Cronaca
Scarpe in piazza: a Nembro bambini e genitori contro la Dad
Scarpe in piazza: sabato a Nembro bambini e genitori contro la Dad. “Non possono essere ancora i bambini a pagare”
Una misura che trova lo scontento delle famiglie e di bambini e ragazzi, soprattutto dei più piccoli costretti a stare ore al computer per fare didattica a distanza. Per dire no alla Dad bambini e famiglie di Nembro domani esporranno in Piazza della Libertà il loro dissenso scritto su pezzi di stoffa esposti con le scarpe. “Siamo un gruppo di genitori che di fronte alla chiusura della scuola e riproposizione della Dad come surrogato scolastico, si è trovato a dover gestire da un giorno all’altro una situazione surreale – spiegano gli organizzatori della protesta pacifica – . Noi e tanti altri genitori riteniamo che la scuola non è solo un dovere, è un diritto. La Dad viene proposta dalle istituzioni come sostitutiva della scuola in presenza, ma non ci sono le premesse perché questo sia una soluzione positiva“.
Vista la zona rossa solo i portavoce della manifestazione provvederanno all’installazione. Ogni famiglia aderente può partecipare portando un paio di scarpe e ritirando nei punti di raccolta la stoffa su cui scrivere il proprio disagio. I punti di raccolta sono panificio “Semplicemente buono”, Gherim, Camilla Ortofrutta, Parafarmacia e Tabaccaio Paola.
Perché la Dad non è la giusta soluzione
“La Dad porta immensi disagi – continuano i genitori, innanzitutto perché tutto ciò che conforma l’ambiente scolastico a casa non c’è. Inoltre durante le lezioni la vita familiare non può svolgersi. Gli insegnanti chiedono spesso silenzio, chiedono che i fratellini non interferiscano, ma non è possibile. Non tutte le famiglie hanno internet né possono fornirsi di tutto quello che serve. Gli alunni che hanno già difficoltà di concentrazione peggiorano drasticamente. Chi non ha un aiuto familiare è costretto a lasciare i figli a casa soli a gestire un PC connesso”.
“E come ultima beffa – concludono i genitori – il sacrificio viene ripagato con un bonus babysitter per i soli dipendenti sanitari o autonomi, mentre agli altri non resta che richiedere un congedo pagato al 50% o rinunciare al lavoro. Non possono essere ancora i bambini a pagare in un’Italia che invece continua a muoversi”.
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Lex
19 Marzo 2021 at 18:05
E si, fare i genitori é sempre più difficile. Se poi vengono a mancare gli appoggi, la “famiglia del mulino bianco” va in crisi. Mai sentito invece di famiglie genitori, che abbiano manifestato per sapere la verità cause esatte, di tutto quanto accaduto li a Nembro l’anno scorso…