anche per tutelare i cittadini”.

In alcune regioni esclusi dal vaccino anticovid

“Un ulteriore scandalo che ancora una volta ci umilia è che, in molte regioni, noi farmacisti siamo stati esclusi dalla prima tranche di vaccinazioni anticovid, che prevede la vaccinazione per tutti gli operatori sanitari. Sarebbe doveroso e sensato inserire farmacisti in questa campagna vaccinale, e che dovrebbe essere regolato a livello nazionale. Invece si preferisce vaccinare reparti amministrativi che non hanno alcun contatto con i cittadini, a differenza dei farmacisti e delle farmacie che rappresentano un importantissimo presidio sanitario per molti.
Ci chiedono di vaccinare senza vaccinare prima noi? Ci chiedono di fare i test rapidi senza la vaccinazione e senza alcuna tutela per la nostra salute? Che senso ha tutto questo? Quello che sta accadendo è vergognoso, e chi rappresenta la categoria con le istituzioni sta a dormire. Ancora una volta ai farmacisti viene tolta la loro dignità”.

La proposta del Movimento

“Il Movimento Italiano Farmacisti Collaboratori propone una possibile misura, altresì che i farmacisti collaboratori vengano riconosciuti come professionisti sanitari con una formula mista tra il CCNL farmacie private e il CCNL del comparto sanità al posto dell’attuale contratto che ci annovera come dei semplici commercianti, con una retribuzione mista che preveda una remunerazione per una quota del 70% da parte del titolare della farmacia e il restante 30% da parte dello stato. Questo per non gravare ulteriormente sui costi e le problematiche delle farmacie, che tra l altro hanno una convenzione scaduta dal lontano 1992, che deve essere rinnovata al piu presto nell’interesse di tutti, per dare serenità ad un settore nevralgico, punto di riferimento essenziale per la salute dei cittadini. Come Movimento, abbiamo inviato una lettera dove vengono descritte tutte queste problematiche ai Ministri Speranza e Catalfo il 26/11/2020 ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta”.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Michele

    7 Febbraio 2021 at 21:25

    Iniziativa valida, da condividere e da amplificare a livello mediatico. Proposta sicuramente non semplice da portare avanti e che avrebbe l’opposizione di federfarma, preoccupata di perdere potere sui collaboratori dipendenti. Non sarà per nulla facile ma sarebbe l’uovo di Colombo.
    C’è un precedente recentissimo, riporto la notizia:
    “È stato firmato il rinnovo del Contratto collettivo nazionale dei lavoratori non medici della sanità privata.
    Dopo 14 anni di attesa, 100mila lavoratori avranno più garanzie e più diritti.
    Il rinnovo del contratto è stato sottoscritto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl con le associazioni Aris e Aiop.
    L’incremento medio mensile è pari a 154 euro. Ma non saranno le associazioni datoriali a mettere interamente mano al portafoglio.
    Il differenziale rispetto alla sanità pubblica sarà infatti colmato con i contributi delle regioni e dello Stato che si faranno carico per il 50% dell’aspetto economico del rinnovo”.

  2. Gioia tafi

    7 Febbraio 2021 at 23:48

    Hanno rinnovato in questi giorni il contratto ai metalmeccanici, evidentemente meglio rappresentati e più agguerriti.
    Dovremmo fare uno sciopero, ma purtroppo pochi di noi avrebbero il coraggio di aderire. Sono molto scoraggiata.

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