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Cronaca

Al Papa Giovanni di Bergamo tornano i volontari

Un segno di ripartenza in sicurezza: dopo 15 mesi al Papa Giovanni di Bergamo tornano i volontari in presenza

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Ospedale Papa Giovanni a Bergamo

Accesso ai reparti consentito ai volontari delle associazioni che collaborano con il Papa Giovanni XXIII, ma solo con ‘green pass’ che attesti il completamento, da almeno 10 giorni, delle due dosi vaccinali anti Covid-19. Non è possibile al momento l’accesso alle singole stanze, a stretto contatto con il paziente. Sono queste le principali regole che permetteranno ai volontari di ritornare all’attività in presenza. Le novità sono state illustrate nella mattinata di venerdì 28 maggio, all’auditorium “L. Parenzan” dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII davanti a una rappresentanza dei circa 500 volontari e soci delle 48 associazioni che collaborano con l’Ospedale cittadino. 

Papa Giovanni di Bergamo: ripartenza in sicurezza  

La parola d’ordine per la ripartenza è ‘sicurezza’. Ai volontari sono stati forniti istruzioni sul corretto utilizzo dei Dispositivi di protezione individuale (DPI), informazioni sulla modalità di diffusione delle infezioni in ambiente ospedaliero e sulle relative misure di comportamento da adottare come misura di prevenzione. A seguire è stata data parola alle associazioni che hanno espresso entusiasmo e voglia di ricominciare Oltre alle richieste di spiegazione su come uniformarsi alle norme che consentono l’accesso. Diversi interventi hanno sottolineato soddisfazione per le misure prese dal Papa Giovanni e per la decisione di ripartire nel quadro delle nuove regole.  

Le nuove regole definiscono il quadro condiviso in cui troverà spazio l’assistenza dei volontari ai pazienti ricoverati e assistiti al Papa Giovanni. Si gettano le basi per una ripresa in presenza di attività che, per 15 mesi, avevano dovuto reinventarsi, in modalità virtuale e a distanza, a causa dell’emergenza Covid-19. Le associazioni ricoprono una funzione fondamentale per l’Ospedale e i suoi assistiti. L’attività dei volontari è molto varia ed eterogenea a seconda della ‘mission’ dell’associazione stessa. Si va dall’area ludica e ricreativa, a quella educativa, di orientamento, di sostegno pratico e concreto al paziente per arrivare, in alcuni casi, ad un supporto indiretto alla stessa attività clinica.  

Il Dg Stasi: “Torna un’attività fatta di passione”

Concetti ribaditi nel corso dei saluti del direttore generale, Maria Beatrice Stasi: “Sono stati mesi molto complicati per tutti, tra distanziamento fisico e cautele. Lo sono stati certamente anche per la vostra preziosa attività rivolta ai nostri pazienti. Un’attività fatta di passione, vicinanza e contatto, empatia, relazione e calore umano. Tutti aspetti che non possono certo mai mancare a una persona in sofferenza e che voi avete continuato ad alimentare in questi mesi attraverso attività ‘nuove’, tecnologiche, spesso anche fantasiose. Avevamo promesso che saremmo ripartiti con nuove regole ed ora, grazie alle possibilità aperte dalle vaccinazioni, è giunto il momento di avviare insieme questo percorso. La principale attenzione nostra e vostra rimane la sicurezza del paziente. Per questo non tutto tornerà come era prima. Ma la strada è tracciata.  A voi tutti un augurio di buon lavoro e un ringraziamento per quanto avete continuato a fare in questi mesi“. 

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