Cronaca
Una raccolta fondi per aiutare la famiglia di Diego, morto a 39 anni
Diego viveva a Clusone dal 2018 con la moglie Tatiana e i due figli; lavorava alla Radici Group nella sede di Gandino. Si era trasferito in Italia dal Brasile per sottoporsi alle cure.
“Un super papà. Una persona dall’animo gentile, solare, paziente e sempre con il sorriso sulle labbra”. Diego Lahos Franca era così, lo ricorda con queste semplici parole la moglie Tatiana. Se n’è andato troppo presto, a soli 39 anni: Diego era originario del Brasile, San Paolo, e lavorava come informatico nella sede brasiliana della Radici Group. Dopo aver scoperto di avere un linfonodo al collo, nel 2018 decide di trasferirsi in Italia per sottoporsi alle cure necessarie. L’azienda Radici Group sostiene il giovane nella sua decisione e accetta il suo trasferimento lavorativo nella sede di Gandino.
Diego viveva a Clusone, in Alta Valle Seriana, dal 2018 insieme alla moglie Tatiana e ai suoi due figli, Matteo e Lucca, rispettivamente di 11 e 8 anni. La notizia della sua morte, avvenuta ad inizio del mese di maggio, lascia tutti quanti senza fiato, soprattutto i colleghi della Radici Group: il 39enne partecipava sempre agli eventi extra lavoro organizzati dalla ditta e aveva ottimi rapporti con tutti i suoi colleghi. Nonostante la malattia e le numerose cure non faceva mai pesare nulla ed era sempre pronto a porgere la sua mano per aiutare il prossimo.
I colleghi di Diego hanno così dato il via ad una raccolta fondi per aiutare la sua famiglia. Chi volesse aiutare i figli Matteo e Lucca e la moglie Tatiana può versare il suo contributo al seguente IBAN: Banco BPM N Conto 013309 Camara Franca Tatiana (Codice SWIFT BAPPIT21AB7) – IBAN: IT22 L 05034 52910 000000013309. “Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno dato il loro aiuto tramite la donazione – commenta Tatiana -: mi sento davvero accolta e ben voluta. Il nostro futuro, mio e dei miei figli, sarà sempre in Alta Valle Seriana: Diego ci teneva tantissimo e desiderava questo. Dopo giorni difficili e difficoltà burocratiche, i miei genitori sono finalmente riusciti a raggiungermi in Italia per darmi supporto in questo momento delicato”.
Gioia Masseroli
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